Claudio Vandelli 1-2-3

Laguna Ritratto Salita di sasso 

 

Cammino l’alba come ieri

sul precipizio di pensieri

e di presenze mancate

di cento ragioni dimenticate

e di speranze latitanti

come pochi viandanti

che sento nel sommesso calpestare

sabbia secca sulla spiaggia del mare

 2/10/92  

 

 

 

 

Domenica

Una farfalla bianca su un prato

mi sono regalato stamane,

all’ombra di un morso di pane

e di una tela che non crede,

come la retina di chi vede

e non pensa con due parole

di fissare la luce del sole.  

 

Immaginavo una giornata di sole

ne’ più ne meno di quanto è

panni distesi erba verde

cielo terso fino a vedere i monti

e i piccoli passeri sbezzicare

il pane di una generosa cucina.

 

Minuti tranquilli, abbandono

e leziosità del primo pomeriggio

all’ombra provvidenziale

di poche foglie e di un minimo

di disponibilità.

 

La felicità rincorsa è un miraggio

l’incontro occasionale rende,

cancella se pure per un attimo

ansie e timori e sostiene la tua mano

mentre guardi l’orizzonte

in una splendida cornice di colori

che forse ieri neppure tentavi

pur conoscendoli.

10/5/92

 

 

Un cappello ed un bastone

Un cappello grigio al vento ed un bastone

su una strada sospesa nel nulla

nel segno sconosciuto dell’eternità,

questo mi resta di te, vecchio

un riferimento preciso per riconoscerti

tra mille, anche senza guardarti in viso.

 

Solo di spalle, come quando entravo da te

e ti vedevo rassegnato: i gomiti

sul davanzale, le mani sulla fronte.

 

Di anni ne  sono passati, eppure sono

costretto a ripetermi che la vita continua

anche se non per te.  

 

Forse domani ti incontrerò:

sul ponte del canale che divide il tuo grano

ricordo del passato

e del presente che sfugge.

 

 

 

30 gennaio

 

Sui campi la neve

un venticello lieve

solletica frizzante

la più alta guglia.

 

Quanto basta per il treno

nell’inverno inoltrato

e un cono gelato

malgrado il gelo

oggi il cielo

d’azzurro s’è terso

ed io a tempo perso

sfoglio pagine di primavera.

 

 

Per Elena

Piccola, tu vedrai mille luci all’alba

spegnersi nel sole, prima discrete

e ora mute nel grande silenzio che sovrasta,

rotto solo a tratti dallo sciabordio delle onde.

Nessuna nube all’orizzonte, fronte leggera

e capelli sciolti sulle spalle appena

cinte da una camicia di seta bianca,

a vivere il piacere dei piedi che affondano

nella sabbia e raccogliere

piccole conchiglie inutili,

quand’anche ricche di un tuo significato.

Non c’è nessuno ora che voglia

entrare a far parte dei tuoi pensieri,

solo il frangersi delle onde

e il pigolio dei gabbiani ora alti

ora a pelo sul mare.

Guarda quel grande disco d’oro

all’orizzonte, credi che le reti

di quel peschereccio al largo escano piene,

spera di conservare i tuoi occhi

così come sono in questo istante.

 21/8/93

 

Alla Finestra

 

I carri della ghiaia nel ricordo

di un tempo più felice e spensierato,

dove la vita e il mondo a un passo t’era

dove nessun amico mai pagato.

 

Altro il lievito nei cuori della gente,

altra farina tra le loro mani,

ora nessuno da per niente alcuna cosa

e questo per paura del domani.

 

 

Neve in Piazza Grande

  

Un rintocco, una piazza, un passante

quando gremito di gente

quel grande specchio acciottolato

delimitato

a confine

dalla grande Guglia e dal Duomo

viveva.

 

Io sono figlia di questa città

di questa piazza

e dei colombi gazzi

del nonno di mio padre

e questo rintocco,

questo passante a tarda ora

sotto la neve che scende

ed illumina la notte,

mi dice che è Natale

nel cuore di questa vecchia cara amica

come cento anni fa.

                                                     Per Elena

 

La corrida

 

Corre la moto sull'asfalto rovente

assiepata la gente non aspetta il vincitore….

ma un guasto al motore, una grave caduta

per questo, mi credi?, è venuta.

Un guasto ai freni oppure alla frizione

e il pilota scalzato di sella: che emozione!

La stessa gente che sotto un grattacielo

vede un uomo sul cornicione a pelo

giocare a carte disperato con se stesso….

Infine….si butta lui, tanto è lo stesso.

Parlami storia di fosse di leoni,

dove tra orde e masse di beoni

Cesare introduceva quei cristiani

che tu ora vedi qui con volti strani

aspettare la disgrazia di un pilota

o un gesto disperato di un idiota

per loro, che hanno gridato per convenienza

la loro stupida esistenza:

alla caduta di un peso grave ora steso sul dorso

e schiacciato dal morso

non dei quindici piani

ma da mille mani tinte di rosso.

