Emiliano Laurenzi 1-2

 

Mi riempio la bocca

Brulicano di carezze le mie mani
e fioriscono come prati di sangue le mie labbra.

Mi riempio la bocca di terra
e sotto le palpebre è il germoglio ed il verme
mentre stelle marine corrono sulle mie ossa
che rosseggiano in fondo al mare.

Inghiotto il vento e soffio foglie
mentre i miei occhi s'acciotolano nel fiume
ed i miei capelli fluttuano nella corrente.

T'abbraccio e le mie braccia sono di neve e sabbia,
ti bacio ed i mie baci sono di pioggia e vento.

Stenditi nel campo del mio petto
e lascia che nella tua carne
entrino dolci e violente
le mie tenaci radici
al canto intenso delle cicale
che costellano di spighe il cielo.

 

 

 

 

 

 

 

 
La risacca delle stagioni

12-04-2004

Mi riempio del soffio senza fiato della notte cieca
che gonfia la volta del cielo che m'esplode a grumi nello sguardo
e le mie mani fioriscono spine e rovi
e contorte siepi di foglie seghettate
mentre sprofonda e cola denso dentro
il mare che in fiele di luna si trasforma.

Non ho sete né fame né sonno
quando come un fienile abbandonato
le ossa ai corvi il fieno ai vermi
mi distendo sul dorso della terra nera
che mastica radici e sputa in faccia al sole.

La risacca delle stagioni va e viene
mentre rotolano i sassi e giocano e saltano
e nel vento le pietre volano leggere
come la sconfitta e quel che viene dopo
che non ha volto né nome e sereno inghiotte
vite e volti e voluttà morte.

 

 


 

 

 

 

Sfrigolano le stelle

20/07/2004

Sfrigolano le stelle sul pane fresco delle mie ore
mentre in onde il grano
m'affoga di cielo
e fiorisco nel volo degli uccelli
parlando con l'eco
gridando vallate
frantumandomi il volto
nella danza sincopata dei semafori metropolitani.

Un miglio d'oro mi legge la carne
misurando in numeri vuoti
la corsa del mio respiro
la danza stanca del mio sguardo
e nella coppa delle mani
si versa la notte che bevo
come un'acqua d'oblio.

Si schiude la mia bocca in petali al mattino.

Sul duplice urto del giorno e della notte
mi scorre nelle vene l'acqua del mare,
ed i miei sogni sono ali di corallo
correnti d'alghe
ed il gracidare delle rane.

Sbocciano fiori di pietra alle mie dita

15/08/2004

Sbocciano fiori di pietra alle mie dita
mentre con lo sguardo bevo il cielo che mi nutre
con voli di tulipani
e distese di grano
che allargano i miei polmoni in campi di carne.

Busso alle porte del tuo segreto
con rintocchi di campana
e grida di cornacchia
e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

Ho piedi marini e braccia come sentieri
mentre i miei capelli stormiscono alle cime degli alberi
ed il mio viso si scioglie
nella corrente dei fiumi.

La luce del sole nutre la mia pelle
dove riposa ancora latte di stelle
ed il sospiro della notte
che tutto trova e tutto perde.

Busso alle porte del tuo segreto
con rintocchi di campana
e grida di cornacchia
e scheggio le mie unghie sulla corteccia.

Esploro il tuo viso nel riflesso delle foglie
ed ascolto la tua voce nella caduta del sasso sul fondale;
così catturo un volo di polline
per fartene collane e bracciali
ed incendio cataste di fiori per vestirti di fumo.

Nella radice dell'occhio vive la tua presenza
e nel cavo delle mani mi riscalda la tua assenza:
mi siedo sulla terra e bevo il tuo segreto
fatto di pietre e grano.


