Stefano Medel 1-2-3-4

 

Nubi Neon La strada Addio Tho visto, Hetty Per te, Hetty Dipinto Amica notte Acquazzone Il richiamo della primavera
Gocce Gabbie Giungla A Elisa Libertà Contento la vita gira gira Binario I tuoi occhi miami stella del mattino
A modo mio Andarsene California Atollo Ehi, eccoti lì, Clessidra Il futuro che arriva luci e ombre Fiera Il bambinetto
Acquazzone Monna Lisa Vedo il tempo rimasto Gatto randagio Florida Occhi pesanti, Ombra delle mani A ferragosto Nonna

 

 

stò coi

miei

ricordi

e basta,

stò

con me stesso;

e và bene così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A ferragosto

Deserto

Nella città;

paesi abbandonati,

chiusi,

blindati,

ferragosto;

dove sono andati,

quei giorni

di bambino,

pieni di risa,

di scherzi,

di ore calme,

piatte;

ma un bambino,

stà sempre bene;

per l’adulto è difficile,

ridere un po’;

ti devi sforzare,

per divertirti un po’;

ferragosto,

chi rimane ,

una tristezza immane;

solo,come un gatto,

soletto,

che miagola scontento,

in attesa ,

del mangiare,

che dalla finestra ,può arrivare;

ferragosto,

la tristezza devi mandare,

a spasso,via dal casolare,

ma non è facile ,

da fare.

 

 

 

Nonna,

il tuo nome

è già un ancora di salvezza,

che mi riporta,

al passato

migliore;

e il vento,

mi sussurra

le voci ,

e la tua soprattutto;

e vedo te

e la tua bontà;

e il passato

si dà battaglia,

e mi sovvengono,

i giorni più lieti,

le cose fatte insieme,

il mare da bambino;

il tuo aiuto,

la tua presenza,

a rimboccarmi le coperte;

a curarmi;

e poi tante cose,

indimenticabili;

e adesso che sono qui,

grande  e grosso,

coi miei annetti,

i miei dubbi,

e le disillusioni

della vita;

adesso,

che sono grande,

quanto basta per

rimpiangere,

la mia piccolezza;

e l’infanzia,che era ieri,

o poco più;

adesso penso  a te;

solo a te;

e non ti dimentico mai;

e parlo con te,che mi ascolti nel vento;

e la tua scomparsa,

è terribile,

come la tua mancanza;

e la vita è una truffa;

un gioco di prestigio del destino

e del tempo crudele;

che passa

e non ti lascia

che le briciole;

unica vera certezza;il passare del tempo.

 

 

 

 

Occhi pesanti,

 

 

cercano un sonno,

che non viene,

negato,

cancellato,

disatteso;

non concesso;

e ogni parte di me ,cerca un po’ di ristoro,

e di recupero;

e mentre il mio giorno,

arriva alla fine;

il passato è perduto per me;

il tempo dei giochi,

il tempo,

delle mani in tasca;

lo sguardo insù,

che esplorava,

tutto  e niente;

era la vita,

era la vita,

dentro di te;

tutto vibrava all’unisono,

tra te ,

e la tua anima,

e le cose,andavano bene;

e adesso,

vuoi solo,

alzare le spalle,

non pensare;

solo gustare,

questa meravigliosa primavera;

che è tornata;

anche per te,

anche per te;

ed è tutto un risveglio,

della natura,del verde;

della speranza,che non può ,

non deve andare perduta;

è la tua vita,

e la devi vivere.

