Mirko
Righetto
per contattare l'autore: eatlife@libero.it
Come quella fila d’alberi,che da qui puoi vedereimmobileattraversare questo paese, io sono senza difese.
In balia del senso di dovere offrire riparo alle creature nella notte del predatore quando, tra le mie fronde tali e quali a me che certo di non essere visto, sono senza difese. Come le mie radici profonde tra acque gelide e velenose e così sono impotente, malgrado le crudeltà che avvengono proprio qui di fronte.
Immobile, attraverso questo paesetappezzato di delitti, senza difese.
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So di aver viaggiato. Per arrivare dove, quando piove chi ha un ombrello lo tiene aperto posato a terra, come un’enorme scodella.
So di aver viaggiato. Qui di fronte al sole si giudica l’intenzione, non le persone.
So di essere cambiato. L’esperienza costa caro; quando è positiva ti avvolge come il calore mentre, se negativa ti uccide piano, spesso per tua mano.
Gli ambienti, non le persone trasformano le cose da cattive in buone.
So di essere arrivato. E ciò influenza ogni situazione da cui le persone si spostano illuse; di mutare colore, di sfuggire al predatore.
So di aver viaggiato. Io sono nato altrove.
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Quando quassù il sole si scosta ogni stella può ed allora si mostra. Ogni qualvolta laggiù s’alza il sipario le stelle possono e così appaiono.
Questa sera un uomo lascia il teatro e volgendo lassù avverte l’enorme e crescente divario; il palcoscenico ed io seduto quaggiù.
Sotto un cielo come questocome si può uccidere? Sì per amore delle stelle è lecito spegnere il sole, sì per amore della notte il cielo, il giorno altrove la notte incontra l’uccisore che, lacerato l’enorme sipario, recita alle tenebre l’agognato splendore. Sì per una notte come questa è lecito spegnere il mondo.
Sembra essereTi è sembrato di sentir piangere;ed eri tu.
Osare significa fare non pensare; inchiostro di cobra si vive per scrivere.
Ti è sembrato di sentire amore; ed eri tu.
La loro storia avrà il nome di tutti i bicchieri che vuoterà, chi darà un nome ad ogni brindisi che verrà.
Ti è sembrato di scorgere un difetto; ed eri tu.
Ostinandoti tra varie pezze e vani castighi, scintilla in un fienile carico di desiderio, bruci di una semplicità gonfia d’intrighi ed il danno che provochi fa di te il meno serio.
Ti è sembrato di sentire un brivido; ed eri tu. Tuffandoti fuori da questa realtà;puoi morire o esser dato per disperso.
Mentre l’ebbrezza avanza nella mia bocca mai stanca, mi è sembrato di sentir ridere; ed eri tu. Ma ho il terrore di rileggere ciò che ho voluto scrivere, perché mi è sembrato di sentire; ed ero io.
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Il male peggiore
Molte volte l’altra gentemi ha dato dell’incosciente, mentre gli amici si preoccupano che possa ammalarmi ora e sempre.
Ogni giorno la prognosi si fa più dura per un miracolo sull’orlo della sventura. Ma loro non sanno, che da quando sono nato io convivo con la malattia peggiore che ci sia; Me stesso.
Il male peggiore è che oggi a tutto c’è rimedio. Sono sempre più rari i momenti in cui un uomo non può più tirarsi indietro, ma non perché sia ormai troppo tardi, ricorda che a tutto c’è rimedio; sfortunatamente scarseggiano gli uomini.
La morte non è il peggiore dei mali; c’è chi ancora rincorre la gloria, c’è chi è costretto a vivere. L’incoscienza scrive la storia.
Il percorso del mio sguardo, è in ritardo rispetto al dardo. Ciò che gli sfugge sono piume, mentre la scura sagoma scivola verso il basso fino a toccare il fiume, dove l’acqua non riuscirà ad ingoiare il fagiano veloce che io mangerò piano, sorseggiando buon vino dal fondo amaro. Mentre vedo freccia, mutata in pinna fuggire sul fondo e ruotare squamando, sento madre natura pulsare tra le chiare acque del fiume che ora taglio con braccio feroce.
