Francesco Sinibaldi: comunicazioni unificate

Pagine di poesia 1-2-3

 

 

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Angie e Paul McCartney.

Ciao a tutti. Oggi pomeriggio mi sono recato a Rapallo, un luogo, in questo periodo di gran freddo, deserto ed anche un po triste. Qui ho scritto una nuova poesia, ma, prima di parlare di cio’, volevo aprire direttamente con delle note relative al mio nuovo libro ”Soldi e sentimenti” che la Montedit gia’ ha provveduto ad inserire nel mio sito.
Dunque ho deciso di porre alla base della mia tecnica, la “costruzione sul suono”, le caratteristiche formali della canzone di Paul McCartney “Somebody who care” dell’album ”Tug of war”. Mi rivolgo in particolare con queste parole a Paul dicendo che non me la sono sentita di far riferimento solo a lui e ai Beatles, ritenedo doveroso inserire anche Elton John, cio’ per l’importanza dell’artista, che e’ al livello, dal punto di vista della creativita’, di Paul e di J.Lennon.
Sono creativita’ un po diverse,ma sono sullo stesso piano. Quindi cosi’ ho deciso, e spero di non avere sbagliato.
Dunque Rapallo. Ho scritto un sonetto in sperimentazione; ricordo che i sonetti, come gli idilli, hanno la caratteristica di voler evitare il problema della cadenza, con poesie molto libere, senza condizionamenti formali, in prosa per renderle piu’ tranquille e comode. In questo specifico caso ho utilizzato solo lettere “lievi” e la cosa non e’ in genere semplice in quanto gioco solo sulle “m,n,v,l” piu’ le vocali, cioe’ solo sulle lettere lievi dell’alfabeto in modo da creare gli effetti cercati.
Facevo spesso cosi’ nei primi anni novanta, quando scrivevo in modo sistematico. Ho cercato di farla tutta cosi’ pero’ la difficolta’ a trovar le parole mi ha fatto cadere nella parte finale in cui do libero sfogo alla costruzione sul suono non condizionata da alcuna sperimentazione.
La composizione trae il titolo da una bella canzone di B.Preston.
In aggiunta mando “Yesterday” che e’ una fluente ma anche dantesca descrittiva, tipica composizione dei primi anni novanta.
Quindi mando ad Ivana ed Emanuele “That’s the way God planned it”-sonetto in sperimentazione-composizione d’aggiornamento; mando “Yesterday” a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli. Comunico la prossima partenza delle composizioni di marzo/aprile, mando a tutti il programma in allegato e definitivo: le poesie confluiranno nel nuovo libro in preparazione il cui titolo considero essermi stato suggerito da Paul McCartney, un libro molto importante, ho gia’ scritto e sono pronte almeno 15 composizioni leopardiane dirette in forma meditata con disapplicazione della costruzione sul suono e costruzione sul significato (una e’ gia’ stata mandata alla redazione di Pagine per l’agenda del 2005, e’ una poesia venuta bene).
Ricordo brevemente, da un punto di vista tecnico, la differenza tra i sonetti in sperimentazione con lettere dure e le leopardiane dirette in forma meditata: le stesse sono abbastanza simili ma bisogna ricordare che i sonetti non sono costruiti sul significato, ma sul suono, questa e’ la differenza fondamentale.
In piu’ la punteggiatura e la tendenza a spezzare del Leopardi.
Ricordo che, in merito alla prima poesia in inglese costruita sul suono che tra poco preparero’, ho intenzione di procedere ad una divulgazione e preparazione della stessa. La composizione sara’ pubblicata, in anteprima mondiale, sul sito del quotidiano nazionale delle Caribbean, da dove e’ nata l’idea.
Procedero’ ad apposita comunicazione unificata a livello mondiale facendo convergere l’attenzione sul quel sito.
Per l’occasione avvertiro’ la redazione del giornale in oggetto del mio intento.
Ok,attendo la prima poesia pubblicata per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.
Volevo mandare un caro saluto a tutti, in un momento importante perche’ tra un po' devo inziare con le poesie di maggior valore. Francesco Sinibaldi

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 28-02-2004)

 

 

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
Inizio questa nuova comunicazione unificata facendo un breve riferimento all’iniziativa, all’idea della redazione del sito di poesia “I sogni nel cassetto” che, con sorpresa, ha proposto di inserire le comunicazioni unificate nel sito relativo, in aggiunta alle poesie che mando.
Dopo piu’ di un anno di comunicazioni unificate, e dopo aver richiesto una certa riservatezza per questi interventi, accolgo con piacere questa idea, considerato comunque che, da questo momento in avanti, dovro’ tenere in considerazione la nuova situazione creatasi.
Le comunicazioni unificate diventano quindi pubbliche, e penso che la cosa possa fare piacere a coloro che apprezzano le mie poesie e che seguono l’evolversi dell’attivita’ letteraria.
In realta’ queste composizioni rappresentano semplicemente un viaggio, un cammino che e’ inziato nel luglio 1991 e che prosegue per me con molta semplicita’, senza alcuna difficolta’, direi anche per divertimento e un po' per gioco.
Questo lo spirito con cui ho sempre affrontato la cosa.
Cerchero’ di essere semplice e naturale, come sono sempre stato, pur sapendo che questi scritti sono ora pubblici.
Per questa tornata ho pensato a due buone composizioni, venute entrambe bene, un po come gia’ accaduto in ottobre con la contestuale spedizione di “Aftermath” e de “Il canto della festa”.
Dunque dapprima, per Ivana ed Emanuele, ho scritto, un paio di settimane fa, “Crying in the Chapel” dal titolo di una canzone di Elvis; la composizione e’ una leopardiana diretta in forma meditata, ne ho scritte varie in questo periodo; poi mando “Luci d’invernale fiocco” che da' anche il titolo ad uno dei miei libri in passato pubblicati.
Quindi mando ad Ivana ed Emanuele ”Crying in the Chapel” -leopardiana diretta in forma meditata- costruzione sul significato, composizione d’aggiornamento;
Mando a Bruno, Lorenzo ed Enrico Pietrangeli “Luci d’invernale fiocco” -costruita sentita;

Ricordo che le composizioni che io identifico come “Leopardiane” sono determinate da una tendenziale disapplicazione della mia originaria e nuova tecnica, la “costruzione sul suono”.
Sino ad ora ho identificato e differenziato tre differenti sottocategorie di composizioni leopardiane, che si caratterizzano per specifiche attitudini: le “leopardiane dirette”, con disapplicazione parziale della costruzione sul suono e con l’intento di procedere in via prioritaria alla diminuzione della velocita’ (come Beware of darkness, Play the game, Immagine); poi le leopardiane dirette in forma meditata, caratterizzate dalla tendenziale disapplicazione della costruzione sul suono, con costruzione sul significato ed utilizzo completo di termini duri, nell’ambito di una costruzione spezzata e piu’ curata sotto il profilo formale (Crying in The Chapel, Sunshine on my shoulders); quindi le “leopardiane meditate” nella duplice accezione di “nuove” o “in imitazione” (come Il canto della festa), con disapplicazione integrale della costruzione sul suono.
Queste ultime sono le composizione che in passato identificavo, per distinguerle, come "le composizioni che il Leopardi non ha mai scritto”.
Non ho ancora trovato il tempo per scrivere una composizione “leopardiana meditata nuova”.
Ricordo inoltre che l’intento cercato con le leopardiane dirette in forma meditata consiste nel raggiungere, in pochi minuti come io sono solito fare per comporre (per scrivere una qualsiasi poesia non ci metto mai piu’ di 5-10 minuti, i medesimi effetti raggiungibili con le meditate, scritte invece con calma e in diversi momenti).
Approfondiro' in futuro questi temi.
Per il momento mando le composizioni comunicando che spero di poter continuare a rendere pubbliche queste comunicazioni unificate, procedendo nella mia attivita’ letteraria tranquillamente e senza essere condizionato o disturbato.
Come e’ sempre stato da 13 anni. Mando un saluto a tutti. Attendo il primo aggiornamento per procedere a comunicazione unificata d’aggiornamento a livello internazionale. Francesco Sinibaldi.

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 17-03-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
In questo inizio di primavera ho pensato di tornare ad una composizione dallo schema tipico ed utilizzato in modo sistematico nei primi anni Novanta, una delle prime tipologie di composizioni nate contestualmente all’introduzione e al successivo approfondimento della “costruzione sul suono”; sto parlando delle composizioni che identifico come “semplici /sentite”.

