Odi soave delle onde il bacio in canti di placidi notturni. Di manto fiorito la tua veste cingi di tramonti e valli: bacche di ginepro ne fan corolla pur di brina la tua chioma. Or dove le tue grazie? Forse scoscese rupi o tenebrosi lembi di meste ricordanze? A te silenziosa le acque dell’aurora pur che degli agri brumosi il pianto. Alito vermiglio, colli d’eliso, lenzuola di luna su letti di sabbia: del mare la madre un abbraccio.
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Dove sei mia stella, mio decoro? Le segrete valli pur non sanno e il mirto odoroso più non dura. O luna piacente che agli amanti arridi, deh rendi a me face del sentier perduto. Mesto il cuore a lei promesso, di lacrime e zaffiri il mio giaciglio.
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Quale rosa aulente ti ho amata sì dolce era il vestirsi di tua corolla. Petalo d’infinito e mite vento… tu sirena, amaro strale m’hai reso.
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ADDIO
E quando d'un ultimo gemito il cor rapito allor che tra spire di fuoco il sole in fuga, tu, lontana struggente, mi bacerai. Guarderò nero il tramonto di vani sospiri in fiotti d'acanto per te, per me odorosi. Per bruma di strazi mestosi e urla d'indomito schianto: tra sorsi di nubi ferali ancor che mirando m'appresto. Oh come mite il vento che fu, così vorrei i tuoi vezzi saggiare più che di selva il meriggio fatato. S'alza il suono di mille destrieri di manto fatale un monito nero: erba mielosa e placido stagno, d'aurora un germoglio accolga il mio pianto.
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NON
SO
Dimmi, o silenziosa, per quali vie anima conforti e mite di ori il cuore inebri. Allorché sopito il senno e di nero manto natura ricopri, tu tacita trascorri. Di delizie giungi in festose danze, regina d’infinito coronata stelle ammirano; per scettro la memoria d’antichi sospiri, nebbia consolatrice, afflato d’abbandono. Docile, in te la mia perdizione. Tormenta inebria di rapide blandizie, fuga d’Oriente invitta assale. Fervida luna amore invita, vergine sposa le tue acque bere: nell’argenteo talamo inusitata dimora.
Del mare stella in abito di luce onda silente culla d’oblio. Brezza cordiale effuso silenzio di rapido bagliore di ansie e ascesi; luna ridente magie inebria immemore dardo le acque solcare. Sete di mondo aduna festosa creatura fatale di gemiti purpurei: ventre marino di bruma una schiuma, olio d’acanto in te penetrare. Così di coralli alga cinta sopito il cuore, pago il senso: alba d’argento membra d’azzurro, in te riposo anima d’Oriente.
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NOTTURNO
Di grazioso manto coronate stelle d'Oriente una terra di magie invade, luci tremole d'antiche memorie e brezza d'autunno nel mio pensiero. Tenera madre il suo bimbo cullare oblìo di vita dolce sentire, d'intimi sapori pervade la casa e di smeraldo canto natura corteggia. Vermiglie gote di vergin fanciulla come fresche distese d'erba gioviale, umile carezza di sogni donare recondito un palpito amore concede. Caldo abbraccio di rosa vento Sei qui. Ancora.
TU
Candido fiore di gioie rilucente, frutto mai rapito e di dolcezze avvolto; quale albero generò il tuo vigore e quale linfa il tuo candore nutrì? Sei figlia della primavera e mai conosci l'oscuro inverno che tutto annienta. Dalla pioggia persino corteggiata e gelosa all'erba le sue gocce neghi. Perché mai ti diletti di tali capricci? E' forse avara di doni la natura perché tu nulla concedi? A breve il tuo esser madre, generosa come terra tardi non verrà. Vedrò allora come foglie i tuoi occhi e come rosa sentirò il tuo corpo: di seta le tue labbra come petali bacerò.
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NOTTE
Nella notte dal silenzio avvolto io giaccio; la brezza mi sfiora e odo il tuo cuore parlarmi. Le sue parole come luna mi cullano, tenera la tua mano affonda nei miei capelli e come generoso miele il tuo seno offri alle mie fatiche. Pavido a te mi stringo perché sento la vita, il pensiero delle cose rende ancor grave il mio fardello; che hai tu da offrirmi se non amore? Siamo forse stelle che temono il nuovo giorno? Donami la tua luce perché ne possa fare lucerna al mio cammino; l'arcano della tua femminilità non nascondermi, perché vi possa trovare l'oblio. Intanto fresca vieni a me come l'aurora che a breve ci attende: dove saremo? CONOSCENZA
Stella del mattino a destar sentimenti e fresca rosa il cuore inebriare. Immondo tormento la mente imbriglia, sferza silente, indomata voluttà; di atro inganno il viver s’adorna ma serenissima quiete, vigoroso silenzio e luce di mistero e fede: a ciò dunque l’amarti conduce. Blanda selva per tua dimora, manto gioviale il tuo giaciglio, remote le terre dell’avido dissidio. Crudele d’illusioni un vomero l’anima piaga: è forse ancor lontana pure la tempesta? Agli erranti tu servi rifugio e ai miti delizioso desco offrire non disdegni: poiché cuore di madre i tuoi figli amare e mistica via alla luce elevi.
LAGUNA
BLU
D’arancio tramonto vellutati colli, grembi di madre tenere le valli. Sposa d’Oriente bellezza infinita, di verde amplesso passione effondi. Di vergin grazia le tue acque bere, caldo oblio del seno gustare; d’incanto una spiaggia il sole invita e di sensi bramoso il corpo avvolgi. D’amore e di candori donna avvezza, avide labbra d’umido sentire. Foglia di vigore e tenera siepe, d’oro la sabbia e di musiche tinta; appaga generosa come oasi la pelle, le membra sazi di gemiti furtivi. Di vita un palpito generi sereno, immemore amante a te mi concedo.
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