Felice Serino 1-2-3

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Poesie da LA DIFFICILE LUCE, raccolta inedita

 

INCONTRO

 

sul lago s'è alzata la luna

dentro silenzi d'acque

è dolce la luce

nel respiro

delle foglie una smania che dilania

abbraccia i contorni della notte

 

 

MOMENTO

 

1.

una folla di stelle:

la stanza si riempie di cielo

 

come quando

in un punto

dell'eterno palpitò la mia essenza

 

2.

biancore irreale - carne-

e-cielo l'Io nell'oceano-

sogno è guardarsi cadere

nell'imbuto fuori del tempo

 

fino all'attimo

prenatale alla luce del sangue

 

 

 

 

 

GANDHI

 

miracolo il sorriso

interiore

mentre il mondo ti ringhia addosso

 

ti offri s'apre una rosa

di sangue

 

nel Cielo un canto d'alleluja

 

 

VISIONE: M'INONDO' IL SOGNO

(leggendo Jung - Storia del simbolo)

 

(luce che cresce     il grido

della mandragora

            l'albero capovolto)

 

...fuggii negli specchi

 

sprofondai nei cieli interiori

cavalcando eoni-spaziotempo

 

vidi nella memoria cosmica

il centro di me

dove ardeva il mio sangue

in simbiosi col palpitare degli astri

 

 

...precipitato nella vita

 

 

 

 

 

ANGELI CADUTI

 

fuori dal cielo

bevvero l'acqua del Lete

 

ora non sanno più chi sono

 

presi nella ruota del tempo

mendicano avanzi di luce - si curano

le ali spezzate

 

per risalire nell'azzurro

 

 

 

 

 

 

Poesie da FUOCO DIPINTO, 2002

 

AZZURRE PROFONDITA’

 

la testa affondata nel cielo (azzurre

profondità rivelano ombre

essere i corpi (il foglio la mano un

vuoto)

            mi levo dal sogno bagnato

di luce

 

 

 

 

           

SONO UN MISTERO A ME STESSO   

 

da me una distanza mi separa:

attraversa un incendio

la carne: per farla d’aria – vitreo

sperdimento

 

                        mistero a me stesso

 

e il mondo m’è fuoco dipinto *

 

  • verso da M. L. Spaziani

 

 

 

 

 

DOPPIO CELESTE

 

entrare nello specchio: esserne

l’altra faccia:

uscire dal sogno di te stesso

apparenza di carne tornata pneuma:

 

ri-unificarti col tuo doppio

celeste: il-già-esistente di là

dal vetro: tua sostanza e pienezza

 

 

 

 

 

 

TRA ONIRICI LAMPI

 

tra onirici lampi

ride la tua immagine d’aria

intagliata nell’ombra del cuore

 

 

 

I FUOCHI DELLA LUNA

 

coi fuochi della luna bivaccanti nel sangue

baluginare d’albe e notti che s’inseguono

dentro il mio perduto nome

per le ancestrali stanze un aleggiare di

creatura celeste che a lato mi vive

nella luce pugnalata

 

           

 

 

 

 

PAESAGGIO INTERIORE

 

segreti cosmici ha il sangue: sperimenti

il mondo immaginativo nuotando

nel sangue come un pesce –

abitando le stanze dei nervi – leggendo

la geografia delle vene:

 

ti sintonizzi con la danza

delle molecole: sei nella danza: la danza

 

la circolazione

sfocia nei sensi: emerge un mondo

ispirato – da musica delle sfere –

 

FUNZIONE DEL CORPO

 

1.

fatto di polvere stellare

corpo-immagine / specchiato narciso

corpo-mito venere da spuma

            corpo-amore corpo-fame

                                   corpo-terra

 

2.

corpo vissuto come ferita /

desiderio / vita che non demorde

            (corpo sacco dell’anima)

visto come mo(vi)mento/esperienza

            (carta assorbente)

 

3.

corpo unico

                        irripetibile

            primavera del corpo

 

3.a

(“si sveglieranno ed esulteranno”

Is. 26, 19)

 

 

 

 

 

LA DIFFICILE LUCE

 

esistere nel mondo: l’Essere

decentrato estraneo a sé

(lobotomia della propria

Immagine interiore –

da dispersioni di Energia

cristallizzati aneliti in un cielo

strappato voci

spezzate sul nascere)

 

rimanere in essere

incapsulati in una vita ch’è copia

sfocata dell’Originale:

diminuzione vita

a metà

 

pure:

zampillo d’acqua viva

dall’Io subliminale

 

            la difficile luce

 

 

 

 

 

 

GRIDO IL MIO NOME

 

s’invertigina l’essere a

mimare la morte

(l’io avvitato in enigma

da koan):

non mi conosco non so

chi è l’essere che è me – buco

nero o anelito sulla

bocca di Dio – perduto io grido

il mio nome nei crinali del vento: discendo

nel mio specchio attendo

una nuova nascita

 

 

 

 

 

 

ANANKE

 

1.

luce/ombra le mie due metà

tendo all’Uno all’androgino

rapito dai vortici di

Splendore

            (dalle Sue Ali di Fuoco)

 

2.

è l’io la linea che mi divide

in grovigli di vene (avvolto

nella camicia di nesso degli istinti)

sussistono tutti i contrari     

            --------- un tiro alla fune

 

finché non si frantuma il mio corpo

di vetro

 

 

 

 

 

 

 

PORTARE SE STESSO COME UN VESTITO

 

1.

processo è la vita stessa

            il soggetto si racconta

 

1.a

da acque amniotiche

                        (da matrice atomica)

gettato dentro il mare-mondo

 

2.

l’io: tantino diversi: io-

metamorfosi

                        (voci di dentro)

 

2.a

io sospeso spasimo io qui-e-ora

io fatto vertigine e sogno

                                   (stato di trance

                        un esistere in limine)

 

2.b

io-onda io moltiplicato

da specchi e pure a sé ignoto

                                   io mancanza vuoto

                                   di braccio amputato

 

 

 

L S D

 

nella magnetica notte allucinata

a vivere la tua morte urlata

anima infeconda strappata alla

pseudoincarnazione di un sogno:

parvenza d’amore immagine

accartocciata mortale

 

 

 

 

 

 

LA SERA BLU HA OCCHI DI TIGRE

 

(a Hemingway)

 

aureolato di fumo

 

                        ma dove va la vita

            morte tenuta in vita che fluisce

                        con te o senza di te

 

per compagnia una bottiglia e una donna che

almeno per stanotte

ti allentino il suo morso

ti richiudano questo strappo infinito

 

(domani chiuderai la partita)

 

Hem

            per gli amici

 

                        occhi in liquido cielo

                                   capovolto

 

 

 

 

 

LA VITA NELLE MANI DEL VENTO

 

palpebre d’aria

chiuse sulla disfatta del giorno

(depistate tracce

rotte smarrite

a insanguinare il vento:

ruotare del tempo

nella sua vuota occhiaia)

anse d’ombre

annegano il grido

dell’anima giocata a testa e croce

 

 

 

 

 

COME SOSPESI

 

è perdersi nelle stanze arimaniche

progettando vite in copia carbone

questo disconoscerti poesia

autenticità spolpata da virtuale e stress

 

è come stare sospesi nello sporgersi

da delirante vetta interiore l’aprirsi

di crepaccio la sua bocca ad urlo

 

 

 

 

 

 

 

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