Narcisa Trapani 1-2
Al ritorno (raccolta di poesie) |
I II
Le nostre ombre ci cercano Questa notte crepitìi lontani siamo andati via fermano il sonno divino forse il tuo corpo giace appiattiti al terreno respirando grandi silenzi. Senza ricordi. III IV Il senso volgare intimidisce gli occhi non parlano la purezza di sentimenti vivi guardano come telescopi se non ami come raggi laser non t’importa. entrano in profondità. I II Orientati a disorientarci quelle mani erano le mie in queste vie affollate nude di amori sconosciuti di curve pericolose forti di nuove cadenze. non segnalate: the war. Quasi un gioco fra le dita Strane lingue incrociate &nbssp; per comprendere sfiorando oggi si scontrano. tutta quanta la mia vita.
III IV
Quest’anno sarà tutto Come scivola l’acqua all’insegna dell’ottimismo sulla salsedine dei vetri l’ho sentito dire oggi un rumore dolce mi scorre mentre crollano le certezze sulla pelle stanca. mentre si fermano le menti Gli ulivi non parlano mentre provano a sparare. mi guardano scuotendosi. I II Perché ti ho amato L’inquietudine dei tuoi occhi, quando ti ho amato, ragazzo che fuggi da tua madre, non so dirlo. da un grembo lontano, come ho forgiato è cosi giusto il tuo andare, il tuo viso sognandolo non pesa al mio bivio mi è oscuro. di donna antica, ancora ho forse dimenticato sto a guardare in silenzio cosa costa l’amore? l’evolvere della tua vita. III IV Se parole senza volto Strisciano fra l’erba s’ incrociano non vuol dire passivi istrioni da poco, che non vadano al fondo nessun ritegno e pudore dei meandri dell’anima. nelle parole inutili. Questi casuali incontri Si rivoltano i mari pigiano forte e scuotono sprofondano isole solari, anche i mari più nascosti. pioggia battente incalza Mille brezze insieme. dalle bocche insapori. I II Accetta il candore Il castello incombe Che ascolta piano, al mio risveglio, non chiedere prima sulla roccia perché chiedere da me sconosciuta costa far finire poi alle spalle il fluire naturale del mio mare, del pensiero. Fra gli ulivi sparsi Aspetta nel sale bianchi Iris caotici di un silenzio affannosamente forzato dalle cose. rifioriscono. III IV A torto o a ragione La vela al largo non ricordo il profilo trascinata dal vento delle nostre ombre di scirocco, al sole d’agosto oggi si fa guidare quando accecante senza virare di molto, non si sentiva conosce quel vento fra scogli complici, che sfinisce il mare Vulcano dopo il mare che fiacca le braccia era un guardiano. che sa come vincere.
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