Lungo
il molo pescatori seduti
su sgabellini attenti osservatori dell’increspare
delle onde
Al riparo di
anonimi ombrelloni,
una
piacente signora, disattenta
lettrice,
di
una coloratissima rivista. Giovanotti
abbronzati adoni
in posa davanti
a ragazze distratte distese
al sole. A
riva, ad
un passo dalla battigia, schiamazzanti bambini tra
palloni e salvagenti Un
pino solitario ricacciato
dal vento marino stende
la sua ombra su
un chiosco di gelati
Tra le onde
un
rumoroso scooter acquatico
attira
l’attenzione,
mentre
un silenzioso windsurf
s’allontana Un
vu’ cumpra, e
poi ancora un altro, e
un altro ancora, e
la spiaggia diventa
un allegro bazaar.
Ottobre
2001
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Di
migliaia d’iracheni
gasati ce
lo siamo ben dimenticati, e
dei curdi che vivono nel nord del paese Siamo
anche noi per la fine dell’ostilità e
gridiamo forte finchè tutto non finirà: fermiamo
le bombe e il dolore ma
anche il terribile dittatore.
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Un vento si è elevato, un
vento particolare, un
vento che promette giustizia e
lascia dietro di se solo dolore. Li
a sud – est soffia
un vento non carico di sabbia infatti
non è il ghibli, soffia
forte non
è lo scirocco vento
caldo che viene dal deserto. E
il vento di guerra che
si è elevato alto, e
soffia terribile, lasciando
lacrime dietro si se. Bagdad
, città
di favole e di sogni, cosa
resterà di te quando
il vento cesserà
di soffiare. Bagdad città
dei miei sogni, le
mie lacrime oggi
sono per te.
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