In queste composizioni applico in modo stretto e totale la costruzione sul suono; come conseguenza in genere tali poesie risultano piuttosto legate e determinate da una cadenza stretta, che e’ una delle caratteristiche dell’applicazione della mia tecnica. Nell’ambito della varieta’ delle poesie costruite sul suono, tale tipologia e’ di certo la piu’ impegnativa in quanto non cerco una particolare forma e, direi, non gioco più di tanto con i termini e con il tipo di lettere utilizzate, ma semplicemente cerco di metterci il sentimento così come esso si presenta nello stato emotivo in cui scrivo; per questo motivo scrivo ascoltando musiche amate che mi permettano di raggiungere la condizione emotiva favorevole. Quindi tengo la fluenza, l’armonia, costruisco sul suono e ci metto il sentimento.

Alcuni anni fa mi sono trovato un po in difficoltà con tali composizioni e ho iniziato sistematicamente ad ispirarmi ai temi che mi vengono suggeriti da contenuto delle varie canzoni.

La poesia proposta, ”I’ve loved these days”, dal titolo di una canzone di B.Joel, è stata scritta in pochi minuti applicando alla lettera la costruzione sul suono.

In aggiunta mando “Teneramente sogni nei misteri di un sorriso”, costruita/descrittiva.

Quindi:
Mando ad Ivana ed Emanuele “I’ve loved these days”, semplice/sentita, composizione d’aggiornamento;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Teneramente sogni nei misteri di un sorriso”.

Prima di affrontare questioni tecniche volevo comunicare che sto adottando le condizioni che mi porteranno alla divulgazione della mia prima poesia in inglese, che sara’ costruita sul suono, in modo da rendere piu’ agevole la cosa.

La”costruzione sul suono”, questa nuova tecnica da me introdotta tra il 1991 ed i primi mesi del 1992, parte da una semplice considerazione: le immagini possono emergere da una diretta descrizione di cio’ che appare oppure dal gioco dei suoni e dalla luce che emerge dando rilevanza ad un fattore formale. In entrambi i casi l’obiettivo e’ quello di fare emergere e porre al centro l’immagine, la sostanza della cosa, ma i percorsi intrapresi possono essere differenti pur arrivando gli stessi al medesimo risultato.

Quando ascoltavo canzoni come “Sombody who care” mi rendevo conto come il fattore formale, la cura della forma, fosse essenziale per far emergere in modo giusto l’immagine e cio’ che si descrive, così come la ricerca della fluenza e dell’armonia.

Per le sue caratteristiche intrinseche la “costruzione sul suono”, in quanto tecnica istintiva, immediata e diretta, porta con sé, come caratteristiche favorevoli, una certa tendenza al perfezionismo che da me non e’ mai cercato, essendo spesso la risultanza delle regole che applico e della tecnica che adotto. Un fattore che deve essere controllato per evitare che divenga fine a se stesso.

Come difetto principale di tale tecnica metterei dapprima la tendenza a composizioni cadenzate: la cadenza deve essere controllata anche se ,alla fine, svolge un ruolo decisivo per l’esplicazione della tecnica, in quanto io, in genere, quando costruisco sul suono, mi aggrappo alla cadenza, che e’ una specie di traino in costruzione.

Inoltre le caratteristiche della costruzione sul suono non si prestano ad un rispetto dei parametri della metrica, mi troverei in difficoltà a rispettare le regole degli accenti e la precisa divisione in versi. Per quanto riguarda la rima spesso la utilizzo.

Ora mando le poesie.
Attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento a livello internazionale. Un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi.

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 3-04-2004)

 

 

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Inizio questa comunicazione unificata con una considerazione attinente la diffusione delle mie composizioni e della relativa tecnica letteraria, la “costruzione sul suono”. Ho ritenuto di dover provvedere alla divulgazione di tale tecnica all’estero in quanto penso che sia cosa giusta diffonderla oltre i confini nazionali; ciò presuppone, anche per una questione di disponibilità di tempo, una mia minore partecipazione presso i siti di poesia italiani,che mi ospitano da tempo e che mi danno la possibilità di pubblicare. Ci sono dei siti  italiani che ospitano ed ospiteranno tutte le mie poesie, come il sito di “Librando”, ”Grand Rue”,”Il gruppo degli amici della poesia”ed altri. Sarà possibile, per l’Italia, leggere le mie poesie in quei siti oltre che negli usuali a cui mando le poesie, come “Poesia creativa”di Ivana.

Ci sono dei siti stranieri a cui partecipo e da cui mi arrivano continui inviti di partecipazione e di divulgazione della tecnica, gia’ diffusa da tempo in molti Paesi: accentuo tale tendenza cercando di coprire diversi Stati.

Per la tornata in oggetto ho pensato ad una composizione semplice/sentita a schema, cioè con una impostazione prestabilita, al fine anche di dare ordine compositivo ad una poesia in cui metto il sentimento. La composizione e’ intitolata “My Prayer”.

In aggiunta una composizione costruita/sentita, risalente circa al 2000, anno di nascita delle composizioni che identifico come “costruite”, intitolata “Tomorrow never knows”.

Quindi

 

Mando ad Ivana ed Emanuele “My Prayer” - semplice/sentita, composizione d’aggiornamento;

Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Tomorrow never knows” costruita/sentita.

 

Oggi volevo ricordare una mia composizione scritta nel febbraio del 1993, in uno dei momenti più favorevoli della mia produzione letteraria, iniziata nel luglio del 1991.

Nell’ultimo sabato di febbraio 1993 andai a Santa Maria Maggiore con l’intento di scrivere una composizione, approfittando delle sicure e favorevoli condizioni interiori, determinate dal mio ritorno in Valle dopo vari mesi.

Decisi di dare un titolo alla poesia che in qualche modo ricordasse il luogo in cui avevo scritto, un anno e mezzo prima, il racconto “Valle dei pittori l’avevan chiamata…”. All’inizio pensai a “Sito nel luogo del primier idillio”, poi in parte lo cambiai in quanto non mi piaceva molto e così scelsi il più snello “Sito del primier idillio”.

Andai nelle panche poste  dietro il “centro del fondo”, c’erano dei lunghi tronchi posti uno accanto all’altro, all’inizio della pineta. Iniziava a nevicare,faceva molto freddo,e davanti a me, in un campetto posto nei pressi, vidi due cani, uno bianco e uno nero, che si rincorrevano giocando.

Quando fa molto freddo, ho notato tante volte, la composizione diviene estremamente fluida, quasi appiattita, come se qualcosa la determinasse in tal modo,una tipica reazione emotiva dovuta al gelo.

Ci misi 20 minuti circa, quella e’ una composizione che identifico come “fluente”, poesie in cui esaspero le caratteristiche della costruzione sul suono dando priorità ad un fattore formale, e cercandolo.

La composizione,come tante altre, rimase per alcuni anni in preparazione per poi venire pubblicata con l’Antologia di Libritaliano, nel 1997, e per essere poi inserita in uno dei libri pubblicati con la Montedit.

Volevo salutare tutti, comunicando che attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento. Francesco Sinibaldi  

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 21-04-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Una prima considerazione relativamente alle traduzioni di alcune mie composizioni in precedenza pubblicate mi porta a precisare che, con l’aiuto di alcuni appassionati di poesia che casualmente ho incontrato in vari siti, si apre questa nuova possibilita’ di vedere tradotte le poesie in varie lingue. Per il momento si tratta dell’inglese e dello spagnolo, ma spero presto di poter trovare disponibilita’ anche per traduzioni in altre lingue, in particolare per il francese e per il tedesco.

Nel momento in cui sono venuto in contatto con James e Maria, ho chiesto loro, come regola generale ed in presenza di eventuali difficolta’ di traduzione, di dare priorita’ all’aspetto formale, sito nella fluenza, tralasciando, e comunque mettendo in secondo piano, la letterale traduzione ed il significato relativo. Penso che cosi’ debbano spiegarsi le scelte di James, in particolare, per la traduzione dall’inglese. Vi e’ la necessita’ che le traduzioni vengano fatte da persone che conoscono bene entrambe le lingue, in modo da passare facilmente dall’italiano ad altra lingua.

Per quanto riguarda la presente tornata mando due composizioni dantesche/descrittive.