Non sfuggirà al mio arco di morbido faggio, che tra le gelide onde si fa duro spillone, l’improvvisa chimera che enorme si staglia tra me ed il chiaro fondale che mi da coraggio.
Il percorso del mio sguardo si perde tra luci e diverso intervallo. Penetro in lui ma non posso afferrarlo, mentre scorgo la preda salir sull’erba e tra questa fuggire in rinnovata chimera.
Esco dal fiume come da un sogno, nella mia mano la lancia che ora voglio, ciò che rincorro tra terra e cielo, ripara tra mezzi boschi coperto di pelo.
Il percorso del mio sguardo si smarrisce tra le fronde, mentre il mio grido s’arresta di fronte allo spettacolo del corpo di un uomo che, trafitto nel fianco dibattendosi annega, tra uno sbatter d’ali che non scorgo volare all’imbocco di un sentiero, tra umano ed animale nel quale ora finalmente io mi posso inoltrare.
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JFK
L’unica cosa che rende difficile questo luogo è la mancanza di spazio, ma non sono loro. Il presente è quel fiume, il passato quel ponte ed il futuro questo sasso.
I pesci tropicali si lasciano guardare,non fuggono malgrado quel sasso. Li osservo da questo ponte da dove, chi cerca certezze avverte il bisogno di mangiare.
Una fetta di burro significa aver voglia di volare da quella finestra, dritto in bocca alla mia testa.
Immensi silenzi, viscere coraggiose su, parlate ora! prima che il duro strale attraversi la piazza per colpire colui tra noi che sa di dover morire.
Quando fa freddo è la cosa migliore, ma bere per affogare è un grave errore; i guai imparano presto a nuotare. Ed io soltanto sotto la pioggia riesco a non pensare e mio malgrado, risalgo il fiume dal greto di morte ricoperto.
Mulini al vento
Oggi sto lasciando perché questo gioco non fa per meed il girare attorno alle cosemi storpia anima e cuore.
Quando i cuccioli dormono nella culla non temono lo spillone d’argento, ma ora che i grigi ferri hanno tessuto un variopinto tormento, se ne vanno scomparendocome mulini al vento.
Camminando e dormendo mi volto di scatto e dal mio sonno son desto, ma nulla appare agli occhi miei, neppure Bacco illumina l’estro; superato in velocità dalla vita, tradito da un tempo troppo lento e se qualcosa rimane, di quei mulini al vento resta chiuso dentro di me.
La sensazione di un’elica che lentamente gira qui sopra la mia testa, per poi tornare a caderenel silenzio che resta.
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Siedi e fai come ti dico;incrociando i polsipoco prima delle ginocchia ruotali all’insù,gomiti sui fianchi, non premuti ma stanchie piedi ben piantati giù.
Il palmo delle mani è verso l’alto e tu verso di me lasciati andare, cosicché io ti possa afferrare.
Il sangue percorre la via dei polsi soltanto per riflettere sui suoi trascorsi.
Se sei una persona di terra, incontrando l’acqua, ti chiamerai fango; dove ogni cosa lascia un effimero stampo.
Se incontri il vento, sarai pelle al sole; morbido deserto d’onde ricoperto.
Incontrando me che sono aria; alzati e vola che oramai è tempo.
Entrando nel fuoco che tuttora mi respira lo attraverso come un sogno, una notte soltanto. Stregato dal suo caldo e fragoroso silenzio vivo coltivando fiamme con l’istinto di quando, non ti ho mai chiesto di essere mia completamente, soltanto di farmi sentire come lo fossi veramente.
Sono cresciuto pensando molto ed amando la terra,nascondendomi in lei ad ogni cenno di guerra.
