Inghilterra | A mio nonno | Stagioni | RICORDI DI GENNAIO | NOTTE DI UNO STRANIERO AL CHIARO DI LUNA | BRUCIO NEL VENTO | |
FRAMMENTO | SONETTO PER LA TERRA | dedicato |
Sabbia dorata sotto le
dita
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Ora
chiudo gli occhi Lascio
il mondo per raggiungere La
sottile linea di seta Tra
il blu e il viola del cielo Lascio
il mondo per camminare A
fianco di rotaie che seguono Brughiere Sopra
barche che accarezzano Laghi
d’argento, sopra
stazioni di
mattoni ed edera.
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Stagioni
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Ti ricordi Quando guardavamo dalle finestre Aspettando la neve? Pioveva ghiaccio E attendevamo Pregando il vento di soffiare più forte E l’aria di gelare Perché è bello vedere il bianco Tra i ricami delle tende E la condensa Sul vetro.
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Pianti nel vento Con il fango sotto i piedi, i capelli nel vento l’umido del vestito nuovo cammino nel vento rimpiango la strada che brucia nel vento.
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Cammino tra gli alberi di questo bosco, ma tu dove sei? Ti ho lasciato a casa, con tutte le altre cose che ho dimenticato tra la stufa e lo scialle di mia madre Come ho potuto? La risposta suona tra i sentieri che si percorrono Senza scelta Mangiando poco perché il salario è basso Aspettandoti Assetato.
FRAMMENTO
Parla, telaio di rete marina Di guizzi e riflessi vesti l’estate Di questa fortezza di ere passate Scendine con me le scale in rovina.
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Per ciò che è accaduto ieri e per ciò che accadrà Per chi vive illuminato dalla luna e per chi non la vedrà mai, per chi seguirà il mio cammino, ed incontrerà la mia pira. Per trovare il sud Senza perdere di vista il nord Attraversando alture Scavalcando confini Mi perderò, chissà se un giorno mi vedrete tornare. Combatterò con innocenti Appiccherò incendi sulle colline Passerò dall’ombra alla luce E chissà se tornerò. E correrò col ventre a terra Ricoperto di fumo Consumerò, consumandomi Quel poco d’aria che mi rimane. Entrerò nel deserto Vedrò grotte e minareti al chiaro di luna Un paradiso perduto Oblio e trappole tra la vita e la morte Dalle moschee Dai monasteri Le montagne franeranno Le città si svuoteranno E chissà se tornerò.
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Passeggeremo sulle alte sponde Le cascine al tuo fianco riflesse E le alte spighe, di grano bionde Ci portano altre, vane promesse. Il nostro respiro, grotte profonde La forma dei passi sul fango tesse Gelsomini notturni, care fronde Nessun altro sembrava esistesse. Riso che copre di verde la terra Nebbia e farina sporcano mani Suono
di grilli che spegne la sera. Lenzuola stese, sudari in guerra Eco di neri rosari lontani L’alto campanile, sagoma fiera.
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sono secoli che lo conosco annego nei suoi occhi prima del tramonto il suo oceano ed il suo mare sono secondi di eterna grazia sorridendo, la paura che finisca. sono ore di lontananza quando si fa' buio le parole che viaggiano e se ne vanno sopra questo tempo, ladro d'anime.
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