Questa tipologia di composizioni e’ caratterizzata dall’applicazione completa della costruzione sul suono, con ricerca di una velocita’ notevole che si raggiunge adoperando certi parametri che, in modo arbitrario, io identifico come “danteschi” (in realta’ un semplice modo per distinguere le varie poesie, esattamente come avviene per l’utilizzo del termine “leopardiano”).

Quindi velocita’, costruzione sul suono in poesie fortemente cadenzate, al punto da dover controllare la cadenza.

In una delle due poesie che mando ho cercato di superare, seppur parzialmente, questo ostacolo della cadenza, con un’impostazione leggermente piu’ narrativa.

 

Quindi

Mando ad Ivana ed Emanuele “Strange phenomena”, dantesca/descrittiva, composizione d’aggiornamento

Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Rimando esulta nel sapore della quiete”, dantesca/descrittiva.

 

Oggi volevo brevemente ricordare le modalita’ tecniche che utilizzavo quando iniziai a scrivere i racconti.

La mia prima composizione, scritta nel mese di luglio del 1991, ”Quella sera d’agosto”, e’ appunto un racconto. Dopo quel racconto, alla fine d’agosto, scrissi altri racconti, i primissimi, come “Il richiamo del verbo sentire”, ”Nella grazia dei racconti”, ”Sui pensieri del ricordo”, ”Con i sensi nel tramonto”, quindi, a meta’ settembre, in Valle, ”Valle dei pittori l’avevan chiamata…”.

I primi racconti, ad eccezione del primo citato, erano scritti in prima versione costruendoli sul suono;

poi, rivedevo lo scritto modificando vari termini con l’utilizzo del vocabolario dei sinonimi e dei contrari, determinando una composizioni con varieta’ e differenza di termini utilizzati. In particolare cosi’ feci per “Valle dei pittori…

In questo modo, pur rispettando i presupposti formali e di suono della mia tecnica, riuscivo a creare un qualcosa di piu’ ricercato, ma anche piu’apprezzabile dal punto di vista del significato.

Col tempo persi questa impostazione, scrivendo i racconti in modo diretto e senza ulteriori variazioni.

I racconti che scrivo sono di 4 tipi: di fantasia, fiabe, storici e descrittivi di citta’. Sono scritti tutti o al presente o all’imperfetto.

Ora mando le poesie attendendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.

 

Un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi.

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Nei giorni scorsi, dopo avere affrontato per varie volte il tema delle composizioni da me scritte in lingue diverse dall’italiano, ho iniziato a proporre poesie in inglese; le prime pubblicate, in lingua inglese, sono state “Treat her gently/Lonely old people” ed “Aftermath”.

L’ importanza di queste composizioni sta nel fatto che, mentre le traduco dall’italiano, applico la costruzione sul suono,cioe’ do priorita’ alla ricerca della fluenza mettendo in posizione secondaria

il significato letterale delle poesie stesse. Lo scopo che mi pongo, in questo modo, e’ di giungere ad una traduzione che rispecchi quanto da me fatto quando scrivo in italiano, anche se non giungo ad un completo rispetto delle regole grammaticali. Le composizioni devono quindi essere lette in tal senso, considerando che la ricerca dei termini, o dei sinonimi se e’ necessario per motivi di suono, mi porta in questa direzione esattamente come sono solito fare quando costruisco sul suono in italiano.

Per quanto riguarda la presente tornata, in questo periodo ho trovato il tempo per preparare una “leopardiana meditata nuova”. Questa tipologia di composizioni e’ l’unica che richiede una creazione cercata in momenti diversi, una poesia cioe’ scritta non in pochi minuti come in genere sono solito fare, ma in situazioni diverse, in giorni diversi, composta a poco a poco,in modo da giungere ad effetti sonori piu’ ricercati e curati. Queste sono le composizioni che piu’ delle altre si avvicinano alle poesie del Leopardi.

“The sound of silence” presenta una prima parte descrittiva e una seconda piu’ introspettiva, dove ho inserito un significato compositivo.

In aggiunta propongo “Nei giardinetti dei sogni” dantesca descrittiva dei primi anni 90.

Quindi

Mando ad Ivana ed Emanuele “The sound of silence” - leopardiana meditata nuova;

Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Nei giardinetti dei sogni” dantesca/descrittiva-composizione d’aggiornamento.

 

Oggi volevo affrontare un tema di tecnica.

La caratteristica delle composizioni che identifico come “leopardiane dirette in forma meditata” sta, oltre che nella costruzione sul significato con disapplicazione della costruzione sul suono, nell’utilizzo integrale di termini duri, cosi’ come faceva, in modo sistematico, il Leopardi.

Recentemente, componendo nuove poesie di questo genere, un tipo di composizioni che mi impone di costruire sul senso di cio’ che scrivo dando priorita’ a questo rispetto alla ricerca tipica degli effetti formali, mi sono accorto che, senza esserne consapevole, costruivo sul significato utilizzando termini “vari”, un po' probabilmente perche’ questo mi riusciva piu’ semplice dell’utilizzo tecnico e d’impostazione di soli termini “duri” o “lievi”.

La poesia viene ad avere un effetto diverso pur essendo costruita sul significato.

Ritengo necessario introdurre quindi una nuova sottocategoria di composizioni di questo genere che identifico come “leopardiana diretta in forma meditata in attenuazione”, facendo rientrare, per il momento, in tale categoria, le poesie costruite sia con termini lievi che con termini vari.

Volevo inoltre comunicare che, come gia’ accennato sul sito in cui compaiono le poesie da me tradotte in inglese, sto riprendendo a studiare la grammatica francese in modo da poter presentare le poesie almeno in inglese e francese.

Ora mando le composizioni e resto in attesa del primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.

 

Un saluto da Francesco Sinibaldi.

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Nel momento in cui, partendo dalle mie composizioni, applico la costruzione sul suono traducendo le composizioni stesse in inglese, si ripresentano le caratteristiche formali gia’ ritrovate nella stesura diretta in italiana: cosi’ “My Prayer” risulta essere piuttosto cadenzata, esattamente come avviene per le semplici/sentite o per le dantesche/descrittive, e la traduzione medesima rispecchia le impostazioni in precedenza applicate. ”Aftermath”, nella traduzione in inglese, è piu’ lineare e meno cadenzata, e cio’ e ‘da porsi in relazione con l’originaria formulazione d’idillio della composizione.

Da questa considerazione deriva la necessita’ di controllare, anche in fase di semplice traduzione, la relativa modalita’ in modo da applicare la costruzione sul suono adottando pero’ accorgimenti tali da evitare un’eccessiva cadenza.

Lo scopo che mi pongo e’ questo: riuscire, col tempo, a percorrere tutte le strade sino ad ora percorse nell’evoluzione tecnica delle composizioni in italiano, giungendo ad una progressiva evoluzione anche nelle traduzioni, con conseguente analisi delle tipologie costruite sul suono, per poi passare alla parziale applicazione della tecnica e ad una successiva disapplicazione della stessa, con attenzione a cio’ che riguarda la sperimentazione.

Sto prendendo un po di confidenza con la lingua inglese, con i termini utilizzati e con gli effetti derivanti dal suono delle parole ,ma si tratta solo di procedere in parallelo con l’utilizzo dell’italiano.

Per la presente tornata ho scritto, in 8 minuti, “Waterfalls”, una leopardiana diretta. Ricordo che in questa tipologia di composizioni applico in modo parziale la costruzione sul suono, gia’nella direzione di una tendenziale disapplicazione della tecnica e con semplici accenni di costruzione sul significato. Con ricerca in via prioritaria di una dimunizione della velocita’.

L’esempio piu’ centrato di tale tipo di poesie e’ dato da “Play the game”, e tale raggiungimento della riduzione della velocita’ risulta essere abbastanza impegnativo.In aggiunta mando “Perdono dei tempi”dantesca/sentita dei primi anni 90.

Quindi

Mando ad Ivana ed Emanuele “Waterfalls (Happy birthday, Paul ) – leopardiana diretta;

Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Perdono dei tempi “, dantesca/sentita – composizione d’aggiornamento.

Oggi volevo far riferimento alle composizioni, nuove, inserite nel sito della Montedit ,in sede di aggiornamento annuale.

In questi mesi ho affrontato il tema della costruzione sul significato, con una impostazione poetica e d’approccio completamente opposta a quella relativa alle poesie costruite sul suono.