 

 

 

 

 

 

Le mie parole si perdono nel mugghiare del mare 14/08/2004

Le mie parole si perdono nel mugghiare del mare
e nel canto dei gabbiani
che lacera il cielo
e strappa le nuvole
ai miei occhi stanchi,
quando in volo arriva il tramonto
e sotto l'ala del corvo
sorge la luna e s'illuminano le stelle
che ardono dei fuochi accesi
nei sogni e nei desideri
che distanti bruciano nel tempo.

Si fanno d'alghe e coralli le mie parole
e fioriscono i miei denti
come cespugli di rovi
pieni di bacche e spine
avvolti in se stessi come verdi misteri.

E spinge dallo stomaco alla gola una corrente
animata di sirene
dove riverbera un canto
fatto del frinire delle cicale
che in resina distilla le ore
e le fantasie del girasole
nel suo amore per il sole.

Le mie dita arano la terra dei giorni
che cade all'orizzonte
e affonda nell'attesa notturna,
nel fuoco nero che brucia la speranza
e rischiara l'origine del giorno e dell'opera.

 

Senza titolo

Cauti petali trafitti di luce
sul palmo dell'acqua
annegano sereni e profondi
in un sogno di desideri.

 

 

 

 

 

Meridiana

Sto qui sdraiato,
la penna infitta nel petto,
meridiana d'un giorno
breve come la vita.

 

 

 

 


Senza titolo

Io prendo la rosa
e ne mangio l'incanto;
strappo la luna e dormo stanco.

Io alzo lo sguardo
in faccia al maestro
bevo nel vento
mi volto di spalle
al piede ubbedisco
e vado avanti.

Io mangio e dormo ed amo
e storto cammino
ma dritto anche.

Ho un volto una voce
e sto presente.

Canta la cicala in questo
istante assente.

 


Senza stelle

Senza stelle
senza disperazione;
non ho cuore
non ho parole
dormo poco e mangio strano
mi siedo mi alzo
ragiono e sono stanco.

Lavoro distratto
mi sdraio nella notte
mi stendo sereno.

Non ho nel petto che un cristallo,
niente baci e senza stelle

pulsa il mio muscolo ribelle.

Luna stanca

Arde ed affoga
nel cielo di nubi
una luna gialla
di fiele stanca
amara disincantata
sordida morbida puttana.

La legano d'abbracci
sporche nuvole a filacci.

 

 

Un Cane

Un cane abbaia
l'innocenza della notte
ad una distratta moltitudine di luci
che accecano la nostalgia
splendente in cielo.

A rimanere, perdurando (02/03/1993)

Come il senso,
appartato in una stanza anonima,
pervaso d'abbandono dal passato,
che s'intravede oltre il cielo
di nuvole,
di una malinconia vittoriosa.
Il termine sospeso della sopraffazione.

Un muto,
profondo
invitto dolore,
che cessa.

A rimanere,
perdurando,
la vita.

 

 

Con dita d'ombra (15-03-2001)

Con dita d'ombra la morte mi fruga
e sopite paure e nascosti tormenti
d?un tratto agita con venti nel petto.

Non sfuggo non posso al nero balletto
che tutto d'un tratto m'inscena sin dentro
e cieco io vedo che vado
e vado che cieco io sono
alla danza funesta
dove la mia mente non resta
dove carne impazzita io pulso nel vuoto
che echeggia nel cavo dell'esistere mio vano.

Fiore nero (18/07/1999)

Fiorisce un fiore cupo e duro
dal petalo scuro
dal profumo amaro
e si piega solo al vento lento che propaga la peste
e con dolore crepa la mente.

Nelle vene spreme odor di fiele
ed a stilla a stilla
accumula tra gli stami
il polline sofferente
che d'illusione nutre la gente
e con sogni e speranze
la volontà fa lieve
la forza fioca
e la vita una poca cosa.

 

 

Punctum noctis (20-04-1999)

Veglio sul cuore delle ore
che lento e denso
pulsa nell'interno del tempo
e cauto m'abbevero alla sorgente delle stelle
giusto nel ventre gelido e duro
della notte tagliente di luce e d'asfalto.

