Giuseppe Pugliese 1-2
Appello Abbiate cura di noi giovani Che rientriamo la sera Con un bagaglio di nuovi pensieri Che culliamo il futuro tra le braccia E poi lo trasportiamo su fili elettrici veloci E su onde magnetiche Abbiate cura di noi giovani Che ci strappiamo di dosso Le divise di soldato E ne facciamo roghi Che illuminano volti di generali Confusi dalle strategie E dal calcolo delle mostrine dorate Abbiate cura di noi giovani Che elaboriamo concetti Che poi sfociano in rabbia verso le stelle Perché ci sentiamo soli Agli angoli delle strade e non ascoltiamo Le urla dei muri già troppo vissuti. Abbiate cura di noi giovani E delle nostre speranze che si schiudono Nei pomeriggi di fuoco Dopo intense tempeste di furore E poi le conserviamo in ampolle di cristallo. Abbiate cura di noi giovani Figli troppo lontani per cuori di madri rassegnate E figli di questo mondo troppo veloce Che non riusciamo a raggiungere Per poi sederci su strade confuse. Abbiate cura di noi giovani Se volete ancora nuove canzoni piene di sole E melodie come miracoli Di noi nuovi poeti che canteremo Le ore vissute dal destino Che si specchia su finestre chiuse su cieli di pioggia o di rincorse di nubi. Abbiate cura di noi giovani Che prendiamo in giro chi ci tarpa le ali E poi voliamo più in alto di un leggero sospiro Per poi scendere ad inseguire Chi abbandona il cammino o chi è stanco di amare. Abbiate cura di noi giovani Contro le mani che rubano l'anima Per poi farla gelare in un deserto di neve Di noi che lottiamo contro chi ci vuole al muro O chi vuole spegnere un sogno lungo Nell'immobile stanchezza di una sedia elettrica. Abbiate cura di noi giovani anche se Allontanati dalle feste sincere E trasformati in martiri per una fede confusa O in scintille di rivolta Di noi che sventoliamo mille bandiere Ma abbiate sempre cura di noi Finchè sarà possibile Fino a quando non avremo dato l'ultima pennellata Al quadro della vita e fino a quando non evapori l'ultima goccia del mare. |
Nuove emozioni Certi giorni scorrono Come flutti rapidi verso mari luminosi Mentre note si arrampicano Verso raggi di sole Che bruciano volti di case O verso sorrisi grandi Di cantilene nuove. Altri giorni sono risalite di fiume Che silenziose scorrono nascoste Tra rami secchi E pianti di nebbie poi solcano rocce brune Su cui siedono pensieri stanchi e rassegnati? Altri ancora si fermano in momenti dentro stanze senza finestre E asfissianti di fumo nero Come piume di falco E si richiudono timidi Dietro armadi di cose confuse Sotto una neve Di polvere e piccole parole? Ma in ognuno nasce una piccola luce Che si trasforma in nuove emozioni In un'atmosfera che ricorda Attimi di mondi svaniti. |
Le canzoni slegano cateneLe
canzoni nascono spontanee dalle
tempeste che esplodono dentro di noi nel
pomeriggio offuscato Quando
il calore si dilegua. Si
muovono tra i turbini di sabbia e
attimi di tempo Rompono
dighe di pensieri e
si riversano vitali Nei
laghi colmi di conoscenze Si
insinuano lentamente tra le mani E
qualche ricordo annoiato Poi
seguono l'ombra di un raggio di sole E
scendono su pagine distratte. Le
canzoni si nutrono di parole Fatte
di sogni vivibili Si
abbracciano e si ascoltano tra loro e
si commuovono per una lacrima di luna. Brillano
sulle labbra bagnate Nel
bagliore del mezzogiorno d'estate E
confortano un dolore afoso con
note di ghiaccio tagliente. Le
canzoni a voorgia" color="#FFFF99">Le
canzoni a volte parlano di pace E
disarmano le mani assassine Mentre
cancellano la parte più vera del
domani Combattono
tiranni chiusi nei loro regni con
armi leggere Come
sussurri che penetrano nelle coscienze. Le
canzoni si riposano quando
il giorno chiude gli occhi E
nel cielo si accendono fuochi rapidi Che
scaldano anime vissute In
attesa di impulsi indefiniti Al
risveglio vagano tra gli uomini Senza
differenza: tra
quelli che colorano di luce un percorso e
quelli che si chiudono nella
loro indifferente intimità. Le
canzoni slegano catene e
vogliono essere libere Come
acqua trasparente di fiume E
come questi corsi d'acqua non
si possono fermare poi
raggiungono cascate e
si perdono negli abissi di rocce. Le
canzoni si ascoltano meglio nei posti Dove
facile è osservare una foglia che
si muove nel vento Una
prigione o in stanze sospese Isolate
dall'universo. Le
canzoni si disperdono Quando
la musica si invola troppo lontana Per
seguire una melodia fuggevole O
quando nel cuore non rimane
nessun angolo di calore Dove
si possono raccontare Le storie sui lunghi viaggi dell'inverno.
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