Ho quindi inserito alcune poesie di questo genere, come Nadia, Ove una luce pende, E nei canti del suo cuore, che testimoniano nella direzione della nuova tecnica adottata.

Per quanto riguarda Here, there and everywhere ,la compostone e’ dedicata a Gabriella Ferri,mentre la poesia dedicata ad Ayrton Senna, a 10 anni dalla sua scomparsa, era gia’ stata anticipata nel sito ove pubblico le composizioni in traduzione.

Nadia è stata scritta in pochi minuti nel corso dello scorso Gennaio, si nota l’inizio della tendenziale disapplicazione della tecnica, non ancora in forma completa, come invece poi avvenuto nelle successive proposte e citate poesie.

Di un tenero canto, quando nasce dal cuore fa riferimento ad eventi e ricordi del passato.

Ora mando le composizioni attendendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.

Un saluto da Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 12-06-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
Da alcuni giorni e’ stato pubblicato, dall’Editore Montedit di Milano, il mio nuovo libro,”Let it be”, gia’ presentato nella sua veste editoriale nel relativo sito, con pubblicazione di alcune composizioni.Come indicato in sede di prefazione, con tale raccolta inizio la presentazione sistematica di composizioni costruite sul suono o sul senso, utilizzando tecniche poetiche e d’approccio completamente opposte, che mi portano a non utilizzare la musica e le canzoni nel momento in cui costruisco sul significato, essendo tale presenza necessaria e decisiva solo quando applico la mia originaria tecnica.
In questa tornata di composizioni ho preparato una poesia “disarmonica”, con tre tipologie utilizzate, poste in tre diverse fasi, e con passaggio da una tipologia all’altra senza soluzione di continuita’, quindi una composizione che identifico come”disarmonica tripla trifasica in progressione”.
Le composizioni disarmoniche sono nate, come tipologia, nel corso del passato mese d’ottobre, a seguito di un confronto avvenuto nel sito di Marco Milani e Mirella Floris, in relazione alle caratteristiche formali contenute in “Aftermath”. Alcuni partecipanti al forum di quel sito mi hanno fatto notare l’evidente disarmonia presente in quella poesia, con una certa velocita’ compositiva per la quasi totalita’ della poesia (che la allontana da un tipico richiamo formale leopardiano), per poi giungere, nella battuta finale, a drastica diminuzione della velocita’.
“Aftermath”, una discreta composizione, presenta proprio questa caratteristica che io, nel corso dell’analisi avvenuta in quel sito, ho elevato a nuova tipologia di composizioni caratterizzate appunto da disarmonia. Elaborando poi le varie tipologie utilizzate sono giunto alla creazione di questo nuovo tipo di composizioni.
“We all fall in love sometimes” e’ una poesia volutamente disarmonica con tre tipologie utilizzate,
Idillio/dantesca sentita/semplice sentita.
In aggiunta mando una composizione del febbraio 1992,”Un bimbetto solare”.

Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele” We all fall in love sometimes”, disarmonica tripla trifasica in progressione;
Mando a Lorenzo, Bruno, ed Enrico Pietrangeli “Un bimbetto solare”, semplice descrittiva, in parte sentita-composizione d’aggiornamento (questo e’ il tipo di composizioni che io preferisco, come in “C’era una volta un sogno”).

Da alcuni giorni ho la possibilita’, grazie all’aiuto decisivo del traduttore simultaneo, di pubblicare traduzioni a mie composizioni in differenti lingue.
Bisogna fare un precisazione in merito a questo.
Nel momento in cui traduco una mia composizione in inglese, la traduzione viene fatta da me direttamente e con costruzione sul suono, riuscendo in tal modo ad applicare la tecnica che applico in italiano: l’intento e’ quello di giungere ad avere lo stesso risultato anche in francese.
Le traduzioni in altre lingue, invece, sono delle semplici traduzioni nelle quali non vi e’ l’applicazione della costruzione sul suono; devono quindi essere viste e prese in tal modo, con relativo e conseguente valore, non essendo applicata per nulla l’impostazione formale e di armonia espressiva derivante dall’applicazione della tecnica.
Le composizioni in traduzione vengono da me pubblicate nell’unico sito che le ospitano e nel quale pubblico anche composizioni inedite o non ancora pubblicate in italiano.
Ora mando le composizioni, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.
Mando un saluto a tutti.
Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 5-07-2004)

 

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
Analizzando “Aftermath”, e nell’intento di porre in evidenza gli elementi poetici piu’ favorevoli in essa presenti, e contestualmente i difetti, sono giunto in questo periodo all’elaborazione di una diversa e nuova tipologia poetica.
L’aspetto migliore di Aftermath e’ rappresentato dall’atmosfera e dal suono molto sentito e conforme al tema trattato nella poesia, un’atmosfera legata e rappresentante la situazione emotiva ed interiore esistente in me nel momento in cui la scrissi. I punti deboli di questa poesia ,invece, devono essere ritrovati in una certa eccessiva velocita’ presente in quasi tutta la composizione , nonche’ in una disarmonia che si evidenzia nella fase finale ,in cui cerco d’aggangiarmi, come significato, all’Infinito.Nella consapevolezza di tali caratteristiche ho pensato di scrivere una poesia costruita non sul suono ma sul significato, cioe’in realta’ una leopardiana diretta in forma meditata, ma mantenendo lo schema tipico dell’idillio( che nella mia poetica e’ un tipico esempio di costruzione sul suono/idilli piuttosto veloci, non cadenzati ma costruiti del tutto sul suono).
Ho quindi scritto “God only knows”, nuovo mio tentativo di comporre qualcosa di diverso; per il momento mantengo il nome di idillio costruito sul significato per questa composizione e tipologia (non c’e’ nulla di nuovo, in effetti, se non nell’utilizzo di un piccolo accorgimento).La comoposizione e’ stata scritta in pochi minuti e quindi ci sono margini di miglioramento.
In aggiunta mando “Passerotto non andare via..” una semplice descrittiva dei primi anni novanta.
Quindi

Mando ad Ivana ed Emanuele “God only knows” idillio costruito sul significato, in realta’ leopardiana diretta in forma meditata;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli “Passerotto non andare via…”, semplice descrittiva - composizione d’aggiornamento;

Esattamente 13 anni fa, nel luglio del 1991, in una fase d’interiore travaglio, iniziava la mia attivita’ letteraria con il primo racconto,”Quella sera d’Agosto”.
In quel periodo andai in montagna, verso la meta’ di luglio, rimasi in quei luoghi alcuni giorni , poi tornai in citta’ e decisi di scrivere questo racconto dedicato all’anniversario di matrimonio di una coppia felice.
Ricordo che la composizione arrivo’ a conclusione di una fase di tensione interione, fu come fare un salto dopo un una lunga rincorsa, ed aprire il campio alla mia prima di tante composizioni, a cui sarebbero seguiti altri racconti, per poi passare alle poesie.
La composizione si apre con una descrizione romantica e fantasiosa, poi vi e’ una parte che non mi piace molto poeticamente perchè è piuttosto fredda, la parte in cui esprimo il senso della poesia.
La fase centrale e quella finale invece danno libero sfogo alla situazione interiore raggiungendo i momenti piu’ apprezzabili, dal punto di vista poetico, e secondo la mia opinione.
Applicavo gia’ la costruzione sul suono, anche se l’espressione sarebbe nata di li a poco.
La composizione fu scritta in citta’ con una prima stesura per poi passare alla versione definitiva, come ero solito fare all’inizio.
Rimasi fermo poi per circa un mese, andai al mare, e alla fine d’agosto ricominciai a scrivere, anche se in modo non continuo e non ancora sistematico.
Penso che quello fu il momento piu’ importante per le mie poesie, direi dal luglio del 1991 al luglio del 1992, il primo anno di composizioni sistematica , l’anno della depressione.
Riuscii a mantenere nel corso di quell’anno l’equilibrio che mi permise di scrivere in modo sistematico.
Mando le composizioni, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.
Un saluto a tutti.
Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 26-07-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Una prima considerazione in merito alla pubblicazione, sul sito che ospita le composizioni in traduzione, della versione inglese de “Ora, il canto del mio cuore”(Now, the song of my hearth); in questa traduzione ho cercato di comporre una poesia non eccessivamente cadenzata, ho tentato di scrivere, in traduzione, una poesia simile all’impostazione formale adottata per le poesie in italiano che identifico come “idilli”; tali traduzioni sono preferibili a quelle tipo”Treat her gently/Lonely old people”, anche se, in effetti , la costruzione sul suono emerge in modo meno lineare ed evidente.
Anticipo in questa sede la prossima pubblicazione della medesima poesia in versione francese, con una traduzione per il momento solo parzialmente costruita sul suono, anche per la non conoscenza di tale lingua da parte mia.
In tale sito ho deciso che presentero’, da questo momento in avanti, anche composizioni, inedite, a tema, cioe’ in qualche modo legate a fatti che avvengono nel mondo, un po come gia’ fatto per le poesie celebrative dell’impresa del Brasile nella recente Coppa.
Per la tornata in oggetto mando una delle poesie da me piu’ amate, ”C’era una volta un sogno”, che penso d’avere scritto nei primi mesi del 1992, nel momento piu’ favorevole dal punto di vista compositivo.Queste poesie sono formalmente a meta’ tra gli idilli e le semplici/sentite, non sono appesantite da una costruzione troppo legata e cadenzata, e riescono a mettere insieme l’aspetto descrittivo e quello sentito.Sono piuttosto impegnative, quando una composizione appare semplice in genere risulta piuttosto difficile, diciamo impegnativa, da scrivere.
Spesso l’aspetto formale serve per celare le difficolta’ che si hanno nello scrivere una poesia semplice
In aggiunta mando “Penny Lane” una dantesca/descrittiva per la quale mi e’ stato sufficiente, come tempo impiegato per scriverla, la durata della canzone medesima.Questa e’ una poesia completamente costruita sul suono, per me sono molto semplici da scrivere queste e risultano anche gradevoli, direi, pur essendo nello specifico la poesia in oggetto piuttosto cadenzata, in particolare nella prima parte.

Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele “C’era una volta un sogno” semplice/descrittiva in parte sentita-composizione d’aggionamento;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Emanuele “Penny/Lane” dantesca/descrittiva.

La musica deve essere considerata come uno dei motivi, forse il motivo principale, per il quale ho iniziato a scrivere composizioni.
Amo certa musica sin da quando ho applicato la costruzione sul suono, e sin dai primi racconti; il ruolo svolto dalla musica, e parlo delle melodie degli artisti da me prediletti ove compare notevole creativita’ ed effettiva presenza di qualità artistica, appare decisivo in relazione alla fluenza raggiungibile, in quanto ogni composizioni, al di la di quello che esprime, e’ il riflesso, dal punto di vista del suono, della situazione emotiva presente al momento in cui viene scritta. La musica serve quindi ad addolcire l’animo e a predisporlo per raggiungere migliori livelli di fluenza e di armonia espressiva.
Scrivo, in genere, ascoltando la musica, in quanto cio’ mi permette di rendere ancor piu’ fluente qualsiasi cosa io scriva ed in questo periodo, nel quale ho iniziato a comporre costruendo sul significato, mi sono accorto come la musica svolga un ruolo differente a seconda che io costruisca sul suono o sul senso.
Nel primo caso la musica e’ decisiva e necessaria, nel secondo, e per il momento, non solo non mi e’ utile, ma addirittura mi rende difficoltoso il compito di costruite sul significato.
Approfondiro’ comunque questi temi.
Mando le poesie, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d’aggiornamento.
Un saluto da Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 12-08-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Nell'intento di divulgare, come accennato in sede di precedente comunicazione unificata, delle traduzioni a tema ed in seno al sito che ospita le composizioni in traduzione, ho provveduto a pubblicare, contestualmente in tale sito ed all'interno del sito inglese, la nuova composizione in versione inglese "To friends of Bangladesh". L'idea è nata in relazione ai recenti eventi naturali accaduti in uno stato di per se' gia' provato per altre difficoltà e che merita la considerazione e l'aiuto di chi puo' intervenire. La composizione quindi, pur prendendo spunto da tali fatti, assume un significato piu' ampio esprimendo un sensi di solidarieta' e di volonta' di cambiamento. Dal punto di vista tecnico devo fare alcune considerazioni.
Dapprima in merito all'omissione del termine "to" dopo "listen", nella parte centrale della composizione. Volutamente, per ragioni di suono e di ricerca della fluenza, e pur muovendomi in un contesto poetico non diretto ad una impostazione cadenzata e troppo fluente, ho deciso di omettere tale termine, contravvenendo alla regola grammaticale. In relazione inoltre alla parte piu' importante, secondo la mia opinione ,della composizione, al fine di dare un poco di fluenza in piu' alla poesia, ho deciso di cambiare l'originario verbo scelto,"rejoices" (piu' indicato per spezzare, per diminuire la velocita' e per creare l'effetto di idillio tipico della ricerca di composizioni non cadenzate), ponendo invece ed inserendo nella poesia il verbo "disappears". In tal modo ho dato maggior armonia alla composizione rendendola leggermente piu' libera e continua.
Il sito che ospita le composizioni in traduzione, insieme al sito inglese, ha ospitato tale composizione.
In relazione alla presente tornata ho pensato ad una composizione semplice/sentita. "Oh England my lionheart" e' stata scritta di sera, in tranquillità ed in 15 minuti circa, dopo una ripetuta modifica formale. E'scritta in un unico periodo in cui ho cercato di inserire il sentimento. Nell'ambito della mia produzione le composizioni semplici/sentite, insieme alle poesie che identifico come "leopardiane", sono le piu' impegnative.
In aggiunta una poesia fluente dei primi anni 90, una delle tante di quel genere. Tali poesie, e ne parlero' piu' avanti, rappresentano una delle manifestazioni della "costruzione sul suono" portata all'estremo, cioe' fluenza e suono completi e totali (qui nell'ambito di una tipologia simile alla dantesca/descrittiva).
Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele "Oh England my lionheart", semplice/sentita;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli "Love in song a Paul", fluente composizione d'aggiornamento.

Oggi, brevemente ed in forma solo accennata, volevo rapportare la "costruzione sul suono" alla tecnica leopardiana, dal punto di vista del semplice approccio poetico.
Le due tecniche sono molto diverse e lontane. Il Leopardi costruiva tutte le composizioni sul senso, sul significato, e pur ricercando l'armonia delle parole, cercate una alla volta e con pazienza (in tal senso in modo del tutto contrapposto a quello che e' il metodo di applicazione della costruzione sul suono), l'obbiettivo era sempre la priorita' di quello che voleva esprimere dal punto di vista del significato. Nella costruzione sul suono l'immagine non viene cercata in modo diretto ma viene fatta emergere dal gioco dei suoni, quindi da un aspetto formale, ove la fluenza e l'armonia assumono ruolo prioritario.
Il Leopardi, nel rispetto della metrica, utilizzava sempre ed in modo sistematico termini duri (con tante r,t,f,d,p) per dare maggior forza ed impatto alla frase, cosa che non avviene nella costruzione sul suono, se non in via di pura sperimentazione.
Tra tutti il Leopardi e' l'autore che tecnicamente mi e' piu' lontano, pur essendo da me il piu' amato. Concludo per mancanza di spazio. Proseguiro'.
Mando le poesie, attendo l'aggiornamento e saluto tutti

Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 27-08-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Apro questa nuova comunicazione unificata con una prima considerazione riguardante la pubblicazione, in anteprima e sul sito che ospita le composizioni in traduzione, della poesia "World without love".
Tale poesia è stata scritta in un momento di particolare emozione, e pur essendo una tipica composizione semplice/sentita costruita sul suono, non ha richiesto la presenza di alcuna canzone in sottofondo al fine di creare la giusta atmosfera e situazione emotiva. E' stata quindi scritta di getto e così presentata.
Nell'ottobre dell'anno passato, un venerdi' pomeriggio, scrissi la poesia "Aftermath" nella versione in italiano e destinata ad essere pubblicata nel sito di Ivana. Dopo poco tempo incontrai, casualmente, nel sito del giornale inglese "Banbury Cake", James Beattie, il quale mi propose una traduzione in inglese di tale poesia, caratterizzata da un miscuglio di lingua italiana e straniera. Nel momento in cui pubblicai la mia versione costruita sul suono in inglese, utilizzai quasi interamente l'inglese con l'eccezione di 3 frasi in italiano, "che mi par", "riso a suon" ed "e me rinvien l'eternal" (quest'ultima espressione introdotta da James). A distanza di qualche mese da questa prima versione, ho deciso di preparare una seconda versione, sempre in lingua inglese, mantenendo pero' soltanto, come espressione mista, la frase "e me rinvien l'eternal", perche' mi piace e da comunque un'idea della volonta' di applicazione della costruzione sul suono. Ho pensato di mandare questa poesia ad Ivana ed Emanuele, composizione inedita e pubblicata nei relativi siti.
In aggiunta mando una poesia costruita/sentita, "In perpetuo tormento", scritta applicando la costruzione sul suono e con gli accorgimenti tipici di austerità compositiva di tale tipologia di composizioni.
Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele "Aftermath"- idillio in seconda versione in inglese;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Emanuele "In perpetuo tormento"- costruita/sentita, composizione d'aggiornamento.