 

 

 

 

 

Ombra delle mani

 

 

Insonni,

che scrivono,

che inseguono i pensieri fugaci,

ed effimeri,

schivi

e fuggitivi,

come un daino nella foresta,

che scappa dallo stagno,

al primo rumore;

mani che stringono,

mani che fanno;

mani che ricordano,

i tempi migliori,

i bei tempi;

quando tutto era terso  e pulito,

e non c’era odio,

né astio intorno  a te;

m ala gente odia tutto quello che è diverso,

che non può capire,

tutto quello che è fuori  dal

quotidiano  e dallo scontato;

e adesso che sono qui,

e tanto  è compiuto,

vorrei solo ricominciare daccapo,

ritornare bimbo,

e mettermi a sognare astronavi  e robot,

e guardare

tutto,

con meraviglia;

e cerco la felicità perduta,

ogni istante,

ogni minuto,

e cerco anche il tuo ricordo

Etty;

altro non mi è dato,

tranne pensarti,

seguire il tuo

profilo col ricordo;

con la nostalgia,

dentro.

 

Gatto randagio

 

 

Gatto,

sonnecchiante,

con un occhio aperto,

dormi,

sogni,

di avere la pancia piena;

e di trovare un buon padrone;

gatto randagio,

senza

padroni;

la strada il tuo mondo,

aspetti,

qualche cosa

dalle finestre;

avere la tua libertà,

e girare senza mai

voltare lo sguardo.

 

 

 

 

 

 

Florida,

 

penisola,

al centro dell’universo,

nucleo dei desideri,

dove ti portano le strade blu;

le vie americane,

con le loro corsie grandi,

e il traffico incessante,

come nei libri di Kerouac;

e tu vorresti seguire il mare,

e vedere l’oceano,

e poi la verde Florida,

coi palmizi,

e le insegne e i school bus,

e la gente che và di fretta;

la tua voglia di partire,

di non voltarti più;

di vedere il mondo,

e la Florida che splende ,come un

quarzo nella notte;

e i lampioni  ei neon sfavillano,

coi cartelloni dei mothel;

e tu vuoi andare ,

e non tornare,

più,

mai più.

 

Vedo il tuo,

viso;

tra i visi,

ho viaggiato,

 gli abissi del tempo;

ho fermato,

 l’incedere del tempo,

il telaio del divenire,

per conservare

il tuo volto,

per fermarti nella

memoria,

mia amata;

mentre tu

segui il tuo tempo;

chissà dove ,chissà quando,

a me non resta molto,

tranne,forse,

il ricordo del tuo viso,

che serbo,

nel mio

cuore.

 

 

 

 

 

E un po’ per volta ,

intanto il tempo se ne và,

e non sei più bambino,

non sei più minuto;

e i tempi d’una volta,

sono finiti,

andati,

perduti;

ma il passato,

non puoi lasciarlo andare,

devi tenerlo con te;

in mezzo a questa giungla,

a questo deserto di cemento;

non ci sono

veri amici,

non c’è nulla,

tranne te stesso,

e devi pensare alla

tua persona;

la felicità deve prima o poi tornare,

e non hai più tempo per nessuno;

non ti importa che di te;

della tua vita,

del tempo che ti rimane,

un ora,

un giorno,

un anno;

l’importante è che il tuo tempo,

sia tuo,

e che quello rimasto,

lo impieghi meglio che puoi;

adesso,

adesso

devi fare delle cose adesso;

il momento è questo,

prima di venire meno,

prima di scomparire.

 

 

Acquazzone

 

Temporale,

le gocce cadono scrosciando,

zampillando,

e

infrangendosi,

sul terreno,

nei marciapiedi,

pozzanghere grandi,

martellate

dalle gocce;

le vie

con rivoli 

e

scie di acqua

piovana,

fanno sembrare

già autunno,

come se la bella stagione,

fosse stata scacciata,

e mandata via;

le foglie tremano sotto la pioggia;

il mondo sembra nettato,

pulito,

almeno,per un po’.

 

 

 

 

 

 

Monna Lisa

 

Monna Lisa,

il tuo sguardo attraverso i secoli,

la tua veste immacolata,

il tuo viso pieno  e ovale,

sembra scrutare

il tempo,

col tuo sorriso

enigmatico,

i drappi,

e il velo che ti scende

intorno al viso,

e la tua espressione lieta  e serena ,

pare senza età;

Monna Lisa del giocondo,

e tutto il mondo ti fa girotondo;

nella parete del Louvre,

contempli

nel silenzio del museo,

gli astanti,

e nel tuo sguardo mi perdo,

viaggiando nel tempo;

perché non favelli,

solenne creatura,

pensata  scaturita da

un genio;

passerei il tempo,

a rimirarti,

a seguire il tuo viso,

senza stancarmi mai.

