Puoi
camminare a
piedi scalzi in
un prato, un piccolo pulcino tra le mani e tra gli alberi guardare il cielo a
cuor leggero e sognare ad
occhi aperti quell’amore che non ha cessato
di essere ma vive in te e
ti regala un mondo di colori pur
non sembrando vero.
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di
fiori di campo tra le mani e
il sole tra i capelli vedrai
piccoli anatroccoli tra
il verde e l’acqua dello stagno e
rondini a pelo volteggiare su
quel filo di vento che viene da
ovest quasi a respingere sera. Non
c’è primavera senza profumo di nuovo, non
c’è fiore di campo che
così come questo si conservi nel tempo.
11/7/93
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Sento
dalla pioggia venire
il vento dell’oblio, possa
Dio colmare
questo vuoto che mi assale come
mare una
piccola barca di tristezza e
una carezza posarsi
sul mio volto segnato provato da
mille minuti invano
accesi e
ora spesi.
Solo
il filo di vento che la spegne
Sognato
mercoledì
mattina
16/7/97
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Cammino
il mio passato tra
lacrime di rugiada a
piedi scalzi nell’ultima notte. Ancora
grilli tra i campi la
luna è nel cielo sembra
seguire i miei passi fin
dove scorre il fiume quando
passato e presente si fondono fino
a divenire una piccola goccia
in più per il mare che
raccoglie in sé ogni futuro. La mia ora trascorsa o
il mio minuto presente è un piccolo nulla nel
grande mare della vita barchetta
di carta sullo scoglio aguzzo che
rovina poi risale alle impietose mareggiate
fino ad essere completamente
macerata, il
mattino è nell’aria uccelli
inneggiano al levarsi del sole scommetto
per un paio di scarpe nuove sui
colori dell’alba. il
cielo è terso metto
sotto i piedi bagnati e doloranti suole
di cuoio. 20/8/93
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Vanessa leggiadra ragazza è
donna di lusso, di razza cammina
sul marciapiedi sui
tacchi in punta di piedi e
se qualcuno l’ammira state
certi che non si adira solleva
la sua sottana Vanessa
è una gran……..
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tu
che discreta assisti, magnificando il
risveglio della natura, posati
ancora un attimo su
quel fiore reciso affinché
chi lo veda lo colga e
nel mazzo lo ponga fra
gli altri. Per Grazia e Tilde
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C’è
una macchia d’inchiostro su
un foglio, è
di chi più
parole non ha più
parole da dire e da fare quanto
basta per la sua dignità. Mai
una macchia d’inchiostro è
caduta nel mio scrivere e
scrivere invano: spero
un giorno su un foglio mai
scritto che mi tremi a
tal punto la mano. |
Camminare ai confini dove
l’onda ormai schiaccia nel
naufragio impotente sopra
l’ultima spiaggia. Masticare
tra i denti solo
pane e
menzogna bestemmiando
col vino se
del vero si sogna. Solo
sabbia negli occhi quando
il vento lo vuole affrontare
il silenzio di
un buongiorno che muore un
deserto di dune e
di palme perdenti tra
banchetti di iene e
insidiosi serpenti. Camminare
ai confini con
un nodo alla gola ingoiare
sentenze e
non dire parola rinnegare il tuo credo e
non credere in niente finger
d’esser felice come
tutta la gente. E
tu affronti il destino tra
le pagine amare per strappare alla vita quel
sapore di sale che
ti prende la gola che
si incrosta sul viso che
non lascia respiro annegando
un sorriso. E
non trovi parole sulla
sabbia del mare solo
un giorno di nebbia solo
un giorno che muore. Tu non chiedi sipario il
teatro è ormai spento hai
stracciato nel vento ogni
tuo calendario.
