Corpo e ragione in simbiosi
quando la fatica si fa sentire
il sudore gronda come pioggia
la sofferenza percuote.
E non dar retta all’impulso
per fare agire la volontà.
Nulla vale più di se stessi
di quei brandelli di cibo o acqua
intanto che il morso a muscoli e mente
agisce come un rivale insoddisfatto.
La semplicità diventa tutto
unita a qualche strategia
e più la fatica ha la meglio
più la strategia si sbriciola
fino a diventare tatto.
Quel tatto da comprimere
per raschiare oltre
per opporre una reazione.
Ed una volta superata
nulla vale più di se stessi,
di quei brandelli di semplicità
diventati la più importante ricchezza.
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…“Bambini, seduti a tavola si ascolta un racconto, chi descrive narra di quand’era giovane narra di fischi di bombe fischi di schegge…tac..lì il ponte bombardato la cascina corpi di tedeschi galleggiano nel fiume assieme a sangue che si mescola all’acqua assieme ad altro sangue che si mescola all’acqua. Gli americani arrivano, bombardano, i partigiani muoiono, i tedeschi muoiono, i cari muoiono gli americani distribuiscono cioccolata . Chi racconta descrive il sapore di quella cioccolata mescolata a sibili di proiettili. Si ascolta intanto che si scarta un kinder...dentro l’ovetto c’è anche la sorpresa. Intanto le parole fluiscono…Coprifuoco chi non la pensa come il regime sparisce olio di ricino…lo fanno bere olio di ricino?…berlo? tutt’oggi s’arriva ad avvertire l’odore di quello di soia, di semi, ci si cucina bistecche e uova. …Tedeschi sparano ad un ragazzino che ha tirato giù un cavo telefonico lo mancano Quelle parole udite scorrono nella memoria intanto che la mente continua ad elaborare Che gusto ha l’olio di ricino? Che indole ha la proibizione di un idea? Che senso da’ il coprifuoco? Che rumore fa una scheggia? Che sensazioni dà una scheggia? Che suoni ci sono in una cascina? I suoni di quella cascina prendono vita… tanti suoni…udito olfatto pelle sensi… Esperienza… ecco cos’è…l’esperienza. Cos’è la guerra? Cos’è quel fascismo? I filmati…cineluce…qualche libro…quelle immagini alla tv… Il professore che spiega… quelle parole…quella barca sul fiume che tocca cadaveri… Quel ponte da costruire e puntualmente bombardano Mob Quel racconto Quelle parole quel racconto… La mente continua ad elaborare intanto che lo sguardo scivola fuori un’occhiata alla collina un’occhiata al condominio di fronte un’occhiata al negozio appena addobbato cos’è la guerra? Cos’è quel fascismo? lo sguardo insiste nel cercare il sole si fa vivo Il sole filtra attraverso i vetri.
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Un condor rotea nel cielo col becco punta verso il basso con lo sguardo punta verso il basso alla ricerca di qualche carcassa. E’ un condor strabico e quando adocchia qualche preda e gli si precipita addosso zac…ne cattura un’altra. Nella prateria un ranch cintato da una palizzata mezza divelga, suono di chitarra e armonica mani a calli strimpellano bocca bruciata dal vento soffia una musica che s’attorciglia attorno a criniere e botole di paglia, un volto mascherato dalla polvere porge un sorriso al sudore intanto che nel saloon poco distante il cigolio delle ante fa da tacche al duello. …Un baffo contro una fessura ad iride blu del gringo tocchi di campane nel deserto di terra, odore di indiani dentro ombre di cactus ossatura di bestiame e serpenti a sonagli il calesse intuisce e tira dritto circondato dal proprio polverone e da nitriti. Tocchi di campane…dodici Due rivoltelle uno sparo …Bang Mezzogiorno di fuoco …E fu così che il gringo se ne tornò sulla strada, la pistola nella fondina odorava ancora di zolfo intanto che il baffo, accasciato sul suolo lo fissava con sguardo assente. E fu così che il condor incominciò a ruotare sopra a quella carcassa col becco puntò verso il basso con lo sguardo puntò verso il basso e poi giù… zac…infilzò il gringo |
Direzione
là
La
mente danza , occhi fermi , ossa
vibrano
un’idea
fresca per una assidua evoluzione
dentro
una latrina come in mezzo alla baldoria.
Viaggiando
trasportati in un proprio invisibile
Con
il giorno nella notte a ricordarti che ci sono
Con
la notte nel giorno a tracciarti traiettorie
nel
ritmo inferto da voci e stereo….…un suono.
Condivisi
dominati dominatori o nulla
senza
troppe vie di mezzo senza vie d’uscita
se non l’atto di grattar via ogni brandello
ed
a quel brandello continuare a raschiarne la vita.
con
istinto e ragione…che da mettere assieme a volte...
pensieri sospesi a crearne…ricamare il percorso
intanto
che l’asfalto rotola via verso il bagliore
d’una strada a cavallo tra mulattiere ed un corso
ed
in quella strada ritrovarsi ogni volta sul verso migliore
ed in quella condivisione vi si ritrova la propria realtà
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Il signor Porri ha affittato un mercedes per raggiungere i parenti. La strada è lunga, il paesino lontano. Per fortuna c’è il sole, ma non è poi nemmeno così caldo. Da anni il signor Porri è emigrato in cerca di fortuna. E che sia riuscito a trovarla oppure no egli si presenterà dentro ad un mercedes. Una volta arrivato egli ritrova quell’ambiente, quelle persone con qualche ruga in più, quegli odori. Il mercedes percorre per diverse volte il vicolo centrale, dopo di che viene parcheggiato in bella vista nel mezzo della piazzetta, la sola, circondata da bar, municipio, chiesa, rivendita. Il signor Porri, sceso dal mezzo viene immediatamente raggiunto da parenti ed amici che sopraggiungono in elicottero. Li adesso si viaggia così.
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