 

 

 

 

 

 

Fiera

 

Sento un tramestio

Di sotto,

la fiera è arrivata,

e stanno montando le bancarelle,

rumori

di metallo,

di pacchi,

di furgoni

che si muovono;

non mi interessa;

lontano,

il mio pensiero và lontano;

verso il mare,

la riva con le pietrine  egli scogli;

la rena sulla spiaggia;

le orme  che svaniscono,lambite dalle onde;

voglia solo,

di stare in pace;

di dimenticare,

fregarmeme,

di spegnermi,

e non sentire nulla;

non sapere;

e basta.

 

 

 

 

 

Il bambinetto

 

Un bambinetto,

tenuto per mano,

dalla nonna,che lo sorveglia,

attentamente;

il bimbo,guarda curioso,

i fari delle macchine,

e le gomme che stridono

l’asfalto,

con occhietti buffi  e vispi,

pronti a esplorare il mondo;

con un espressione piena di

stupore,di attenzione,e

di sorpresa,

di interesse,

per tutto

quanto l circonda;

non si stanca di guardare,con occhi

innocenti  e buoni;

che meraviglia,

come lo invidio;

la sua vita,gli stà davanti;

tutto da scoprire,

tutto da fare;

con tutti che lo seguono,

e non lo abbandonano

mai;

lo osservo con

mestizia  e invidia;

essere come lui;

ritrovare,

i visi amici,

lo sguardo della nonna;

ritrovare tutti quanti;

e mentre mi allontano,

mi sento triste.

 

 

 

 

 

 

Il futuro che arriva

 

Slitta,

al sera,

adagiandosi,

paino,

sopra

il paese,

stanco,

la giornata

alla fine;

le macchine ,corono nel buio,

i fanalini rossi,

sembrano fiaccole votive

nella notte;

moccoli funerei,

che scompaiono;

il tempo,

indulge,solo un

momentino;

poi riprende

la sua folle e spietata corsa;

che riporta al domani,

che ci sbatte in faccia ,

il futuro,come sempre,.

 

 

 

 

 

luci e ombre

 

Voler dormire,

sopra la propria

sventura,

sopra la propria

paura;

cercare la pace

della

notte;

il silenzio del mondo;

immerso

nella tenebra

fosca,

col buio,che fa giochi di luci  e ombre;

con l’asfalto nerastro,

dei manifesti attaccati;

d’un cinema chiuso;

h vagato con la mia

anima,

peregrinando,

alla ricerca di me

stesso;

di riposte,

alle domande;

che sono ,ancora molte;

mentre la notte,

come ogni altra cosa,

verso la sua  fine.

 

Giungla

 

Solo,

intorno

il mondo grande,

giungla di pietra  e

cemento;

parole inutili,

chiacchiere,

molte ,

troppe;

ma

resta solo una

giungla metropolitana,

indifferenza

quotidiana;

chiusi in casa,

ognuno

coi propri guai,

ognuno ,

coi pensieri suoi;

e l’amicizia

rara,

è l’unica luce;

in mezzo  a

questo

sporco sistema,

questa giungla,

dove si cerca l’umanità,

tra le pagine d’un libro,

una passeggiata nella nebbia,

camminando per la stazione,

dove la vita và;

in un parco solitario,

con la solita panchina;

e i luoghi ,

che ti ricordano,

i tempi

migliori,

gli anni andati;

e adesso resti,

tu

e la tua vita,

contro

tutto  e tutti.

 

 

 

 

 

A Elisa

 

Il giorno

Và via,

e tu non ci sei più;

era ieri,

che c’erano le piante in fiore,

era ieri,

che la vita era verde;

e adesso non ci sei più;

la vita ti ha presa è condotta,

per il mondo ,

tenendoti

per mano;

la festa è finita,

la stanza è buia,

la favola è finita,

la vita è andata e tu ,

tu

non ci sei più;

chissà se penserai  a me,

chissà dove,

chissà quando;

e tu non ci sei più,

e io sono qui,

pensando a te.

