Nino Castelperla

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Coriandoli  La schedina Il funerale Il vento Vorrei… Nostalgia Tripolina

 

Il funerale


Procedeva lentamente per la via
il mesto corteo del funerale
per la morte dell'anziana zia
dovuto ad un male tumorale.
Di mogano lucente era la bara
ricoperta da olezzanti rose
e gli astanti facean tutti a gara
nell'emetter note lamentose.
Finalmente davanti al cimitero 
fra pianti e condoglianze varie
si sciolse quel corteo, triste invero,
fatto di persone milionarie.
Ad un tratto successe sul più bello
che la bara di colei ch'era spirata
prima d'esser posta nell'avello
dal nipote dovea essere baciata.
Nell'interno allora d'una stanza
apriron la bara, della poverina,
e all'irruzione della Guardia di Finanza
risultò ch'era piena d'eroina.
Fuggiron tutti allor all' impazzata
cercando scampo in una corsa mera
ma finiron meschin, nella retata
per scontar il loro fio, in galera. 


Coriandoli 


Quando silente sul creato
il manto nero della notte, cala,
per l’empireo lo sguardo mio beato
a volte vaga sul pensier dell’ala.
E  le stelle intravedo in quei momenti
come occhi lucidi di pianto
e del passato scorgo quei frammenti
che si riflettono in quel nero manto.
Della mia vita sono quei brandelli
che scorrono tra un olezzar di fiori
e mi mostran quei volti tanto belli
dei mieun olezzar di fiori
e mi mostran quei volti tanto belli
dei miei adorati, cari genitori.
Pel desio, infine della sorte
come coriandoli sfarfallano leggere
e s’adagiano come foglie morte
per un sadico ineluttabile volere!

 

La schedina

Schedina mia dannata
son anni che ti gioco
ma la Dea Bendata
a me ha concesso poco!

Da sempre poverino
con la mia bella amata
mi reco al botteghino
per farmi la giocata.

Con queste mie illusioni
mio Fato tanto avaro
io sogno i miei milioni
ma il risveglio è sempre amaro. 

Allora una vocetta
per queste mie vedute
mi dice: - "Dammi retta,
pensa alla salute!


Il vento


A primavera l'alitar del vento
piacevolmente ci lambisce il viso
e in quel lieve contatto, allora sento
la frescura ideal del Paradiso.

Col trascorrere delle giornate
il venticello da moderato passa al teso
soffia in malevoli folate
che traballar le cose, fa di peso.


Poi di colpo, dal nulla par che nasca
una tremenda gelida ventata
che tosto trasformarsi va in burrasca
e come folle corre all'impazzata.

Col tempo che avanza bene o male,
il cui passar segnato è nel lunario,
si trasforma il vento in fortunale
cambiando l'esistenza in un calvario.

Nei mesi invernali è proprio un pianto
si scatena in terribile uragano
che ogni albero sradica con schianto
ed ogni aiuto uman, risulta vano.

Non c'è principio senza fine
come non c'è trapasso senza nascituro
così il vento, finalmente incline,
tornerà ad alitar dolcemente, di sicuro!

 

Vorrei…

Vorrei potermi librar nell'infinito
per esplorare l'immensità del cielo
ed imbevermi della luce adamantina
che è la cultura dell'uman sapere.
Vorrei potermi addentrare in altri mondi
disseminati nell'estension dell'universo
per abbracciar quell'entità eteree
e capir l'acquisizioni del sapere loro.
Vorrei concretar il desiderio che m'assilla,
quello d' incontrar nell'empireo, Iddio
per supplicarlo d'infonder nelle genti
quell'amor e quella pace che di sete ha il mondo! 

Nostalgia Tripolina

Nella notte divina, stellata 
la luna, coi suoi raggi d'argento 
bacia pian la città addormentata 
mentre il lieve frusciare del vento 
con il dolce stormir delle fronde 
quale voce sommessa, velata 
tra l'odore salmastro dell'onde 
canta lieve la sua serenata. 
Sogni d'incanto, pien di malie 
Tripoli dorme tra il bianco candor 
e dalle aiole delle tue vie 
lieve s'innalza l'aroma dei fior; 
i minareti, tra ciuffi di palme 
contro il celo occhieggiante di stelle 
s'intaglian snelli tra l'ombre calme 
e a lor, sussurran melode belle. 
Del gran Castello l'ombra silente 
scivola tremula giù, verso il mar 
e come cosa palpante, vivente 
placidamente si lascia baciar 
mentre lentamente nel deserto 
nella penombra triste della sera 
vaga la carovan con passo incerto 
fra un lento cor di mistica preghiera. 
Dell'ombre barcollanti per la via
stanche s'aggiran pregne di dolor
e s'inginocchian con triste nostalgia
ai piedi d'una chiesa tutta d'or,
è l'ombra di povere bambine
che nella loro attesa delirante,
costrette a star lontan dalle mammine
pregano Iddio col cuore lacrimante.
Atroce un senso di malinconia
piccole bimbe inonda il loro cuor
e pensano sovente la loro terra pia
che han lasciato con gran dolor
dove le attende il puro e sacro amor
dall'adorato volto lacrimante
il grande amore della mamma lor
che sentono ognor, sempre più grande. 
Ti sveglierai Tripoli festosa
ed in quel giorno alle bimbe stesse
tu porgerai una fragrante rosa
che in se racchiuderà mille promesse;
e l'alma loro, ingenua e bella
che l'amor sentian mancare attorno
lo rivedranno, qual fulgente stella
brillare nella via del lor ritorno!


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