Analizzando la tipologia delle composizioni che identifico come "leopardiane dirette", e prendendo in specifica considerazione la versione modello di tale tipologia, "Play the game", si nota una caratteristica direi un po particolare del suono e della modalita' di costruzione di tale poesia.
Parliamo di leopardiane dirette: queste sono composizioni che stanno a meta' tra la costruzione sul suono e quella sul significato, anche se c'e' una priorita' di costruzione sul suono. La ricerca della diminuzione della velocita', tipica di tale tipologia poetica, determina, e questo lo si nota in particolare leggendo la composizione in oggetto, una specie di compressione delle parole utilizzate, cioe' volendo diminuire molto la velocita' ,le parole sembrano quasi compresse, e questo si ripercuote sulla struttura dell'intera poesia.
Considero questa caratteristica piuttosto importante perche', riconosciuta tale modalità, penso di poter riuscire a dosare la maggiore o minore compressione nell'ambito della medesima o di piu' composizioni, giungendo, sempre nell'ambito delle leopardiane dirette, ad effetti assai diversi e nuovi.
Introduco quindi in questa sede, in relazione alle composizioni che identifico come "leopardiane dirette" e per la prima volta, il cosiddetto "effetto compressione".
Aggiungo soltanto, in relazione a tale tipologia poetica, come l'utilizzo della versione modello di "Play the game" sia determinata dal pieno rispetto, in tale poesia, delle regole caratterizzanti le leopardiane dirette.
In tal senso altre composizioni, secondo la mia opinione ben riuscite, come ad esempio "Beware of darkness", si caratterizzano per una parziale rispondenza agli elementi caratteristici di tale modello.
Ora mando le poesie sopra citate.
Attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.
Un saluto a tutti da Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 10-09-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

La composizione intitolata "Al pietoso accenno della primavera" e presentata sul sito ove pubblico le poesie in traduzione rappresenta l'esempio di una poesia "leopardiana diretta in forma meditata" ove ho cercato di non giungere ad
attenuazione, rispettando i canoni tipici di tali composizioni e non facendo alcuna applicazione di compressione. La tendenza ad attenuare tali poesie mi allontana dallo schema tipico della costruzione sul significato, inteso in senso stretto, in relazione alle modalità con cui le stesse poesie sono nate.
"Eleanor Rigby"e' la composizione che propongo in questa comunicazione unificata.
In questa poesie, scritta in 8 minuti, ho provato, come era mia intenzione, a
modulare l'effetto compressione partendo con un'impostazione tendenziale di ricerca della compressione (cosa non semplice) mediante l'utilizzo dei participi, comunque di modalità atte a limitare la velocità e, contestualmente, a creare tale effetto.
Nel periodo centrale ho cercato ma solo parzialmente una limitata compressione per poi giungere, nella parte finale, a escludere del tutto la ricerca di tale effetto lasciando libera la costruzione sul suono di esprimersi.
La composizione è interamente costruita sul suono, rientrando nella tipologia delle poesie "leopardiane dirette".
Sto analizzando l'eventualità di giungere ad accentuare la compressione anche non costruendo sul suono, pur non essendo semplice isolare tale effetto da quanto si ottiene con semplice utilizzo di termini duri e costruiti sul suono (come avviene in sede di sperimentazione).
In aggiunta mando "La femmina" un sonetto in sperimentazione dei primi anni 90, con utilizzo totale di termini duri e con applicazione della costruzione sul suono.

 

Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele "Eleanor Rigby", leopardiana diretta con ricerca di effetti di compressione;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli "La femmina", sonetto in sperimentazione con utilizzo di termini duri - composizione d'aggiornamento.

 

Nel settembre del 1991, dopo circa 2 mesi dall'inizio dell'attività letteraria (Quella sera d'Agosto), e dopo avere scritto, tra fine Agosto ed i primi di Settembre, alcuni importanti racconti, andai in Valle, appena passata la metà di settembre; in un clima assai favorevole, ed in una condizione emotiva solo apparentemente tranquilla, nella fase iniziale dell'anno di depressione, andai in pineta, sulle panche del centro del fondo, e scrissi, in prima stesura, come ero solito fare all'inizio, "Valle dei pittori l'avevan chiamata.".
Ritengo questa composizione una delle migliori da me scritte, dal punto di vista del suono, della fluenza e dell'esempio di applicazione della costruzione sul suono.
Ricordo che mentre iniziavo a scrivere vidi, nella direzione della pineta, una grossa gru impegnata a fare dei lavori; quel mezzo stonava in modo evidente con il paesaggio e con i colori di quella giornata e questo contrasto, probabilmente, entrò in qualche modo all'interno del racconto, descrittivo del paese e delle bellezze della Valle.
Ero a Santa Maria Maggiore, se non ricordo male di mattina (ma non ne sono certo).
A casa poi cambia alcuni termini con il vocabolario dei sinonimi, in modo da arricchirla e renderla più colorata.
Di quel giorno ricordo la mia assoluta tranquillità interiore, in realtà del tutto fallace in quanto di li a poco avrei dovuto affrontare l'esperienza di una fase non semplice.
Dunque mando le composizioni, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.

 

Un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi

 

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 30-09-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

Aderendo ad un'iniziativa nata e pensata dall'Editore Il Filo (che ho conosciuto visitando i vari siti di poesia presenti in Internet ), e su diretta proposta dell'amico Marco Saya, con cui sono in contatto da tempo, ho deciso di partecipare alla pubblicazione di una prossima Antologia, nella quale saro' presente con un idillio, "Acqua pura d'Oriente".Questa e' una composizione che ho scritto recentemente, una poesia cercata nella qualità piu' di altre, e pur essendo un idillio in essa compaiono anche degli aspetti sentiti, che la rendono piu' gradevole e leggibile.
Questa Antologia esce in concomitanza con la mia consueta partecipazione all'Agenda di Pagine ed anche al Dizionario dei poeti, curato dallo stesso editore di Roma.
Dedico questa comunicazione unificata al parallelo tra "Aftermath" gia' pubblicata in italiano ed in duplice versione inglese, e "Candidate",la nuova poesia che ho deciso di scrivere per questa tornata.
Dapprima, valutando la differenza tecnica esistente, deve rilevarsi come Aftermath sia una composizione costruita sul suono, mentre Candidate e' costruita sul significato.Nel primo periodo di Candidate c'e' un chiaro riferimento ad Aftermath, nel senso che e' piuttosto veloce,e' venuta cosi' e ho deciso di non modificarla, dando questa parte l'impressione di essere costruita sul suono.In tutta la parte restante entra in gioco in modo diretto la costruzione sul significato, ho pensato di non attenuarla piu' di tanto, di scrivere cioe' una leopardiana diretta in forma meditata così come queste poesie sono nate , con priorita', controllata in questa poesia,di utilizzo di termini duri.
Nella parte centrale della composizione, ed all'ultimo momento, ho sostituito la posizione assunta dai termini "dimora" e "riposa", mi e' sembrato che ci fosse maggior armonia in questo modo,come presente nella versione proposta. Facendo seguito a quanto da me inserito nella recente "World without love", ho di nuovo utilizzato (come in Acqua pura d'Oriente), l'espressione"..e m'invita a morire..", importante per la presenza della lettera "i", che determina un'apertura di suono ed una variazione necessaria per creare un po di contrasto.
In aggiunta mando una poesia dal titolo gia' presente in Internet, ma che ho pensato di riproporre,"A day in the life", in versione costruita/sentita.

Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele "Candidate" leopardiana diretta in forma meditata-costruzione sul significato.
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli "A day in the life", costruita/sentita, composizione d'aggiornamento.