 

Libertà

Libertà,

che ho dentro,

che mi scorre

forte,

che mi fa dire quello che non si può dire,

e mi và di fare,

quello che non si deve fare;

perché questa,

è la mia libertà;

e non ha prezzo;

non rinuncio,

neanche  ad una briciola,

di me stesso,

e della

mia libertà;

non ci sono confini,

e ancora non sanno,

che romperò le sbarre;

per aver,

tenermi,solo ,

la mia libertà.

 

la vita gira gira

 

È la vita,

che tutto,

gira,

girano le scatole,

girano i pianeti,

e tutto gira,

girano i giorni,

dove tutto inizia  e finisce in fretta,

e il bello,

stà nell’attesa,

nel desiderio;

stà negli attimi presenti,

nella felicità del momento,

nel vivere alla giornata,

ma la vita,

fugge lo stesso;

che ci pensi o no,

che ti frega o no;

e qualcosa devi fare,per

te,

per te,

sognare,

pensare,

avere

un idea da realizzare,

cose da fare,

momenti

da gustare;

cercando la felicità,che avevi

una volta;

che è svanita con l’età,

ma era meglio,

era meglio

allora;

meglio di tutto questo,

da cui stai fuori,e basta.

 

 

Binario

 

Binario,

parallelo,

verso un futuro che non vuoi,

che ti dice,che qualcosa è finito,

è ora di tornare,

di partire;

binario arrugginito

e ferroso,

pieno di neve;

il treno arriverà,forse,

oppure no,

col suo solito ritardo;

e tu nella sala di aspetto,

quadrata ,

grigia,

le piastrelle polverose,

passa lo scopino,

che fa finta di pulire

qualcosa;

qualcuno telefona,

qualche altro sbuffa,

chi maledice i treni,

chi pensa al ritardo;

e tu che vorresti non far partire,

la persona,

vorresti fermarla,

portare indietro le lancette;

poi finalmente ecco il treno,

massiccio  e sferragliante,

si ferma,

la persona sale,

e vorresti andartene con lei,

scappare via;

la saluti con la mano;

poi il treno si muove,

e diventa sempre più piccolo

all’orizzonte;

e diventa piccolo ,

un punto che si confonde col cielo;

è andato,

finito,

partito;

e il tuo cuore piange un po’

di dentro;

e senti solo,

la tristezza,

d’un arrivederci,

ed è di nuovo,

la tua vita.

 

 

 

 

 

 

 

I tuoi occhi

 

I tuoi
Occhi,vivaci  e fuggitivi,
come un cerbiatto,
palustre,
vagano durante il
giorno,
e scappano lontano,
sfuggendo alla realtà,
della tua condizione;
che vivi,
forzando
la mia catena
mentale;
e
cerchi l'abitudine
di lei;
i giorni frementi,
il ritmo giusto;
e il suo camminare
calmo  e tranquillo,
il tuo volto,
duro,
e impassibile;
il tempo passato,
ha scavato,
tra di noi,
un solco;
eppure per me;
hai ancor a il volto
dell'amore,
adesso,
in questo istante,
sino alla fine;
se tu,
sei tu,
che voglio,
che vorrò da sempre.

 

 

 

 

 

miami stella del mattino

 

Florida,

centro lucente,

stella radiosa

che scaccia i meandri della notte;

m’immagino il lungo mare,

azzurrastro,

con le onde dell’oceano,senza fine,

distesa inquieta,

senza fine,

landa libera;

con le correnti

e le onde scure  e possenti,

e le vie

coi cartelloni pubblicitari,

i neon,

e le insegne dei negozi e dei motel,

le macchine colorate,

i lampioni ed i riflettori,

che danno dei raggi di luce rosa;

e cerco Miami,

la luminosa,

raggio nella notte,

diamante irradiante,

gioiello nella sera,rifulgente

di luce;

Miami

Miami.