Quella donna modellata nel fango rifugge il sole perché le sue ginocchia sanno ben amarsi ed amare.
Quando la terra incontra l’aria il tempo si posa, per far breve la vita è giusto io colga qualcosa; sia oro come terra oppure soltanto una rosa.
Come gli uominiIo non sono colui che falcia l'erba nei prati di dio, cavalcando macchinari pensati dall’uomo nell’infernale baccano voluto dal diavolo. Io sono colui che ne soffre…
Io non sono colui che gestisce i danari dell’uomo, rinchiusi nei forzieri di un’improbabile chiesa di dio nell’abominevole sistema bancario genio del diavolo. Io sono colui che ne soffre…
Se il topo e la serpe vanno a braccetto nel sole rosso, chi ci rimette non è soltanto la rana. Così esplode la rabbia, Che furibonda mi scaglia contro tutto, tutti voi e me stesso.
È sufficiente il relativo bagliore di una sola fiammella per trasformare il semplice buio nella più profonda tenebra, Perché l’uomo è il pane che indurisce se non riceve calore. Le donne sono come l’acqua santiera nelle chiese all’indomani d’ogni domenica; qualcuno la possiede, sebbene tutti ci mettano le mani. Mentre fan testo a parte coloro che son chiamati buoni; nascono, non vivono, ma muoiono proprio come noi uomini.
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Giorno e notteOra è giorno perchéun gattino bianco, malgrado fiducioso s’intrufola in quel crepaccio lungo e tenebroso, tra una miriade di giovani sottili peli biondi che si protendono verso il mio cuscino nella lusinghiera luce del mattino.
Quando il sole striscia sul mio usciosemplicemente la notte non è più.
Il cacciatore
Nella mia preistorica esistenza sapevo volare lo ricordo bene, tra terra e cielo non c’era mistero ero la cosa più bella del mondo intero.
Oggi la storia è tutto ciò che resta; come ad un uccellino preso nella rete,tra i vignali di questa campagna,un cacciatore mi ha schiacciato la testa.
Ora sono qui, senza cielo solo terra mentre raduno idee e poche piume provo a spiccare il volo.Dunque è questo il cielo dell’invidia, armata di fame e di uno stolto cane si nutre d’ali ma non sa volare; che a certi mali non c’è rimedio è vero, come all’ignoranza di chi ne va fiero. La mia testa schiacciata e poi il mio cervello perduti, come l’anima di chi non ama il bello.
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Mi accorgo di averti vicino
Fammi sorridere
Come sorride un bambino
Sai non mi dispiace affatto
Tu mi dia del cretino
Solamente io sento sempre di più
Già mi chiedevo chi mai fossi tu
Continuando a camminare
Lungo un borgo antico
L’ora è quella giusta
L’ora delle favole e se ci credi
Semplicemente di me rimarrà niente
Mi accorgo di averti vicino
Fammi sorridere
Sorridere come un bambino
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Zitta felicità, sorridi tristezza Perché parlo ancora di te Da quando i dolci ricordi Sgualciti, traditi Lasciano intravedere quello Che c’è dietro, come di vetro E l’illusione di pienezza nella mia mente Non ha portato a niente se non Ad un vuoto scavare In strade buie io cammino E questa via si chiama destino Finche vinto da noia e dolori Per un migliore delirio venderò i miei colori Poiché i miei occhi non vedranno mai Quella luce sempre all’ombra dei guai Ed è questo quel mio vuoto scavare Mentre nell’anticamera della disperazione Milioni di persone pronunciano il mio nome Io salgo scale che non hanno dove Apro porte che non portano altrove Scrivo canzoni a cui nessuno darai mai un nome Nessuna voce, nessun suono, nessun rumore Solo un lento e vuoto scavare La pesante armatura che mi avvolge Sale la strada che porta al nero castello Sul mio cavallo morto sotto un nero mantello Ma il mio pianto non copre L’incalzare del mio vuoto scavare E tutti giocano per un premio Che nessuno ha mai vinto Quando il vuoto scavare suona come Una canzone senza né aria né parole Se non l’inesorabile incalzare Di un vuoto scavare