Non ho contato le mosse del cielo
quando con cosmica capriola
si ribalta la volta
e sulle spalle del giorno grava
la vecchia, la giovane, la santa, la puttana,
la notte che ogni cosa esilia ed ama.

Sopra Parigi (14/04/2002)

Nel cielo penso ai miei piedi calzati
penso all'orma che mi manca
al cammino che stanca ed affranca
penso al pellegrinaggio in cerca del canto
al sentiero seguito perduto trovato
che modella il mio respiro
dove sono il mio destino.

 

 

? (?/11/1999)

Per i tuoi occhi chiusi
per le tue mani aperte e strette
per le tue cosce impazienti
per i tuoi fianchi agitati
per la tua bocca
d'un fiato d'un grido d'un gemito roco
d'un sospiro sfinito e goduto.

Per la danza lesta e lenta
sul tuo fiore in tumescenza
per il piacere nudo
d'un orgasmo crudo.

 

 

La mia stirpe (26/09/2002)

Non c'è pace sotto la mia pelle e nel mio sangue
che scorre e ribolle ribelle
nelle vene plebee,
nell'oscura tenebra d'avi ignoti
tratti dalla carne senza nome
del popolo reietto
del popolo abietto
degli umiliati e degli offesi.

Traggo il mio sangue da una stirpe senza volto
affamata, ingrata, rabbiosa
mai solidale, serva alla fame.

 

 

 

Senza titolo (14/10/2002)

Cerco di afferrare lo sguardo d'un sogno
il respiro pieno il vento
il canto che accompagna il sentiero.

Ma nella notte s'inabissa il cielo
s'affondano le stelle
germoglia il frutto
che la luna (ac)ceca.

 

Nella notte (13/10/2002)

Sgorga una gemma alle mie mani
mentre risale al cielo la scala
del sogno e del tormento.

È luce e tenebra nella pietra
che dell'opera si nutre
nell'opera scompare
fedele al suo principio
viaggia per le mie mani
dalla terra tutto intorno.

 

Un assolo di tromba (12/10/2002)

Una tromba affresca le ore
ed apre cieli d'immaginazione.
Le note cadendo aprono sorgenti
d?acqua che sgorga preziosa
ed irriga il canto della presenza
ed il valore della persona.

Il volto /08/2002

Chiudo il mio volto ad un cieco destino
mi strappo lo sguardo
cancello il respiro
divengo d'un tratto
un perfetto assassino,
l'essenza compiuta del colpo e della pena.

Le stelle indifferenti stanno a guardare
come d'un colpo la vita
ti piomba sul viso
dove scorgi improvviso
il tuo nero destino
come un riflesso repentino.

 

 

Un fiore di fumo

Sfiorisce come fumo un fiore fra le mie dita
evapora nel freddo
svanisce e scompare
fiorendo del nulla alle mie mani.

 

Con una corda nuova

Ho rubato alla mia vita i sogni migliori
perso nell'incanto del cielo falso
perso nell'illusione dell'amore.

E dove ho perduto là sono nato.

Così muoio oggi e domani,
e dall'albero pendo
mentre all'ombra mi arrendo
mentre il vento passa oltre
e carezza la corda nuova
per portarmi di nuovo e ancora.

Simile all'albero cui m'appendo
in tutte le direzioni divengo
ma ad un luogo solo mi tengo.

Per l'albero il luogo sono le radici
per me che con una corda nuova pendo
dimora m'è il vento.

Epitaffio

Verso ancora due righe di fiele
su questi fogli morti
su cui mi rifletto leggero
come un'ombra su di una lapide in un cimitero.

Ci scrivo le date sicure
e lascio al marmo scadente
l'immagine vacua della mia rabbia inconcludente.

 

 

? (22/08/2002)

 

Allarga il tuo sguardo di tramonto

sul mio tempo,

così che trascorra fra i tuoi capelli

e sul tuo volto

come pura acqua di ristoro.

 

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