 

A modo mio

 

A modo mio,

avrei bisogno,

di stare in pace,

anch’io,

a mio modo,

vorrei

ritrovare il riso

d’un tempo,

vita pulita e chiara;

a modo mio

sono stufo di stà galera,

di stà città;

meglio stare alla larga

da tutto;

più che si può,

alla larga dai guai,

dal male,

che ci sovrasta,

meglio alzare le spalle,

e pensare solo a sé.

 

Andarsene

 

Andarsene ,

via ,

il mondo aspetta là fuori,

in infinite road,

strade blu 66,

che portano,

verso le praterie  e le corsie,

larghe,

con il deserto ai bordi della strada,

i cespugli,

gli arbusti  e le lucertole,

percorrendo canyon e grandi sierre,

fino a scendere ,verso al Florida;

dove il clima  è mite,

e ci sono le barche e i battelli,

là,

in fondo ad Apalachicola;

e il vento fruga,

tra le palme  e le piante;

e al primavera,

non se n e và mai.

 

 

 

 

 

 

 

California

California,

costa di Los Angeles,

chiara nella notte,

lumiscente,

come un cristallo di rocca;

con le sue miriadi di luci,

uno strano presepio di cemento  e

metallo,

con le palme in riva al mare,

e il vento dell’oceano,che agita le fronde,

un sogno nella notte,con le macchine insonni,che sfrecciano,

dirette non si

sa dove,magari ad Alameda;

e fuggono nella notte come stelle cadenti,

lasciando una scia rossa dei fanalini;

California,

la vedi nei tuoi sogni,

la desideri nei tuoi incubi;

California poterla vedere,

poterci riuscire,

e saresti pago,

e ti sentiresti,

di nuovo felice.

 

Atollo

 

Vorrei solo,

un atollo.

Per me,

dove chiudere gli occhi,

senza più pensieri,

senza più niente,

e ridestarmi,

in un aurora da fanciullo,

contento solo di cominciare ,

un nuovo giorno,

contento,

solo di esserci  nulla più;

vorrei,

una vita solo mia,

alla larga da tutto,

dai guai,

dalle illusioni,

e menzogne,

ed essere perduto per il mondo;

di cui poco mi importa,

e pensare solo alla mia vita,

la mai vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehi, eccoti lì,

 

Ehi,eccoti lì,

sei un po’ giù;

il tempo è passato troppo

in fretta,

e tu ,tu non te ne  sei manco accorto,

e adesso,

hai qualche capello grigio,

e ti senti

truffato,

deriso,

ti hanno umiliato;

doveva essere una gran vita

la tua,

e invece,

eccoti lì,

a pensare,

a rimpiangere il passato;

ma era meglio

un avolta;

quando ridevi,

e non ti importava,

quando facevi,

e tutto pareva andasse bene;

e adesso invece,

eccoti lì;

un afoto scura ,

e tanti ricordi,

e senti le voci,

e hai ancora gli occhi pieni d’amore;

e tutto un imbroglio,

prima hai tutti intorno,

e poi,

rimani solo,

come un pino solitario,

come un can abbandonato;

eccoti lì,

vita di fretta,

e tu non te l’aspettavi;

eccoti lì.

 

Clessidra

 

E và questo mio tempo,

nella clessidra dei miei

pensieri,

nella clessidra dei miei

ricordi,

sabbia che scorre,

la spiaggia,

ed il lungomare,

i calzoni corti,

la pelle bronzea;

camminando,

guardando

i cartelloni d’un cinema;

hai ancor ail titolo in testa,

ancora te lo ricordi;

e magari i manifesti non ci sono più;

i prati  ele fontane,e poco lontano il vociare sommesso

del mare,

l’odore di salsedine

aspra  e di umido;

il sibilare del vento,

la bandierina rossa,

sulla spiaggia;

le cabine colorate,

le moto sulla strada,

i bar,

e la gente in gita;

e tu ,

un bambino,

un bambino;

i vecchi bastioni contro i saraceni;

la tua voglia di gelato;

il caldo ,i colori dell’estate,e tutto

corre in fretta,

dove è finito ogni cosa,

dove è finito,

tutto

è andato,

come le belle stagioni dell’infanzia,

e la sabbia è passata nella clessidra;

allora,era facile,

essere contento;

dov’è questa felicità,

dov’è…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gocce

 

