Emiliano Laurenzi 1-2

Al fondo della bottiglia (01/09/02)

Al fondo della notte (01/09/2002)  Cielo di futuro (23/07/2002) Come la neve (02/04/2000) Come l’onda dentro (28/10/2002)  Dove nasce la ginestra (26/11/2001) 
 

Tiffany sky (13-14/7/90)
Stazione di Rijieka (24/07/1990) Nel vento (10/02/2000) Nei solchi delle mie mani Luce di stelle (14/09/2001) Schiume di mare (15-09-2002)

 

 

Al fondo della bottiglia (01/09/02)

 

Forse al fondo della bottiglia

c’è una luce non conosciuta

una verità ignota

un sole mai sorto al mio cuore

una voce vera che non svela

ma tace il mistero

e nel sangue versa un tesoro vero.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nei solchi delle mie mani (07/03/2002)

 

Nei solchi delle mie mani scorre un cielo intero

e giorni e notti

e possibili tramonti,

ci soffia il vento

e secco il fango crepa

e cresce l’erba cade la neve

la grandine rimbalza

nei solchi delle mie mani vere.

Al fondo della notte (01/09/2002)

Mi spingo a fondo nella notte
sprofondando nelle ore distratte
frugando nei minuti e nel cielo
la speranza d'una fine vera
d'un termine ultimo dove la vita va a morire
dove le ore s'arenano silenziose
dove d'un tratto tutto s'arresta
le stelle si fissano in cielo
e si sprofonda nel vero del mistero.

Ma la volta scolora ed il gallo canta ancora
giunge di nuovo l'alba ed il sole:
ci chiama la vita, ci reclama il mondo
si rianima di nuovo la giostra rumorosa.

Resta la speranza, o l'illusione,
di poter una notte percorrere insonne le ore
e di trovare d'incanto
l'esito esatto del disincanto,
e senza ritorno,
per un’esistenza ancora vana
di silenzio e malinconia
nel tempo vero al fondo della notte.

 

 

Cielo di futuro (23/07/2002)

 

Alle spalle mi piomba la notte

col suo futuro oscuro

col suo fiato pesante

col suo cielo bello e devastante.

 

Raccolgo i preziosi frammenti del   sentiero

dove mi perdo per intero

e non riconosco l’orma

che sbiadisce al vento del tempo

e che impressi sereno

ai tempi dell’amore vero.

 

 

Come l’onda dentro (28/10/2002)

Infrango questo silenzio dentro

e crepo come l’onda s’increspa

e mi rivolgo e mi ribollo

poi ripiombo.

 

Ma nulla poi tace.

 

Come la neve (02/04/2000)

 

Come la neve cade

silenziosa l'angoscia sale,

senza paura,

senza clamore,

con certi silenzi nelle ore

con certi respiri senza valore

con l'incerto sobbalzo del cuore

che teme l'eco suo cieco.

 

E non c'è vento né stella o nembo

a dirci e prevenirci.

Solo, d'un tratto il respiro è corto

e corto il passo

breve il pensiero,

di frammenti si cosparge il cielo

e d'ombre la terra

e di sprazzi violenti e vaghi

di accenni e muti baratri

si colma la mente.

 

Non c'è luogo dove fuggire

e non è luogo fuggire,

come vive farfalle

sbattiamo le nostre inutili ali

fisse sul muro dell'angoscia

con lo spillo vivo della nostra     inettitudine.

 

 

 

Dove nasce la ginestra (26/11/2001)

Ripercorro i luoghi del principio
dello sbocciare della stagione
del grano maturo e della soffice neve,
ma l'odore delle rose mi scaccia feroce
da quei giorni, da quelle ore,
mi sferza di spine l'età incolore
in cui nutro vane illusioni
mentre una turgida giovinezza
inconsapevole del domani
trascorre intera e piena
affrettata e consumata
come un fresco boccale di birra.

Resta un trascorrere mediocre
fatto di false emozioni
e dell'interessato timore
di nulla sovvertire, nulla esprimere
e tutto per interesse manipolare.

