Michela Bassi

Cornovaglia

Inghilterra A mio nonno  Stagioni  RICORDI DI GENNAIO   NOTTE DI UNO STRANIERO AL CHIARO DI LUNA   BRUCIO NEL VENTO  

DOMANI

FRAMMENTO SONETTO PER LA TERRA dedicato      

 

Cornovaglia

 

 Sabbia dorata sotto le dita
Un viaggio che forse è durato una vita
Il sole che grida alla luna lontana
I sordi rintocchi di quella campana
Vento gelato dietro le spalle
Un manto stellato che copre la valle
 
Un faro nella notte
Luci di città e salsedine 
Mille mesi ancora, per dimenticare
Un diario intero da riempire
Dieci milioni di distese infinte
L’odore di sale e pietrose salite
Lontane città di bianco e ginestre
Cascate di azzurro tra muri e finestre
Terra bagnata, crepe sul suolo
Gabbiani in un porto che prendono il volo
Tra taverna e banchisa vedo il mare brillare
Piccole barche, pescatori a remare
Giungere poi dove il mondo finisce
Le mani che sfiorano la nebbia che cresce.
 
 
  

 

Inghilterra

 

Ora chiudo gli occhi

Lascio il mondo per raggiungere

La sottile linea di seta

Tra il blu e il viola del cielo

Lascio il mondo per camminare

A fianco di rotaie che seguono

Brughiere

Sopra barche che accarezzano

Laghi d’argento,

sopra stazioni

di mattoni ed edera.

 

A mio nonno 


Passò la sua vita accanto ad un castagno
E quando provarono a portarlo via
Tornò sempre vicino al tronco nodoso e scuro,e pur essendo molto vecchio
 si ricordò ogni volta la strada.
Andava in guerra e scriveva poesie,
lasciava magia di un passato 
che era sepolto in cortile.
Il giorno della sua morte
Piovvero piccoli fiori gialli
E caddero come fiocchi i neve per ore
Ricoprendo le strade 
che non avevano mai visto l’inverno
Così che dovettero spazzarle
Per poterci camminare di nuovo

 

 

Stagioni 


Oggi raccogli dal campo quel fiore reciso
Spargi lacrime e sorrisi in autunno
Aspettando che germoglino in primavera
Domani all’alba si guarderà
Al di la del davanzale bagnato di brina
Tentando di indovinare
Se il sole seccherà la terra,
inaridirà il fosso,
farà cantare le cicale nel caldo d‘estate

RICORDI DI GENNAIO

Ti ricordi

Quando guardavamo dalle finestre

Aspettando la neve?

Pioveva ghiaccio

E attendevamo

Pregando il vento di soffiare più forte

E l’aria di gelare

Perché è bello vedere il bianco

Tra i ricami delle tende

E la condensa

Sul vetro.

 

 

 

BRUCIO NEL VENTO

Pianti nel vento

Con il fango sotto i piedi,

i capelli nel vento

l’umido del vestito nuovo

cammino nel vento

rimpiango la strada che brucia nel vento.

 

NOTTE DI UNO STRANIERO AL

 CHIARO DI LUNA

Cammino tra gli alberi di questo bosco,

ma tu dove sei?

Ti ho lasciato a casa,

con tutte le altre cose che ho dimenticato

tra la stufa e lo scialle di mia madre

Come ho potuto?

La risposta suona tra i sentieri che si percorrono

Senza scelta

Mangiando poco perché il salario è basso

Aspettandoti

Assetato.

 

 

 

 

 

FRAMMENTO

Parla, telaio di rete marina

Di guizzi e riflessi vesti l’estate

Di questa fortezza di ere passate

Scendine con me le scale in rovina.

 

 

DOMANI

Per ciò che è accaduto ieri e per ciò che accadrà

Per chi vive illuminato dalla luna e per chi non la vedrà mai,

per chi seguirà il mio cammino, ed incontrerà la mia pira.

Per trovare il sud

Senza perdere di vista il nord

Attraversando alture

Scavalcando confini

Mi perderò,

chissà se un giorno mi vedrete tornare.

Combatterò con innocenti

Appiccherò incendi sulle colline

Passerò dall’ombra alla luce

E chissà se tornerò.

E correrò col ventre a terra

Ricoperto di fumo

Consumerò, consumandomi

Quel poco d’aria che mi rimane.

Entrerò nel deserto

Vedrò grotte e minareti al chiaro di luna

Un paradiso perduto

Oblio e trappole tra la vita e la morte

Dalle moschee

Dai monasteri

Le montagne franeranno

Le città si svuoteranno

E chissà se tornerò.

 

 

 

 

SONETTO PER LA TERRA

 

Passeggeremo sulle alte sponde

Le cascine al tuo fianco riflesse

E le alte spighe, di grano bionde

Ci portano altre, vane promesse.

Il nostro respiro, grotte profonde

La forma dei passi sul fango tesse

Gelsomini notturni, care fronde

Nessun altro sembrava esistesse.

Riso che copre di verde la terra

Nebbia e farina sporcano mani

Suono di grilli che spegne la sera.

Lenzuola stese, sudari in guerra

Eco di neri rosari lontani

L’alto campanile, sagoma fiera.

 

 

sono secoli che lo conosco

annego nei suoi occhi prima del tramonto

il suo oceano ed il suo mare

sono secondi di eterna grazia

sorridendo, la paura che finisca.

sono ore di lontananza quando si fa' buio

le parole che viaggiano e se ne vanno

sopra questo tempo, ladro d'anime.

 

 

 

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lontani

L’alto campanile, sagoma fiera.

 

dedicato

 

sono secoli che lo conosco

annego nei suoi occhi prima del tramonto

il suo oceano ed il suo mare

sono secondi di eterna grazia

sorridendo, la paura che finisca.

sono ore di lontananza quando si fa' buio

le parole che viaggiano e se ne vanno

sopra questo tempo, ladro d'anime.

 

 

 

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