Gocce,

cadono,

rigando la finestra,

con una scia trasparea

evanescente,

fuori stà piovischiando,

o forse comincia adesso;

buio,

un muro di nuvole

grevi,

nerastre

e pregne

di pioggia,

stringono la città;

e oscurano

lo spazio;

pare già sera,

e non è nemmeno tanto tardi;

la pioggia scende fine,

la gente scappa,

le gomme stridono

nelle pozzanghere;

pasqua di pioggia,

e la primavera pare distante,

come un sogno

sfocato all’alba;

panchina fradicia,

coperta di gocce,

di stille;

la primavera,

chissà dov’è,

da qualche parte,

forse stà facendo vacanza,

e ancora non si decide,

se en stà accantuciata

da qualche parte,

magari ai tropici,

dove è sempre estate,

e i giorni sono tiepidi

e tersi,lontani

un milione di sogni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabbie

 

Gabbie,

questa vita,

è fatta di gabbie,

di cose che non si possono,

di regole,

di non fare questo,

o quello;

gabbie,

chi cerca di usarti,

chi vuole ,solo spennarti,

chi ti frega,

parlando,

chi stà ,solo giocando

con la tua vita,

e se ne frega;

ed è in mala fede,

e vuole decidere per te;

sono solo gabbie;

non mi frega,che di me;

in questa vita strana,

in questa strada

deserta,urbana;

in questo vuoto ,intorno;

solo con la mia vita,

vado incontro ,

al destino,che

arriva,

troppo ,

troppo presto.

 

Acquazzone

 

Temporale,

le gocce cadono scrosciando,

zampillando,

e

infrangendosi,

sul terreno,

nei marciapiedi,

pozzanghere grandi,

martellate

dalle gocce;

le vie

con rivoli 

e

scie di acqua

piovana,

fanno sembrare

già autunno,

come se la bella stagione,

fosse stata scacciata,

e mandata via;

le foglie tremano sotto la pioggia;

il mondo sembra nettato,

pulito,

almeno,per un po’.

 

 

 

 

 

 

 

Il richiamo della primavera

 

Nell’aria,

un sapore di verde,

di erba nuova;

di fieno,

di insetti che svolazzano,

di ragazze che girano,

in abiti leggeri,

blaterando,

mentre spira una lieve brezza,

che sa di nuovo,

che sa di primavera;

e ti senti un po’ triste,

per i guai ,

che sono sempre lì,

che non hai risolto,

ma qualcosa ti vibra dentro,

finalmente primavera,

e puoi andare adesso,

e fare un viaggio,e

volare via,

dai soliti lidi,

i soliti posti;

e la primavera che ti chiama,

verso l’ignoto ,verso

l’avventura;

la primavera,

la primavera.

 

Dipinto

 

Con la tela lucida,

cosparsa di colori,

figure e immagini,

turgide e dinamiche;

museo di Firenze,

coi busti romani,

che sembrano

spiare i visitatori di nascosto;

statue,

veneri incomplete,

steli  e

figure etrusche;

ti portano con loro,

indietro nel tempo;

e fai un viaggio

,nei secoli;

perduto

sotto il

greve peso

dei secoli.

 

 

 

 

 

Amica notte

 

 

Occhi,

che cercano,

la quiete,

il buio del sonno;

orecchie

ascoltano il nulla,

e si beano,

di questa vacuità

benedetta;

finalmente,

i rumori della città,

si sono acquietati;

e senti la notte,

come

amica;

e vorresti

la sua mano guantata

di velluto nero,

non se ne andasse più;

rimanesse,la quiete;

cinerea,

e

impenetrabile ,

della

notte.