 

Corri pilota sull’asfalto rovente

assiepata la gente aspetta il gladiatore

solo lui il migliore che con tridente e rete

appaghi la sete di sensazioni forti…

i fiori sono morti e con loro la dolcezza

di una sola carezza fatta ad un caduto

se pure sconosciuto.

 

 

A Van Gogh una rosa

   

A VAN GOGH un monumento!

Già ora nel vento lui sorride

e scrive senza penna e carta

alla gente che lo vide ladro di fiori

uscire fuori

in aperta campagna

con l’aspra lavagna

delle sue tele.

 

Bastava una stele,

due date, un nome:

Vincenzo, in francese,

per pagare le spese

di un tubetto di giallo

dei suoi girasoli.

Che fai: ti commuovi?

Guarda il sangue che cade

dalla statua immortale

un orecchio in un mazzo

Vincent è pazzo

lasciamolo morire

altri potrà capire.

 

Un volo di corvi neri

sul grano battuto dal vento

già…facciamone un monumento

che svetti verso il cielo

stendendo un peloso velo

sull’uomo…non sull’artista:

è questa la sua conquista!  

 

 

 

Cesco

 

Si incamminò

tenendo a mano

il suo fagotto

di vecchie storie

carpite qua e là

tra il ciarpame

dei ponti.

 

Rustico il volto

segnato dagli anni

seguiva il piccolo

cane bianco

delle sue confessioni

là nel tramonto

di una vita di stenti.

 

Greve, nel cielo amaranto,

l’ho visto

la piccola armonica

sul labbro sottile

camminare

in un sogno di libertà

sull’ultimo raggio di luce.

 

 

 

Il Pruno Maturo
 
 

Vecchio che guardi l'ora che batte

nel sole pulsare la vita, la notte

sognare clessidre di vetro ora vuote

di miriadi di grani che il pruno ora scuote

in frutti dorati, dal vento sul prato:

è la vita in cammino, così tu sei nato.

Così il tuo vissuto di pruno nei rami

che porgono frutti..così le tue mani

di nodi e colori, corteccia leale

temprate nel sole, in terra che vale.

racconta stagioni di sole e di grano

granelli di sabbia non passano invano!

Il mondo ora tace...solo un cane guaisce

è il suo cane pastore, una giacca lambisce!

Amico, i tuoi passi cosa importa aspettare?

E’ l’ultimo grano di sabbia a passare!

Fianco alla stalla si spengon candele,

il fuoco, la brace già rossa ora è lieve.

 

 

Laguna

 

La linea piatta azzurra in verticale

l'alba cancella in rosa per metà

non c’è traccia oggi sul mio mare

di canti, di sirene, di beltà.

Solo un relitto, capovolto, di pece

suggerisce a un gabbiano di sghembo

un volo rasente, una presa, una prece.

Sollevo del foglio un lembo,

il gabbiano è già sul relitto

e confonde la sua livrea

coi colori del cielo, è un delitto

tentare un colore diverso,

è passato il mattino sereno

ed il rosa d’azzurro s’è perso

su un relitto di pece a metà

 

 

Ritratto

Non disse niente il vecchio

e smise di sognare

alto nel cielo il sole

sul suo mare.

 

Si mise in viaggio

due remi per motore

nemmeno vele per lui

nostro Signore.

 

Tossì

sputò a ventaglio

la sua rete

scoprì che del suo vino

aveva sete.

 

Un fiasco nella mano

per cristallo…

per una vita

sul monte del corallo.

 

E trasse cento volte

quelle corde, invano,

tremò sul tardi infine

la sua mano.

 

Non bestemmiò

ma disse una preghiera

sul mare la sua stella

fece sera..  

 

 

 

 

 

 

 

 

Salita di sasso

e polvere in gola

un aquilone non vola.

 

Piangono occhi

i suoi colori

e gli odori

di una vecchia cucina

non sarà più mattina

ma solo il giorno dopo.

          8/1/93

 

 

Dedicato ad un amico

 

Gravita un uomo

nel cielo

di un pianeta

lontano,

sul picco della vita

in volo verso il sole….

 

Belle parole!

 

Sul mare

sull’oceano

dello sconforto

in volo radente….

 

Ma tu non senti niente!

 

Gravita un uomo nel cielo

di un pianeta attuale

solo

col suo male

in preda allo sconforto

magari fosse morto…

nessuno avrebbe pianto.

 

La neve col suo manto duro

uccide tutti i giorni

un puro e nessuno avrebbe

avuto da ridire

già, forse anche lui avrebbe avuto meno da soffrire

 

tutto sommato…

era pur sempre un andicappato.

 

E invece no, signori

l’uomo resiste al freddo del di fuori

quando ha in cuore

la forza di un vulcano

certo sarà talvolta

un poco strano

ma la vita

è un diritto sacrosanto

e se voi come neve

io sarò il suo manto

poca cosa

una

sola

rosa

in un cammino

a volte tragico

e beffardo

un amico

sincero

no un codardo!

        Per Walter

 

 

 

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