Un
uomo maturo potrebbe dedicarsi ad attività consone al partito Democratico ma potrebbe
essere anche un martellatore di organi vitali se solo il pavone
clandestino del Mar Rosso masticasse giaguari compatibili con i canoni
estetici del signor Baccoloni. La
frase sopra esposta potrebbe essere definita saccente , ma non è così;
il verme burlone della frutta tropicale cova dentro le nostre menti
cangianti sogni graficamente scorretti impossessandosi del nostro folle
immaginario nel momento in
cui vedi l'elfo nostrano armato di un badile scalciare via l'amato prete
che è dentro tutti noi. Vediamo
il cefalo. Un
piccolo asteroide privo di
scrupoli ma ricco di attrezzature atte alla guerra parcellizzata delle
cravatte tubolari tende, solitamente, a profanare le tombe assassine
degli antichi tranvieri bolognesi gravandosi
di oneri che vanno al di la di ogni coerenza estrogena. Non
possibile nell'era attuale che una qualsivoglia troietta piena di
pensieri denigratori possa affacciarsi al mondo del movimento
cooperativo con un fiore in mano ed una pilora navata in bocca
vantandosi di poter evaporare istantaneamente e contemporaneamente di
poter svolazzare in cieli arsi da colombi fluorescenti in cerca di
tastiere e insiemi molecolari. Non
si può lasciare la matita sul tavolo, non si può cadere dal seggiolone
non è possibile rubare l'utopia del vaso bianco dai sogni di una
cavalletta tunisina; si finirà in un afro parafrasi
pervasa da ulcere, gatti, variabili boleane, magnolie, perni, fagiani, calze, eritemi e alchimie felici di poter aprire
feudi caratterizzati da un regime di duopolio in compagnia di olandesi
beffardi. Se
non interveniamo il mondo del lavoro subirà, insieme ai cormorani
elvetici, una regressione geometrica causata da Puffo Pasticciere, noto
eroe cult e visto dalle folle slovacche come l'anticristo anarchico con
un ottimo tempo sulla distanza dei mille metri, regressione
pericolosissima se si pensa al quantitativo di bietole importate dalla
Lombardia e dalla Somalia. Occorre
una soluzione. Eccola: Prendiamo
una dicotomia fuggente e mettiamola sul carro delle infedeltà
politiche, vedremo che lo status del marinaio si eleverà pretendendo di
castigare il tacchino urlante della discordia, tuttavia il perfido
anfitrione assenteista lucrando sulle attività chimiche delle cariatidi
del basso Molise estrapola il fulcro cetaceo dall'enfasi estasiata e
manifesta dei piccoli americani avvezzi alle pratiche sado con i
formiconi texani. Tratteniamo il respiro e colpiamo il basso ventre
della nonna con un maglio piombato, insultiamola e afferiamole le
gengive ed infine seviziamola
selvaggiamente con un'alabarda, così facendo sublimeremo la pace eterea
delle meduse forgiando il movimento dei perimetri farraginosi amanti delle
belle donne e delle gioie della vita quali i maxipigna omosessuali
fedeli al canuto
barbaro troglodita dalle leggiadre rime intonate in omaggio alle pecore
parlanti del Nord. Ma
il Sud non supportando il bompresso, esplode in una rabbia pelvica
cancellando ogni traccia dei lombrichi di etnia globale e caricandosi
del substrato cartesiano, guarda con fare truce le dolci bestemmie
affusolate, affettuosi propaggini dei puma griffati noti nell'ortopedia
crepuscolare, abitata da furbissimi guappi stanchi della mucillagine
avanzante e danzante sui cubi fiammanti di una
fertile balera ultima ancora di stanchezza dei puri alsaziani
infastiditi dalla flebile ironia di un ebete partecipante al congresso
dei buon samaritani zebrati. Rosco
non Vi ama e pertanto tace. (*)
(neologismo)
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Volpi
partorienti allattano
pesci rossi mascherati pacifisti, introducendo cefali politicamente
corretti nell'intento
d'indurre il coro russo del padre pastore Arturo
Patorsi al
contesto catatonico del fiorente mondo del sottobosco piramidale
concentrico della nuova catarsi pneumatica polindustriale e assonanze
prensili connesse . Tuttavia gioviali astanti producono neuroni maculati non cancerogeni e
soprattutto non dotati di ventricolo destro, elemento essenziale
per
dimenarsi nel complesso mondo delle sexyulcere occultatrici di parole
prive di una panacea ovvia ma non distruggente
essendo il Patorsi una
flebile ma irrinunciabile fonte di malessere contemporaneo, palese se
ci si focalizza sui lupini e sulle rane toro, tranquille butterate
prostitute della
bassa padania. Su queste
ultime occorre contrarsi (oppure estrarre quel dannato coniglio
dal cilindro) e
chiudersi in un grande momento di dolore dato da frammenti di femminilità lasciati da Dio mentre con affabile sorriso apre gestione risorse e inoculando nel popolo una fiducia tantrica, si produce nel miracolo della macchina pedagogica del forno biondo di etnia intelligibile e dirigibile. |