Fiumi
di sensi, irrompono
sul corpo liberi
con te. Woquini
24.5.2003
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Chiude
te stesso, in
dura emozione, poi
ti protegge. Woquini
23.5.2003
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Che
cos’è quello che spinge
e chiede di
girar lo sguardo intorno
alla tua piccola
isola? Solitudine
incantata fatta
di sogni e velleitarie
illusioni chiuse
in un cerchio di
luce diafana e dolce. Tutto
s’appaga nella
tua torre d’avorio dove
i “no” e i “perché?” non
esistono, in un tutto di
dogmatico significato. Chiudi
gli occhi, per
non vedere e sentire l’asprezza
di voci e parole che,
ruvide, lacerano gli
animi elevati altrove. Realtà
delle realtà, parafrasi
bibliche in ovvie immagini
ordinarie che riflettono
quelle oscurate da
pensieri troppo elevati. Woquini
6.1.2003
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Di
notte balli con
i figli d'Ecate in
luce d'ombra. Woquini
6.3.2003
Cuore
inciso, con
segni dell’arcano ora
li vedo. Woquini
24.5.2003
Dell’infinite
sensazioni (Haiku) In
questo sole, riflette
il sorriso dell’infinito. Woquini
21.4.2003
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Una
sera d’inverno, fuoco
e sale che danno
il senso a chi s’appresta
ad offrire il
desco coperto nel gesto
d’accoglienza, sepolto
dentro l’Io nascosto
e antico ma
ancora presente. Woquini 26.12.2002 |
Giornata
cupa e di tempesta foriera, mi
fa ricordare quei giorni passati, quando
l’acacia non era da riposo, e
complice ombra proiettava su noi. Amplessi
di fretta e ansia di baci, per
paura d’esser visti l’occhio seguiva, il
verde dell’eskimo faceva da coperta, e
fondeva il colore con scope e ginestre. Poi…in
fretta e di corsa a gridare, la
nostra rabbia d’adolescenti persi per
strada e da qualcosa divisi, di
cui il tempo ha sbiadito il ricordo. Altre
tempeste, poi, ho visto, tutte
peggiori, e silenzi e rancori mi
han seguito per tutta una vita, segnandomi
l’orme come veltri. Ma
l’acacia in quel fosso ancora l’ombra proietta
sui due sassi grigi che l’acqua corrente
ormai ha lavato, dalle nostre scarne
parole e dalle vane promesse. Woquini
27.10.2002
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L’amore ai tempi di una guerra mai vinta E’
stato il vederti passare con
quell’aria sempre svagata ed
i capelli adesso imbiancati che
la guerra d’allora si è parata davanti
ai miei occhi stanchi d’improbabile
ed inutile reduce. Il
tuo passo che avanza è lo stesso d’allora,
quando in una guerra d’idee il
tuo sorriso cancellava i miei dubbi riempiendo
quel vuoto d’inerte idiozia che
mi era guida in quei giorni d’odio, di
gioia, speranza e dolore. E
mi sembrò naturale che su quel prato, nudi
tra alberi e felci, tu mi
prendessi con
un’inutile, dolce e tenera rabbia; ultimo
saluto prima della battaglia che
combattevi senz’armi d’offesa che
non le tue idee ed il tuo coraggio. Sempre
i miei occhi t’ hanno seguito nei
passi incerti di quelle battaglie che
di nascosto iniziai presto
a seguire per
cancellare l’ idiozia dei miei giorni lasciati
a marcire in vane, banali parole che
m’inseguivano con veloci paure. Di
quella guerra mai vinta ricordo
solo il tuo passo svagato tra
le idee di un sogno ora distratto che
ancor oggi in silenzio
riaffiora, mi
urla, mi scuote, mi chiama insieme
all’immagine degli alberi in
quel bosco freddo d’Aprile ed
alla tua tenera rabbia repressa che
scavava la mia beata idiozia nel conformismo senza più pulsioni padrone di un animo allucinato.
Mi lascio circondare da quel calore e lente calde volano quest’ ore ed ecco un sogno nuovo in forme chiare
si volge piano, mai senza mancare ad un rimprovero aspro ma deciso: “Quando cominci con un bel sorriso?”
woquini 24.8.2003
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Nell’aspra e cupa luce del mattino dorme la piana sotto la collina che l’alba non appare sì vicina e il sole sorge lento a capo chino
senz’alzar della foschia il manto fino, che sola appare l’ombra della china grigia di fuori e dentro vuota mina; di pena colma, mostra odio al divino.
Il lago scrolla steso il suo manto che il sole in alto asserve a districare per liberare il sonno lungo e greve
con quei rintocchi lenti della pieve non stanchi nella nebbia d’annunciare l’alba di un giorno nuovo con il canto.
Woquini 28.8.2003
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Cielo rovente terra stremata d’acqua, arido vento foriero di tempesta, cade pioggia di foglie.
Woquini 26.8.2003
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