PRIMAVERA
Nello stagno di
ninfe già si sentivano le rane gracidare,
l'olezzo soave delle fresie si diffondeva nella stanza di pesca,
il sole riscaldava i tetri cuori dei mortali,
il vento accarezzava teneramente la pelle di pietra,
gli urli neri cessavano di esistere la notte
e il tramonto sembrava non volesse più arrivare .
Nessuno sembrava
capirlo
ma la dama celeste si era risvegliata dal lungo sonno.
La primavera era giunta.
Si mirava la schiuma delle onde
nell'acqua oceanica dei suoi occhi
e aspettando i cinque rintocchi
passavan via via l'ore feconde.
Mai ore eran state lunghe come secoli,
mai il cuor suo aveva atteso miracoli,
era il dì che per tutti vien l'ora estrema
ma il giace ancora interra e immobile trema.
Voglia di vivere ancora quanta ne aveva
e il cuore suo in petto pulsava,batteva.
Ma il vento fugace gli sussurrava di un luogo profano
sol chi vien dall'aldilà sa che il cammino è lontano,
ma ne vale la pena di andar in quel luogo ameno
dove tutto ciò che c'è è onirico e niente è terreno.
Ma tutto d'un tratto l'oceano ribelle si quietò
e il vento,dolcemente, la sua anima via portò.