Suona serena una tromba di sole
e nel fumo affresca leggera
un cielo di stelle e sogni
di vie in fiore a rasserenare
i passi che lieti altrove s'avanzano
mentre qua al fondo del bicchiere sprofondo
mentre quieta scorre l'ora
ed acqua e neve e sole
passano ancora sui luoghi d'un tempo
che muti videro il mio respiro farsi pieno
ed il sonno vero
ed il corpo percorrermi d'un desiderio
che più non mi guida
più non mi vibra come corda
e più non suono al sentimento
ma agro rincorro l'amara consolazione
del denaro pacificatore
che ogni sussulto dissolve
nel vile e potente tintinnare
nel suadente frusciare delle banconote
che in quantità usiamo
per coprirci dal gelo
d'una solitudine interiore
che ogni mattina nutriamo
con rabbia forza e rassegnazione.

Denaro per sfuggire la disperazione
denaro per salvarci dall'angoscia
denaro per proteggerci dall'incertezza
denaro per guadagnarci la stima ed il rispetto,
denaro per sublimare un amore finta illusione,
denaro per sognare
denaro per mangiare
denaro per sapere
denaro per dormire.

E mi dileguo goccia di niente
nel nulla dell'esistenza
mentre la folla dei ricordi s'affoga
e dal dolore solitario
nasce tenace la ginestra
nel luogo della perdita e della distruzione.

 

 

Tiffany sky (13-14/7/90)

 

    Il cielo rosato

si emana sdraiato e avviluppato

su tutte le forme ed i suoni

crepitano vibrando.

 

    Mi perderei eternamente

in quella nenia incessante,

frinire duro e scaglioso

che costella il tempo immortale

della noia dove sprofondiamo

penetrando il reale

come attraverso le maglie d’un velo.

 

    Neppure nella notte si quieta,

voce di vita inesplorata,

oltre e fuori,

per noi ormai intuibile

ma mai più compresa.

 

    Ed è un profumo colorato

che entra col suo colore nel

ricordo: ancora la sua carezza

di vespro ocra,

ed il suo sguardo di cielo di creta

tinto di terra senese,

gentile e stanco

d’un giorno feroce canicola.

 

 

 

 

 

 

Nel vento (10/02/2000)

 

Soffia muto e cieco

il vento di veleno

e oscuro attizza il fuoco

che arde e brucia segreto

e con fiamme di notte

lento fa le speranze rotte.

 

Ed urta e sbatte

e nel cielo

s'ingolfa

questo cupo soffio

che dice il tormento chiuso dentro

dice il terrore

dice l'orrore

spazza l'aria col proprio livore

e senza pace

chiunque ovunque assale.

 

Nel palmo della mano

resto solo con il fiato stanco

il respiro lento,

e mentre attorno ruggisce la bestia

dormo sospeso ad un filo d'erba.

 

 

Stazione di Rijieka (24/07/1990)

In una stazione,
mille miglia lontana dal cuore,
ti cerco interra
e non ti trovo
e mi sporco.

Respiro lieto e fondo,
spesso da toccare,
dove sei?
T'ho perduto tra i piedi
malati d'inerzia
e spaccati dal destino.

E ti allontani
e sparisci,
come l'ombra del palo.
Sembra inutile,
ora,
scavalcare i tramonti
o rincorrere le albe,
futile,
ora che affogo
tra il dolore e l'indifferenza.

La gente mi passa attorno
come gocce che cadono,
le une separate dalle altre,
ognuna verso il suo fato,
tutte insieme ed estranee, figlie della stessa sorte.
Ed io anche cado,
senza poterlo impedire
nemmeno fuggendo
dove non si può fuggire si muore.

E quel bimbo mi guarda:
che orrore se sapesse
per quali profonde calli
e oscure è passato il mio vizio
di sopravvivere sperando..

E te, sogno crudele e infantile,
mi ti annidi ovunque,
fin dentro le viscere,
per colpirmi l'unico lume sincero.
Tu amore crudele e blasfemo
che mille sospiri chiedi
e mille sogni,
ed una manciata d'illusioni getti sul cuore,
così come a dire:
«Ama frattanto che muori».

Luce di stelle (14/09/2001)

 

Brillano nel cielo le stelle

e limpida è la loro luce

come la disperazione sul manto sereno

d’un cielo disteso.

 

Vibrano incerte in alto

e bruciano attese e speranze

in un gelido calore

che arde il nome di chi spera.

 

 

 

 

Schiume di mare (15-09-2002)

 

Sfianca il tempo che lento si stanca

e scorre e corre e lento trascorre

mentre ciechi nel futuro piombiamo

al presente assenti e presenti

come distratti momenti veloci e lenti

quando o prima o dopo non è mai ora

e sospinti qua e là c’aggiriamo estranei

nel tempo insensato dell’esistenza che siamo.

 

 

 

 

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