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Molta gente si vive la parte Dell’inguaribile cuore spezzato Non conoscono il piacere dell’avventura Mentre dentro ascoltano una voce che dice "Sei grande" Ma non può essere così Non può proprio finire qui Ed è allora che è vitale buttarsi Anche se pochi credono tu possa farcela Qui è vitale buttarsi Per il benessere del corpo e della mente Io percepisco messaggi, messaggi di solitudine Sei straniero in casa tua, l’insoddisfatto in paradiso Mentre cerchi la scusa per andare Hai già un’altra lasciata a cui brindare Ci sarà qualcuno che ti preferisce ad una notte buia e sola Incluso io Qualcuno che conosce un modo migliore per finire una canzone Incluso tu Ma non può certo finire qui Non puoi buttarla via così Ma stasera sono fuori gioco Non ho proprio più scuse Un’altra lasciata su cui brindare Propositi in fumo |
Non per cambiare il mondo Ma ricordiamoci di chiedere Scusa qualche volta non a dio cosa conta!? Scendiamo dall’auto entriamo in quel bar E cerchiamola anche là un po’ di felicità Non possiamo perché non lo vogliamo In tempi in cui droga ed incidenti D’auto sono diventati la nuova selezione Naturale morire fa molto meno male Abbiamo voglia di picchiare Sballare oppure amare?? Io cerco di capire se Cederà prima il mio fegato Oppure il mio cuore Così scrivo per forza E per amore Le poesie non sono Scritte per tutti e quanti Perciò astenetevi ignoranti Andate e tornate ubriachi Con le lacrime agli occhi Forse allora capirete la differenza Tra vivere piano morire sano E vivere veloce morire precoce Liberate la cagna la troia ubriaca Che giace sotto il campo di grano In paese i villani piangono i loro Cari e congiungono le loro mani In cimiteri simili a bordelli Impeccabili e troppo umani Troppo belli E voi del mare Il pesce nella vostra rete Non placherà la vostra sete Tornate a bruciare le streghe nel rogo Difendendovi dal brivido con il fuoco Persi in un labirinto di dette regole Tutti sapete dirmi cosa non devo fare Ma nessuno saprebbe invece dirmi cosa fare Iniziate a camminare verso il mare E poi correndo urlate quando l’acqua Inizia ad entrare liberando il mondo Dal vostro pregiudizio universale La differenza tra giustizia e legge È esattamente la distanza che ancora Separa l’uomo dalla puttana perfezione Non bastano le ali per volare Disse il cielo rivolto al mare Ma ecco che finalmente mi assale Quella sensazione di benessere e menefreghista Soddisfazione arriva al suo culmine dove Stanca giace su di una punta di malincuore Pago cara ogni fetta di vita mia A volte mi trascino con stupore
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Io mi sento così disperatamente felice Tutto è invitante perché l’indole non si tradisce E’ difficile aprirti a ciò che sento Ma devo rischiare all’alba di un nuovo pentimento Certe persone non mi meritano ti viene da pensare Ma poi è il momento di fare i conti con il cuore Non so se questa malattia un giorno mi ucciderà Ma so per certo che non mi cambierà Mi manchi equilibrio la notte non si ferma malgrado sia giorno Posso vederne la luce attraverso il vetro della mia auto tutt’intorno Il mio equilibrio sta tutto tra la fine dell’una e l’inizio dell’altro Così la mia depressione è pura nostalgia di una perfetta definizione Ora che il passo è fatto non sono più solo Un sorriso di approvazione per me che ora volo Una complicità assassina sempre più contagiosa Ogni cosa è temporanea quando diventa rumorosa