 

 

 

 

 

 

Nubi

 

Nubi grandi,

coprono la volta,

e nascondono

l’azzurro,

spegnendo le

luci,

togliendo forza,

allo spettro dei colori,

e tutto ,appare

smorto,

pallido,

grigio,

come una

nave nella nebbia;

come un piccolo inverno;

e insegui la primavera,

immaginandola,

in altri posti ,lontani.

 

 

 

 

 

 

 

Neon

 

Solo,

la stanza,

illuminata dal neon,

la pioggia fuori,

cade lentissima,

minuscole

gocce,

il cielo annerito,

ombroso,

rannuvolato,

 la primavera,pare

tanto lontana;

remota,

perduta

e vedi la vecchia casa,

il giardino fiorito,

le pesche,

e le vespe,

intorno ai fiori,

nonna,stà tagliando l’erba,

il pigolio dei pulcini,

le galline,

sembra una fiaba spenta  e

lontana,

infanzia,

infanzia,

meglio una volta,

meglio i vecchi tempi;

che non torneranno.

 

 

 

 

 

 

 

La strada

 

Strada,

scia,

protesa verso l’infinito,

verso il futuro,

verso quello che non

è ancora,

il cammino che farai,

quello che vedrai,

il posto dove andrai,

il passato che lascerai;

strada,

che ti prende  e ti porta via,

dal tuo passato,

dalle cose che eri,

e che forse non sarai

più dalle persone

,che contavano,che forse non rivedrai,

da come eri;

e sei,già in viaggio;

strada.

 

Addio

 

Addio,

ai giorni d’una volta;

il sole forte,

e riscaldava

l’anima giovane,

addio

alle risate schiette;

addio,

al tuo volto bambino,

ai giochi,

senza problemi;

addio,ai banchi di scuola,

il grembiule,

e il fiocco blu,

addio

all’età più bella  e nova;

e cerchi,

nel tuo giorno,

adesso che sei grande,

di tornare a quei momenti;

e ti pare di sentire,

la risacca del mare,

che ti chiama,

che ti dice di tornare;

il mare,

il mare,

nella sua

immensa solitudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

T'ho visto, Hetty

 

T’ho vista,

un pochino,

t’ho vista un istante;

la tua figura esile e graziosa

come sempre,

la tua bella testa nera;

Etty,

t’ho vista,nello spazio d’un minuto;

camminare affaccendata,

con la maglia sottile

primaverile;

un po’ assorta  e concentrata

nelle tue commissioni quotidiane;

t’ho vista,

con piacere,

e con un po’ di dolore,

che tengo per me;

il passato,

mi è ripiovuto addosso;

e il sentimento,e tutto il resto;

ma il tempo,

è un tiranno feroce,

e crudele,che ride delle

le cose umane;

tutto  è compiuto,

e non si può di fare ,

quello che si è fatto,

o fare ,quello che non si era fatto;

Etty,

t’ho vista,per un istante,

cercando di scappare ,

da quello che provo;

che non morirà mai.

Per te, Hetty

 

Declina il giorno,

scorrendo veloce,

nella clessidra,

e se ne và via,

la gioventù,che ieri,era

forte in te;

e le risate fanciulle,e

 i tempi vecchi,paiono ricordi,

d’un secolo prima;

e ora sai,che la vita ,

và vissuta momento per momento,

contento di esserci,

di vedere,sentire un sentimento;

di andare  camminare,

per i sentieri d’Europa,

e le amici,sono importanti;

in un mondo così brutto,

e  brutale;

dove tutto,passa,tutto ti lascia,

tutto spesso è solo un inganno;

e rimpiango te,Etty;

e vorrei tornassero quei ,giorni,

d’amore per te;

e avere un'altra possibilità;

ti immagino,

starai bene ,o male;

avrai mai pensato,a me,

anche solo un pochino;

e questa poesia,

è anche per te,

per te,

cara Etty.

 

 

 

 

 

 

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