Oggi volevo affrontare una questione tecnica che nella precedente comunicazione unificata era sostanzialmente emersa e cioe' il rapporto tra le poesia che identifico come sonetti in sperimentazione con utilizzo dei termini duri e le leopardiane dirette, dal punto di vista degli effetti creati relativamente alla diminuzione della velocita'.
Il problema nasce in quanto nelle prime poesie l'utilizzo di termini duri provoca necessariamente una diminuzione della velocita'.
La differenza, chiara da un punto di vista concettuale e piu' compromessa nella pratica attuazione, sta in questo: nelle leopardiane dirette la diminuzione della velocita, ed il conseguente effetto compressione, e' cercata e voluta, rappresentando lo scopo primo e ragione d'essere di tali poesie.
Nei sonetti invece l'obbiettivo primo non e' la diminuzione della velocita' (semplice effetto) ,ma la sperimentazione in costruzione sul suono, utilizzando (come primo scopo) termini duri.
Questa la differenza, piuttosto evidente e che non deve far confondere, anche se mi sto muovendo, in entrambi i casi, nell'ambito della costruzione sul suono.
Ora mando le poesie, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.
Mando un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 19-10-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
Proseguendo nell'opera di applicazione della costruzione sul suono in lingue differenti dall'italiano, ho provveduto,nei giorni scorsi, a pubblicare, in modo contestuale sul sito inglese e su quello che ospita le composizioni in traduzione (e che, per brevità, da questo momento, indichero' semplicemente come "sito di
riferimento"), la nuova composizione costruita interamente sul suono, "Autumnal sunset". La cosa da rilevare, relativamente a tale composizione, è che inizio adapplicare in modo sistematico la costruzione sul suono in inglese, cioè agisco esattamente come avviene per l'italiano, cercando sempre la forma, in quanto non mi muovo ancora sul significato.
Questo è un nuovo passo verso la scrittura diretta in inglese non determinata da traduzione dall'italiano, come avviene ancora adesso.
Tecnicamente, ho deciso l'utilizzo del gerundio "departing", che non corrisponde all'originaria versione in italiano, a riprova dell'applicazione della costruzione
sul suono.
Dopo alcuni giorni, sempre sul sito di riferimento, ho presentato "Lascio il mio cuore...", una classica semplice/sentita che si collega alla mia vita quotidiana.
Per la presente tornata ho pensato ad una nuova poesia semplice/sentita,"Hopelessly devoted to you", scritta in pochi minuti. In aggiunta mando il racconto "Il ligio progetto dell'affanno" che si aggiunge ai piu' di cento racconti da me pubblicati sino ad ora.


Quindi
Mando "Hopelessly devoted to you" ad Ivana ed Emanuele, semplice/sentita;
Mando a Bruno, Lorenzo ed Enrico Pietrangeli "Il ligio progetto dell'affanno" racconto.
Per motivi indipendenti dalla mia volontà, comunico la possibilità di una temporanea sospensione della mia presenza in Internet.


Oggi volevo affrontare il tema della cadenza, o meglio del ruolo e dell'importanza che la cadenza riveste nelle mie composizioni.
Le poesie, sin dai primi tempi della mia produzione poetica, sono sempre state caratterizzate dal fatto di essere piuttosto cadenzate, ed in realtà questa mia caratteristica è intimamente legata alla natura stessa della costruzione sul suono;
nel momento in cui costruisco sul suono mi è semplice scrivere in modo cadenzato, si potrebbe anzi dire che io mi aggancio alla cadenza perché mi rendo conto che questa è connaturata all'impostazione formale di ricerca del suono contestualmente alla ricerca dell'armonia e della fluenza.
La costruzione sul suono non è solo armonia e fluenza, ma anche ricerca del contrasto nel procedere della costruzione e della nascita di quello che scrivo. La cadenza è l'elemento di traino di tutto questo, rappresenta l'aspetto che unisce ciò che nasce dal sentimento e dalla ricerca dell'aspetto formale.
Più o meno tutte le mie composizioni sono viziate da cadenza, che talora è eccessiva ed appesantisce la frase, condizionandola e rendendola "difettosa".
Nel momento in cui cerco di abbandonare la mia tecnica originaria e mi avvicino ad una costruzione sul significato, la cadenza gioca un ruolo meno evidente ed importante, anche perché, in tali casi, cerco di continuo di spezzare le frasi e di giungere ad un effetto più meditato, più ricercato nel significato.
La cadenza e' decisiva, in alcuni casi, proprio per fare uscire bene una poesia e, da questo punto di vista,la manterrò perché ad essa mi sono sempre appoggiato.
Concludo questo mio intervento rimandando sempre al sito più importante della mia presenza in internet, il sito di riferimento, che ospita composizioni inedite pubblicate in lingue diverse.
Attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.
Mando un saluto a tutti. A presto. Francesco Sinibaldi.

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 5-11-2004)

 

 

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.

In ricordo di una persona cara che e' mancata in questi giorni ho scritto, in momenti differenti e con situazioni emotive legate al turbamento interiore che ho vissuto, due composizioni, la prima. "A te il mio ricordo" che e' una semplice/sentita con elementi tipici della forma d'idillio, la seconda "Funeral for a friend", più legata ad una situazione vissuta nel giorno stesso in cui è stata scritta. Quest'ultima è una leopardiana diretta in forma meditata nella quale ho deciso di non dare spazio al alcuna forma d'attenuazione, in modo da renderla conforme all'accaduto. La prima composizione è stata scritta in assenza di intervento musicale, a causa della situazione interiore già predisposta a comporre (esattamente come era avvenuto per "World without love"), la seconda invece, pur essendo costruita sul significato, e' stata scritta ascoltando musica.

 

Le due composizioni sono state proposte soltanto sul sito di riferimento con pubblicazione contestuale, relativamente alla prima, sui due siti non italiani indicati.

 

In questo periodo avevo preannunciato ad Ivana, Lorenzo, Angie e alle redazioni di alcuni giornali di poesia che stanno seguendo lo sviluppo dell'attività letterario, la volontà di procedere a pubblicazioni contestuali, prendendo sempre come punto base il sito di riferimento.

 

Nei giorni precedenti alla pubblicazione delle 2 poesie citate avevo proposto "Alessia", una semplice/sentita, direi accennata nel sentimento. A questo riguardo la composizione, dedicata ad Alessia, segue la prima alcuni anni fa proposta sul sito Montedit, "Io per te (ad Alessia)", piu' cercata nel sentimento e nella struttura (pubblicata poi in sede di rinnovo della mia presenza annuale).

 

Per la presente tornata ho pensato ad un'idillio molto libero e non condizionato da alcuna limitazione formale, la cosa tipica degli idilli è proprio questa tendenza alla semplicità compositiva, e spesso queste composizioni hanno quella naturalezza un po' piu' compromessa nelle semplci/sentite.

 

"On my own" è stata scritta in pochissimi minuti, non ho avuto alcuna difficoltà essendomi basato sulla semplice applicazione della costruzione sul suono. In aggiunta mando "I soffi del sole", un sonetto in sperimentazione dei primi anni novanta con utilizzo dei termini duri e lieve diminuzione della velocità.

 

Quindi

Mando ad Ivana ed Emanuele "On my own", idillio;

Mando a Lorenzo , Bruno ed Enrico Pietrangeli "I soffi del sole", sonetto in sperimentazione con utilizzo di termini duri.

 

Oggi volevo introdurre cenni di una nuova impostazione formale, meglio del tentativo, in atto, di giungere a diminuzione della velocità. Analizzando la struttura delle parole e nell'intento di giungere a scoprire gli effetti provocati dal suono, ho notato come alcuni termini, a prescindere dal fatto di appartenere alla categoria dei termini "duri, lievi o vari", determinino, di per sè, per il semplice fatto di venire utilizzati, una diminuzione della velocità, da considerarsi quale loro natura formale intrinseca, naturale.

 

Uno di questi termini, l'unico che per il momento ho individuato con certezza, è la parola "piano", una lieve con iniziale dura ma che, utilizzata in contesto poetico, tende a far rallentare la velocità.

 

Sino a questo momento, sull'insegnamento del Leopardi, per diminuire la velocità utilizzavo termini duri, insieme alla tendenza a spezzare la frase con la punteggiature, aggiungendo a ciò la costruzione sul significato (che, nella sua originaria applicazione, impone l'utilizzo di termini duri, in assenza di attenuazione). Dunque provo a percorrere anche questa strada.

 

Ora mando le composizioni, attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.

