IMMENSAMENTE IMMENSO
Osservo,
del battito del giorno,
il lineare accosto
al colorato tramonto.
E mi immagino
vivo
nell'immensamente
immenso,
respiro
di anima
nel profondo
di me stesso.
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SOGNO DEL SOGNO
Conservo nel cuore
il sogno di imberbe adolescente,
di quando con un gesto
accarezzavo la luna.
E pensavo alla futura
vita mia
mano nella mano
con fanciulla innamorata,
con un bimbo da stare
a coccolare
e nessun pensiero
a turbare la mia anima.
Il cammino del sognare
si è scontrato con quello del potere,
ma è rimasto in me il grande desiderio che,
dopo anni di invano cercare,
allieta adesso il quotidiano essere
e che tramuta in realtà
il sogno del sogno.
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PELLEGRINO
Io, soltanto io,
conosco i segreti
della mia vita incerta,
pellegrino fra versi in fiore
e sensi di abbandono
di indubbia fierezza.
Esploro i confini del mondo,
i miei dubbi
come compagni di viaggio,
solerti nel ritorno
lenti nell'abbandono.
No, non piango
il mio viver quotidiano,
ma il mio animo sereno
mi indica la via
che mi porta al presente.
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NON HO VISSUTO INVANO
Se nella notte,
che tanto ho rifuggito
e che adesso
si avvicina mia compagna,
trovassi la forza
per sostenere
il senso della mia esistenza,
allora potrei dire...
non ho vissuto invano!
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Al canto della capinera
Ascolterò nel silenzio
I battiti del tuo cuore
Coltiverò i sogni
Che mi conducono
Al tuo cospetto
Aspetterò una nuova alba
Seduto su grigi
Gradini di pietra.
Ed al canto
Della capinera
Alzerò gli occhi
Per guardare
Le tue forme.
Inneggerò alla gioia
Ed alla consapevolezza
Accarezzerò
Sensazioni di Amore
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LA MIA PASQUA
Leggo
attraverso striature
di smerigliate foglie,
nell'azzurro di cielo
che mi penetra
nell'animo
e che fa fremere
il desiderio di pace.
Abbandono
i miei sensi
nell'oblio
di vicissitudini andate
e di cenere
cospargo il mio capo,
nel pentimento
di cattivi pensieri
e di anarchiche parole.
E il ramoscello
di olivastra pianta
porterò
di casa in casa,
nella certezza
di mani tese
e di sinceri abbracci.
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IL
SALICE PIANGENTE
Guardo
il seme d'amore
che freme
sotto i miei
cadenti rami.....
parole sussurrate
in gioiosità di sentimento
e i progetti di cammino
in larghi orizzonti....
Ascolto i dialoghi
di pene emerse
con negli occhi
il principio della fine...
ed i pianti di bambini
annoiati,
desiderosi di spazi immensi....
Ed il tepore
di due anziane mani
che si cercano
in aneliti di ricordi,
fra tanto passato
e poco futuro,
rimembranze trascorse
in tenero addio....
E vedo, osservo,
penso,
là
sotto i miei
cadenti rami
di piangente salice,
nel mio mondo
di fresco riparo...
sorrido....
e.....
piango!
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LA
FAVOLA DEGLI AIRONI
Proietto
la mia ombra
su increspate
acque salate.
Spio l'orizzonte
lontano
nell'affannosa ricerca
di fertile terra.
E nell'isola
con dorate palme,
troverò ristoro
alle mie stanche ali,
e dai fratelli circondato,
racconterò
la mia favola,
che qui mi ha portato.
E di meraviglia
gli occhi luccicheranno
ad ascoltare
l'altrui racconto....
Nel mentre che
altri splendidi
aironi
raggiungeranno
il paese dei sogni
ed io....
con loro....
a vivere.....
il creato.
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MIA
FIGLIA
Con
sguardo
di unico splendore,
accoglie
il mio arrivare
bimba dai biondi capelli.....
Aspetta carezze
e baci e parole
che allietano
il quotidiano vivere
in fantasia d'Amore....
Con piccola manina
indica
il cuore dell'uomo,
gaudente canto
accompagna
il tramonto del giorno.
Accetto il perpetuo
moto del tempo,
in gioventù ritorno
in ebbrezza di note.
