Sotto le mura di Troia
I
Siamo ancora noi
sotto le mura di Troia
a cercare antidoti alla morte
a tentare sortite
a trarre profitti dall’inganno,
sempre pronti all’assalto
per far entrare il nostro cavallo
entro le mura.
II
Dopo l’oltraggio fatto a Crise,
sacerdote d’Apollo,
il dio ci rifiutò qualsiasi vaticinio. Così ora la nostra azione
continua all’ombra di parole
non ancora decifrate,
cercando nuove persuasioni
tra i puntini dell’eccetera.
III
Si può come Odisseonel suo lungo viaggio
chiedere ospitalità per poter proseguire. Oppure come i Féacidare ospitalità
per aiutare a proseguire.
IV
Che serve parlare ancora degli eroi
delle loro gesta
della contesa degli Atridi
quando ci siamo dimenticati
il vecchio Tiresia,
il suo senso di pace
di giustizia
il suo amore per la patria
per gli dei
per gli uomini,
e ci aggiriamo inquieti
guardinghi
temendo l’inganno, e,
se vediamo una finestra aperta
la riteniamo la via
della nostra evasione.
V
Cercavo una soluzione
sulle rive dello Scafandro
nei segni di vita
che ci circondano.
Ero calmo.Guardavo il campo
in un momento di tregua
i preparativi per un nuovo assalto
la sepoltura accompagnata da un ricordo
dei compagni uccisi,
e inseguivo un pensiero
in tutto quel movimento:
l’ipotesi d’una morte
e d’una giustizia.
Menelao inquietosi tormentava nel suo intimo
forse più per la furbizia di Paride che per il tradimento d’Elena;
Achille triste e minaccioso
centellinava i granelli di sabbia
davanti alla sua tenda
quando gli annunciarono
la morte di Patroclo
dimenticò l’odio e riprese la lotta.
Ulisse cercava con l’inganno
prestigio e vittoria.
Cosa pensare di questa guerra mischiata ai nostri interessi
giocati tra le insidie
in un linguaggio di raggiro.
Certo è che alla Grecia rimane la bellezza d’Elena
e a noi una morte d’obbedienza.
VI
Lungo tutta la spiaggia
sin là sotto le mura resti d’antiche barche
tende rotte
armi abbandonate.
E’ qui in questa distruzione-costruzione
che ci muoviamo.
E’ qui
che impareremo a conoscere
gli uccelli e i loro canti,
a conoscere la terra
il mare il cielo,
a conoscere l’amore
la gioia
le rinunce le sofferenze
il nostro e l’altrui desiderio.
E’ qui che impareremo che grande cosa è la vitae degna d’essere vissuta.
|
PARLIAMO
I
Parliamo del poco e del
tanto che ci assilla,
parliamone senza fissità di idee con coerente senso di partecipazione.
Parliamo dell’accaduto del presente
con sobrietà do discernimento così da prefigurare un bene nel dopo che verrà. Parliamo, chè nella parola
è la primordiale crescita delle affinità d’un vivere
concettuale.
II
Innanzi tutto non dimentichiamo
per il suo profondo ed alto valore
che all’azione d’un corretto vivere
è legato il pensiero d’una scelta dove adesioni ricerche
coscientemente svolte
e negazioni virtualmente accettate
danno la forza a un crescere
a un progredire.
III
Cerchiamoci nelle cose semplici
d’ogni giorno
in quelle piccole grandi cose
che creano immagini
che suscitano emozioni
pensieri desideri
che aprono le porte alla vita.
Cerchiamoci nel lavoro nel colloquio
nello scambio non surrettizio d’idee.
Cerchiamoci su questa terra che è qui il nostro cammino d’intenti, e
insieme conseguiremo
la saggezza.
IV
Dolce l’alba sale
ed entra con il suo chiarore nell’intimo
e svela il senso profondo d’unione
tra noi le cose la natura.
Sentirsi presenti crescere in questa luce
percorrere in accordo itinerari tortuosi
conoscere insieme il dolore l’allegria
dividere l’ansia di un’attesa
è preludio per noi di possedere una gioia eterea interminabile.
|