 

Un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi.

 

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 6-12-2004)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Buon Anno a tutti.

Nei giorni precedenti il Natale e' uscito il mio nuovo libro, che ho deciso di intitolare "Chiari di neve". Questo libro ha una certa importanza per la presenza di varie composizioni tradotte in lingue diverse, in alcuni casi con applicazione integrale della costruzione sul suono, ciò in coincidenza con la diffusione delle composizioni medesime al di fuori dell'Italia, in paesi in cui la mia opera e' apprezzata al di la delle mie aspettative.

 

La copertina del libro mi ritrae in una fotografia del gennaio 1991 (quando ancora non avevo sistematicamente iniziato a scrivere poesie) nella Piazza di Santa Maria Maggiore, in Valle Vigezzo; dietro di me si vede la facciata del Comune e vicino la Chiesa. In quel sabato, andai, con amici, in quei luoghi pieni di neve ed in quel momento eravamo appena scesi dalla montagna ed il pomeriggio si stava concludendo.

La foto fu scattata da una mia amica di nome Federica.

 

Proseguirò nell'opera di divulgazione di questo tipo di composizioni, cercando sempre di trovare il tempo per scrivere anche in lingua straniera.

 

Sabato 11 Dicembre scorso mi trovavo in un grande giardino, davanti a me il mare ed in lontananza il tramonto. Queste le condizioni che mi hanno accompagnato nella stesura di "Bridge over troubled water". Ho pensato come sia necessario descrivere la sensazione che ho provato mentre la scrivevo.

 

Attorno a me c'erano alcuni alberi che sembravano quasi morenti, stanchi e appesantiti: ebbi l'impressione, in quei momenti, che fossero tanti uomini che mi apparivano come tali, dietro quelle sembianze naturali; la composizione, una leopardiana diretta in forma meditata in attenuazione, si addice alla possibilità di tale tipo di rappresentazione e ciò che mi condusse, in quel momento, fu questa sensazione, una sensazione di tristezza, di dolore, di morte nel veder quegli alberi così ricurvi e morenti, col mare li vicino, nella sua immensità.

 

Un accenno anche alla poesia presentata sull'Agenda di Pagine, uscita recentemente. "Al limitar d'un pianto" e' una delle prime composizioni costruite sul significato che ho iniziato a scrivere nel corso del 2004, con comunicazione diretta di tale scelta, oltre che a Angie ed Ivana, a chi mi sta seguendo più da vicino nell'evoluzione della tecnica (una evoluzione che non deve, assolutamente, essere forzata, ma deve venire da sola, quando ci sono le condizioni interiori giuste, una forzatura, in tal senso , rischierebbe di condizionare negativamente l'intero processo).

 

Sul sito di riferimento, in questo periodo, ho pubblicato "You are so beautiful" (con utilizzo del termine improprio "disappear" per motivi legati al suono), "Di un canto moriva", una semplice/sentita, "Codesto sol a codesta mano", una dantesca/descrittiva e "All the young dudes", composizione Natalizia, un mio regalo a tutti coloro che mi seguono, specialmente all'estero.

 

Per questa tornata

Mando ad Ivana ed Emanuele "I lie around", dantesca/descrittiva;

Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Piertangeli "Tomorrow is today" un racconto di qualche anno fa.

 

Nel corso degli anni Novanta , e specialmente nei primi anni di attività letteraria, ho dovuto affrontare la difficoltà di giungere a pubblicare le mie poesia, incontrando spesso l'indifferenza.

Salvatore Fava di Libroitaliano, Editrice letteraria Internazionale, mi ha dato subito l'opportunità di pubblicare le poesie, e quando e' stato possibile, nell'aprile del 1996, ho iniziato a pubblicare le composizioni che avevo, in realtà, già provveduto a divulgare, in modo ampio e capillare, sin dal settembre 1992, nel momento in cui, preparate le composizioni del mio primo e più importante libro, "I Pensieri", iniziavo a farlo conoscere agli Editori.

L'attività e la collaborazione con Libroitaliano si concretizzava con la partecipazione ad Antologie annuali per giungere quindi alla pubblicazione del libro citato.

 

Ora mando le poesie ed attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.

 

Mando un saluto a tutti. Francesco Sinibaldi.

 

 

(ricevuta da Francesco Sinibaldi in Redazione il 1-01-2005)

Comunicazione unificata per Ivana, Lorenzo, Bruno, Enrico e per Emanuele.

Ciao a tutti.
Analizzando la composizione "Bridge over troubled water", scritta a metà dicembre ed inserita come composizione d'aggiornamento, ho notato come, nella parte centrale, la poesia possa essere forse migliorata con la creazione di un maggiore stacco e con la presenza dei due punti; in questo modo si crea un effetto diverso, forse più conforme alle caratteristiche formali della poesia. Apportata la modifica ho proposto questa seconda versione della poesia sul sito di riferimento e su quello di Ivana, rimanendo, come versione originale, quella inserita nel sito di Emanuele.
Per esigenze di suono ho mantenuto poi la virgola ed il termine "e".
In merito a "Star of Bethlehem", dal punto di vista tecnico ho preferito utilizzare il termine "membrar" invece di "sognar" per evitare ripetizioni in una composizione semplice/sentita scritta ascoltando musica, come faccio spesso quando costruisco sul suono: in questo caso ascoltavo la canzone "Let it be", una delle mie preferite.
Sul sito di riferimento ho poi proposto "Un saluto a Germana", composizione dedicata ad un'amica che ha lasciato l'attivita', quindi, in pubblicazione contestuale, la poesia in lingua inglese "Champions" (che fa parte di una serie di versioni che pubblicherò come gia' fatto per altre poesie partendo sempre dal sito in oggetto).
Per quanto riguarda "Nel sol che muore" la poesia è stata scritta dopo una passeggiata pomeridiana in un parco. Spesso , e la cosa è già avvenuta tante volte in passato, dopo aver scaricato tensione camminando, esprimo questa tensione fuggita tramite poesia, in genere con composizioni che vengono bene dal punto di vista dell'atmosfera creata, proprio conforme al mio stato emotivo; in passato questo era avvenuto anche per la poesia "Luce del sol che ascolti i mattini".
"Wonderful, Elton" sempre dal sito di riferimento è stata tradotta in pochi minuti, applicando le regole di base della costruzione sul suono.
Per la presente tornata, in previsione della ricorrenza di S. Valentino , ho deciso di proporre la medesima composizione in versione italiana ed inglese, una poesia con rimembranze musicali , molto amate ed ispiratrici .La composizione si intitola "Walking in the park with Elise".

Quindi
Mando ad Ivana ed Emanuele "Walking in the park with Elise" semplice/sentita;
Mando a Lorenzo, Bruno ed Enrico Pietrangeli la medesima composizione ma in lingua inglese.
Procedo inoltre a pubblicazione contestuale delle composizioni citate sul sito di riferimento.
Pur essendo oggetto di traduzione in altra lingua ho comunque pensato di farla stretta e tipicamente semplice/sentita anche se sono gli idilli quelli che più si prestano ad essere tradotti in altra lingua.

Oggi volevo fare dei cenni sull'atmosfera esistente nei primi anni novanta, quando inizia a scrivere in modo sistematico tutte le composizione che fanno parte della mia produzione letteraria, in parte già proposta nei libri, in Internet e nelle varie iniziative editoriali a cui partecipo.
L'atmosfera che mi portò a scrivere le composizioni contenute anche nell'Opera I Pensieri, era un insieme di sentimento, di luci e suoni soffusi, in quell'inverno del 1992, quando avevo gia' iniziato a scrivere, affrontando, in una situazione di travaglio interiore, i mesi delle composizione più ricercate, piu' impegnate emotivamente, in una situazione non facile da gestire, pur riuscendo a sistemare razionalmente, dal punto di vista tecnico ed organizzativo, quell'attività che avrei poi continuato a coltivare.
Un'atmosfera piena di musica dolce, ritmata dai fiocchi di febbraio, il mese delle poesie, quando già la costruzione sul suono s'imponeva in me con le stesse modalità ancor oggi presenti, nel momento in cui scrivo questo tipo di composizioni.

Ora mando le poesie, mando un augurio a tutti per questa ricorrenza ed attendo il primo aggiornamento per procedere a consueta comunicazione unificata d'aggiornamento.
Un saluto. Francesco Sinibaldi.

 

 

 

 

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