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NEL
GIARDINO DELLE ROSE
E'
là,
in quel giardino
dove giocosi
rivoli d'acqua
si intersecano
fra cespugli in fiore
e ombreggiati sentieri,
dove il sole fa filtrare
i suoi raggi luminosi
fra salici e pioppi,
dove il profumo di presente
inebria la mia mente
libera....
E' là,
dove io,
seduto
su dorata panchina,
ascolto il suono lontano
di arpe e violini
mentre leggo
di poesie il senso....
E' là,
dove variopinte farfalle
si posano su odorosi fiori
e giocano
a rincorrersi
in fascino di primavera....
E' là,
dove le rose
abbondano
in sincronia di colori,
che io respiro
e vivo...
Là,
nel giardino delle rose....
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NEL
SILENZIO DELLA SERA
Nell’oscurità
dell’anima
del mondo,
racchiudo
sensazioni autunnali
di incerto crepuscolo.
Accetto
il volgere del tempo
nella parodia
di larghi sorrisi,
ma nel pianto
trascino
lentamente
la mancanza
di aria
che in desiderio volge.
Ed alla sera
che nel silenzio
è giunta,
affido il volgere
del divenire futuro.
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OLTRE
LA SIEPE
E
vedo,
oltre la siepe,
la debole nascita
dell'alba rosea
in profumata estasi
di brezza mattutina....
il giorno che
lento trascorre
in attesa,
mai vana,
di una canzone
dal cuore sortita....
il dolce, tiepido
tramonto
dietro verdi colline
di pioppi ombreggiate,
di solchi lasciati
da carri trainati....
la notte di luna
illuminante,
col pensiero che
tracima
in lacrime
di gioia....
il sereno assaporare
di una vita donata.
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Semina
Seguirò il solco
di terre
di fresco arate,
seminate
con chicchi di vita pura....
Aspetterò le piogge
che disseteranno
il mio desiderio
di crescita,
darà frutto
il mio battito
di energia.....
Raccoglierò
la messe gialla
che in polvere
traduce
la gioia di essere,
accarezzerò il sogno
di vivere in letizia
il domani che attende.....
Voglia di compassione
nel lento viaggio
nella mia povertà.
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Viaggio
Nel cammino
di ventura,
raccolgo i cocci
del mio girovagare....
Nello spazio di ricerca
ho letto di cieli immensi,
di gioie e di tristezze,
con i miei dolori nascosti
e i miei ridenti
abbandoni....
Di tradimenti e di certezze,
è piena la vita
di chi ingiallisce
fogli di quaderno....
Mi aspetta
una città,
con alberi e giardini in fiore,
non la conosco ancora,
eppure vi ho visto la luce.
Alla fine del viaggio,
sarà l'oasi
del mio riposo,
asciugherò le mie lacrime
al tepore del sole
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L’orto degli ulivi
( Getsemani)
Sperduto
fra torri e
acciottolate piazze,
raggiungo il luogo
di soleggiato riposo,
all’ ombra di alberi
di oleosi frutti maturi
e di lungiformi foglie
agitate dal vento.
Accolgo del futuro
i pensieri ed il senso,
canto la vicinanza
di compagni di avventura.
Il tramonto
che piano piano appare,
non cancella
i dubbi e le paure....
mi accompagna
la visione
di paesaggio d'altri tempi.
E nell'orto
della lunga vita,
dal cuore sgorga
una lacrima trasparente.
Sulla cima di rocca stabile
aspetto il fato
che via mi porti,
fra angeli e dolci suoni,
oppure fra tristezza
e pietà dell'altrui
sentire.
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Uomo
Disadorni prati
calpesto,
con passo incerto
e claudicante.
Attendo il dolce meriggio
che mi ricorda
del pane il sapore,
ed i buoi che lentamente
tornano alla stalla.
Pensieri di fanciullo
appena sveglio
che coltivava fiori tra le pietre.
E le rigate carezze
di stanchi contadini
con le facce dal sole bruciate
e con il sereno delle loro anime.
Nel tempo trascorso
rivedo altri bimbi,
sorrisi sulla bocca
e solitudine nel cuore.
Son nati quei fiori
coltivati fra le pietre,
un pezzo del mio giardino
ho irrigato con cura.
Colgo quei fiori
con la mente
dell'amore,
che tanta fatica
non è stata spesa invano.
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