Mentre ciò che penso non porta mai ad un’idea silenziosa Temo davvero che noi si viva una volta sola Non so se questa malattia un giorno mi ucciderà Ma so per certo che non mi cambierà Mi manchi equilibrio la notte non si ferma malgrado sia giorno Posso vederne la luce attraverso il vetro della mia auto tutt’intorno Il mio equilibrio sta tutto tra la fine dell’uno e l’inizio dell’altra Così la mia depressione è pura nostalgia di una perfetta definizione Bagno di luce per te questa sera sarò là quando ne sarai abbastanza piena Comincia a muoverti anche se fosse volgare Voglio che tu riesca a toccare l’animale Non temo che il contatto faccia un po’ male Sono pronto a soffrire purché non sia banale Non mi interessa se qualcuno ne morirà Non importa se io sarò morto domani perché Mi manchi equilibrio la notte non si ferma malgrado sia giorno Posso vederne la luce attraverso il vetro della mia auto tutt’intorno Il mio equilibrio sta tutto tra la fine dell’uno e l’inizio dell’altro Così la mia depressione è pura nostalgia di una perfetta definizione |
Da qualche parte oggi brucia un sogno Con un pò di dolore come capita a me Quando brucia un sogno Sogni infranti mi sveglio su sogni infranti Riuscirò a riscattarli con un nuovo giorno Né troverò tanti troppi ed esaltanti Vivere e bruciare come i sogni mi aiuterà questa volta Quando brucia un sogno migliaia di occhi lo possono vedere Quando brucia un sogno allora tutti lo possono toccare Da qualche parte un uomo brucia un sogno Anche oggi brucio un vecchio sogno Per non morire di fredda illusione Da qualche parte anche oggi brucia un sogno Con un pó di dolore come capita a me Quando brucia un sogno Ogni notte alla luce dei miei sogni la candela scende Svegliami tra migliaia di sogni in frammenti Tizzoni ardenti ne troverò altri nuovi ed incoscienti? Quando brucia un sogno migliaia di occhi lo possono vedere Quando brucia un sogno allora tutti né possono godere Così anche oggi brucio un sogno Per potermi addormentare al suo calore Per potermi addormentare e riprendere a sognare Continuamente cerco sogni da bruciare Per non gelare nell’inverno della disillusione Da qualche parte qualcuno si addormenta Da qualche parte quest’estate l’ultimo mio sogno Da qualche parte ora arde l’ultima fiammella Da qualche giorno un sogno brucia non è finita Perché la vita è una candela ed i sogni le danno la fiamma
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Tu non sai quant’è profondo il mare Tu non sai quant’è lontano un dio Tu non sai quant’è fedele il male Tu non sai quant’è distratto dio Quel che è peggio è che Faccio del mio meglio Nella commedia del continuare Nella finzione dell’amore E sono sovraccarico di emozioni Date da scelte pilotate Ogni azione porta ad una reazione Perché è vero che tutti abbiamo un cuore Se il paradiso è il primo sogno di dio Sotto la cenere l’inferno è il brusco Risveglio proprio qui dove mi trovo io Sotto la cenere continua a bruciare Sulle mani posso sentire il calore Io Adamo so che tra Eva e dio Nacque qualcosa tra i meandri del giardino mio Ma io sono bugiardo sono bastardo Sono stronzo ed anche codardo Quel che è peggio E’ che do il mio meglio Sotto la cenere il fuoco è sveglio Come in una foto di gruppo mi nascondo Dietro a qualcuno sullo sfondo Per non doverti parlare di quel che Giace in fondo a quel mare Ogni azione porta ad una reazione Perché è vero che portiamo rancore Se l’inferno è non c’era prima di dio Il paradiso è un salto nel vuoto compiuto Da un innamorato che si è poi ricreduto Sotto la cenere continua a bruciare Sulle mani posso sentire il calore Io Adamo ho cacciato dal giardino Eva e dio Quando loro tradirono l’amore mio Perché sono bugiardo sono bastardo Fanalino di coda rotto e codardo
