Salvador Francesco 1-2
(
1985 – 1986 – 1987 – 1988 – 1989 - 1993
)
ANIME
DIVISE (
Poesie di Francesco Salvador )
si
urtano ad
ogni angolo della
città ma
solo un
appuntamento mancato le
farà incontrare.
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Secco
il ramo all’ombra di
un’ estate e
accanto a noi sempreverdi in
dissolvenza
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L’aria
pagana ( infedele ) nel
volto il
protagonista: fronte
spaziosa come
il vecchio Clint, annaspava
sulle parole, fatica
inutile; per
lui era ormai
di pragmatica il
lieto fine. Povero
Cirano passa
il tempo inutilmente.
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S’è
svuotata la
tua bocca, era
colma di parole come
una vasca d’acqua Alberga nel
minimo rifiuto la
volontà del
riscatto
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Amo
i mattini d'inverno freddi
quando i bar sono
aperti da poco e
per strada persone cercano
rifugio nei caffè. Amo
il corpo che si disgela dopo
una grappa o un cognac, i
negozi di libri usati dove
sembra che la vita di tutti possa
ricominciare da zero mentre
il bavero alzato respinge
ancora i venti del
locale che accoglie la
tua figura come
una possibilità di colloquio.
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Non
di sola pioggia hanno
pianto i miei occhi ma
di acide colline che
si asciugavano al
chiarore lunare E
dopo l’antico rancore strappato
dal tempo ho
visto il fluire dei tuoi anni
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Voglio
essere un’eterna
meteora che
torna passa
e ritorna volare
anche bassi ma più che si può
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che
non è di
soli mura e
tetto. Avete
affetti a
me negati
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eravamo
al bar del
paese a
far la corte alle
belle villeggianti eravamo poveri e belli
sbaraccano
raccolgono cartoni
imprecando sulla
pioggia che cade intrisa
è l’aria di grigio di
terrorismo verbale di
gesti e segni sono
ormai poche le
pacche sulle spalle |
Fino
a quando libellule
di fuoco voleranno
sopra noi non
ci sarà pace
a saziare gli
attimi e l’eterno sguardo
dei padri.
Vestiranno
le sere di
porpora e
di falsi ideali ma
non saranno i
rombi che
il petto accoglierà a
placare il dolore. Conosci
tutti i sogni degli
uomini che
si credono liberi e
il passare delle
epoche dipingerà
una macchia bruna sulla
pelle morta.
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Per
cento volte son tornato a
te Treviso
ospite mia cortese cosa
ci lega da
tempo mi son chiesto e
in quali vite m’hai
visto andar da solo. Vedi
ancora oggi ritorno, per poco a
rinnovare il
mistero di
questo amore
|
Dall’arresto
di liquido putrido
seme di scarico all’ultima
fiamma in
quello spento novembre vagano
i cani bastardi guidate
da vecchie pellicce calve Esangui
padrone pettegole di
sesso incerto esposte
di rado a
ricorrenti tempeste rimangiano
se stesse in
sterili maldicenze
|
Seppure
usata giungerà domani
l’alba e saremo in
piedi al finto disarmo delle
curve D’un
ospite indiscreto versando
da morte colline nutrimenti rivedrai
sconforti Nuovamente
invisibile sarà tornando
indietro l’aeroporto Il
sole darà forse più cuore ad occhiali appannati
|
Nello
sfolgorio delle maschere ti
ritrovi Dioniso
triste con
lune dipinte nello
sguardo venturo non
un gesto avrai per
esprimere l’accordo
cercato.
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Se
i tuoi occhi avessero per
un attimo incontrato i miei nella
filovia per Venezia e
quel viso avesse dissolto
la sintesi degli sguardi altrui certo
allora questa mano avrebbe
segnato il tuo profilo e
come un cieco avrei
percorso tutto di quel viso lentamente
fino all’ultima fermata
|
Si
lamentano i pali sull’acqua scorgendo
clienti in passerella alla
fermata del vaporetto. Quella
voce è monotona, insistente, quasi
una domanda d’aiuto a
chi guarda dal seggio più alto. Il
mattino si rischiara e
quel suono passa ormai inosservato come
le barche sul mare. Impronte
dell’anima sono le parole che
leggi Gesti
mortali ripetono
la storia degli uomini.
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in
una lavatrice con
l’acqua alla gola e
bere l’acqua per
sopravvivere è
un sogno fatto
in dormiveglia a
cercare la metafora o
il senso saranno
in molti e
il prelavaggio d’ogni
notte diventa
l’inizio di una musica |
Sai,
rimpiango
quel tempo, quando
da solo partivo, per
città sconosciute e
in quelle vivevo mille vite.
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Rosso
scuro quei mattoni accanto
al parco a
barriera contro l’età della
più laboriosa formica, lei,
per un attimo osserva il
materasso di gomma i
giochi dei bimbi e
sembra che invidia non conosca il
suo istinto, assorbe
l’ipnosi che sa elargire
il canto di
altri animali nel verde, riscuote
dal clima
la
più attesa gratifica. |
Le
secche speranze vanno
annaffiate con
l’acqua della fiducia.
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