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Dimentichi
quello
straccio di poesia che
rammenda ricordi. E’
una trama di filo leggero nei
tuoi passi sordi sulla
strada diversi anche
tra cento. Sembri
dire che
ne ha colpa il vento se
il tuo passo è stanco distante se
non ricordi la tua vita, ne
hai vissute tante. Cammini
strapazzato e
a denti stretti non
porti occhiali oppure
non li metti tanto
non serve vedere
per poi dimenticare forse
su questa strada si
può solo sognare. Dimentichi il
colore del fuoco in
fumo se n’è andato e
sembra un gioco cercare
ancora brace nella
cenere una
scintilla in un uomo o
nel suo genere. Dimentichi quello
straccio di poesia che
rammenda ricordi. è
una trama di filo leggero nei
tuoi passi sordi… un
profumo delicato ed
amaro di pini tra
risate e schiamazzi
di bimbi che
non hanno confini. |
Ritornano
ricordi su
strade del passato frammenti
già vissuti di
un puzzle colorato in
forme a volte strane per
vicoli e sentieri percorsi
dal pensiero rimossi
e pur di ieri speranze
cancellate nel
tempo sulla fronte coriandoli
di vita su
maschere già pronte in
festa a carnevale sopra
i carri dei viali vittorie
da due soldi tremendi
temporali. Ritornano
ricordi di
voci conosciute immagini
lontane presenti
ma perdute i
libri della scuola il
cielo, i campi, il grano le
lunghe passeggiate tenendoti
per mano ritornano
ricordi che
mi han fatto volare… così
lontana l’alba da
poterla toccare! Sonore
delusioni e
poi tante risate entrambe
meretrici su
strade abbandonate. Camminano
pensieri sul
quadro colorato frammenti
già vissuti su
strade del passato un
puzzle di parole per
dire quasi niente un
percorso comune diverso
tra la gente intera,
in mille pezzi, ceramica
pregiata… creta
plasmata, cotta e
poi abbandonata.
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Nubi di polvere tra fili spinati strisciano
imprecano piccoli soldati di
sangue e sudore grondanti sulla fronte in
assedio al caposaldo piazzato sopra il monte all’assalto
tante squadre e grappoli di fanti l’imperativo
d’obbligo è andare sempre avanti la
vendemmia è scontata per la mitraglia un gioco e
scorre vino rosso sotto raffiche di fuoco. Tende
di comandanti studiano carte militari non
escono allo scoperto solo in momenti rari e
poi sicuri d’essere fuori tiro dei cannoni giubbetti
senza macchia e piega nei calzoni discutono
per lo Stato senatori e deputati caffè,
brioches, giornali, colletti immacolati l’imperativo
d’obbligo è andare sempre avanti è
un sacrificio grosso richiesto a tutti quanti. Pozze
di fango ingenui tagliando fili spinati strisciano,
imprecano, gridano piccoli soldati di
sangue e di sudore grondanti sulla fronte in
assedio al caposaldo piazzato sopra il monte come
già Garibaldi qui si obbedisce tutti difficile
capire dove convoglieranno i frutti la
decade rimane il tuo compenso soldato e
qualche sigaretta da parte dello Stato.
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Vedere
il fondo del pozzo speranze
e sentieri: rifiuti né
tempo né voglia rimane
per fare saluti è
grigia la valle e la nebbia, sembra
il fiume di piombo non
è il cielo che manda in sordina con
un battito un rombo l’orologio
scandisce il secondo del
fiato che cedo entra
fumo dal tubo solo
nulla è quello che vedo una
voce mio figlio che grida le
lacrime agli occhi solo
lui qui con me poi
si perde in un mare di sciocchi sono
fermo al volante guidando
sull’ultima strada non
importa il destino è
la fine, comunque poi vada, stringo
i pugni ed i denti respirando
ancora più forte chiusi
i vetri, anche gli occhi la
sicura a bloccare le porte e
l’insonnia ora cede è
così che mi metto a dormire con
un tubo di plastica in pugno incollato
a un sedile solo
immagini infine e
la presa abbandona il boccaglio tre
banditi pistole spianate calzamaglia
bavaglio uno
sparo bastardo mirato nello
squarcio sul petto sembra
un bacio promesso negato…. non
è certo rossetto. Per Franco
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Mentre
il fiume trascorre la valle guardo
il cielo di un sogno sfumato sulla
barba cristalli di fiato e
la neve più bianca che mai corri
e salta cerbiatto paure
di un presente passato futuro: niente
cani né caccia ma un muro di
ricordi di tanti anni fa. Troppo
chiare le tracce che lasci al
passato che scruta la pista è
un amaro destino una svista come
ombra è già parte di te corri
e salta con forza paure abbandona
la tua timidezza fiuta
il vento: è la sola carezza che
la vita al presente ti da. Dura
scorza sui tronchi gelati fitta
neve in tormenta sul monte sta
crollando anche l’ultimo ponte credo
poco a un futuro se c’è. Mentre
il fiume trascorre la valle guardo
il cielo di un sogno sfumato sulla
barba cristalli di fiato e
la neve più bianca che mai anche
il cervo ormai sfugge la vista non
c’è traccia di vita sul monte sui
miei passi al ritorno una fonte già
nell’aria profumo di te.
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