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Sì le cose stanno proprio come sembrano Questo buon diavolo non può mentire Non puoi vendere tutto di te stesso Rabbia e fantasia sono articoli da capire So bene dove mi trovo ora La mappa è da sempre nelle mie mani Mentre tutto ciò che ho lasciato sembra irraggiungibile Quel che resta è la voglia di andare E c’è qualcosa nel suo sorriso Che risplende e mi protegge Nella città della gioia molto lontano dal paradiso Troppo debole per andare oltre Affetto da una qualche nuova malattia Il mio corpo dovrà forse morire Fuggire sapendo che non c’è altra via O avrà un posto dove dormire E così sognare con la mia fantasia Di essere protagonista di quell’azione Che mette me al centro dell’attenzione Evitando abilmente la perfezione In overdose da indecisione adesso Non so cosa scorra nelle mie vene ora Quando all’orizzonte della gioia Vedo già le torri le mura Così continuo alla fine non c’è più regresso Sarò curato ed amato alla prima via di fuga E c’è qualcosa nel suo sorriso Che risplende e mi protegge Nella città della gioia molto lontano dal paradiso Troppo debole per andare oltre Affetto da una qualche nuova malattia Finalmente sulla soglia dell’enorme portale Quando la sentinella riconosce il mio male Di fronte a me lo scopo del viaggio Dentro al cuore ancora abbastanza coraggio Per capire che abitando nuove strade città e case Tra le alte mura nuova gioia non saprei portare Ho percorso si la lunga via che porta all’amore Ma riconosco ancora in me il pellegrino del dolore Ed ora so che in paradiso non si va per pregare Mentre in me cresce la paura di dover rinunciare Nella città della gioia molto lontano dal paradiso Troppo debole per andare oltre Affetto da una qualche nuova malattia
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La mia fissa la migliore
è starmene chiuso in una stanza
Qualche poster alle pareti
muri bianchi è quanto basta
So che oltre esiste un mondo
e sarebbe una speranza
Pensare che fuori ci sia gente
che mi cerca e non sa far senza
Ma nella mia vita ci sono tante paure
Che a volte no non so proprio spiegare.
Sguardi che pesano e non mi fanno mangiare
Bocche che mi cercano per potermi parlare.
Ma non saprei che dire meglio non farsi trovare
Ho paura del mondo e di quel che può fare
Vorrei sapere cosa fare con chi posso stare
Vorrei sapere cosa fare quando mi verranno a cercare
Io dico si mi alzo e sono pronto ad andare
Ma ci sono cose che non so mai controllare
Tanto veloci da non riuscirle a fermare
Ci sono donne a questo mondo
Così belle ed impossibili da avere
Uomini che ogni giorno portano
Sulle spalle lavori enormi con orgoglio
Sguardi pesanti che non riesco a sostenere
Mani ruvide che stringono cose più che mai vere
C’è un mondo lì fuori
Che ci prova anche senza di me
Io ne ho fatta qualche sporca
E ne ho una o due da recriminare
Troppe donne che non ho potuto avere
Molti uomini che non ho saputo amare
Ma io vorrei avere tutti con me
Esser presente quando tutto sarà andato
Ma nella mia vita c’è sempre un momento
In cui lascio andare tutto per il troppo spavento
Mostri e paure che quando chiudo gli occhi
Non si arrendono e mi vengono a cercare
Vorrei sapere cosa fare con chi posso stare
Vorrei sapere cosa fare quando mi verranno a cercare
Io dico si mi alzo e sono pronto ad andare
Ma ci sono cose che non so mai controllare
Così brutte da potermi spaventare
Vorrei sapere cosa fare con chi posso stare
Vorrei sapere cosa fare quando mi verranno a cercare
Io dico si mi alzo e sono pronto ad andare
Ma ci sono cose che non so mai controllare
Tanto veloci da non riuscirle a fermare |