Francesco Sinibaldi 1-2-3-4 -5
I suoi libri di poesia:
Canzone triste. | Sunshine on my shoulders. | That’s the way God planned it. | Crying in the Chapel. | I’ve loved these days. | My Prayer. | Strange phenomena. |
Strange phenomena.
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Per i cuori delusi, per le grazie svanite al morir d’un pensiero e di nuovo rinate in un soffio beato. Per i timidi raggi di un mattino di quiete,ove canta un sorriso e rinasce nel sole, al fiorir delle fronde. E per te, che sei solo, e che cerchi nel cuore un barlume d’amore: nel suo sole sarà.
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Ho amato questi giorni, e il soffio del sole divien cantilena al timido marmo giacente nel chiaro,che muto assopisce,com’ombra beata che lieta s’appresta, e poi s’inginocchia,in mesta preghiera: e piange da sola,al suon della sera. Al fin quella luce che s’alza al mattino e dona un sorriso,e il suon della voce,di lei quella voce, del vivo suo canto.
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Or di conforto appare il chiaror posato alla fiammella,onde lungi la schiera riposa, e quivi s’appresta, nel mortal d’un candelabro; il passo s’arresta, qual pensier che in timor indugia in rimembranza, e inginocchiasi il pallore sulla nuda panca, rapito mirando di un color l’affanno alla sacra stanza. Dolcemente il tremor s’inganna,dalle sudate mani alla canzone,e il pianto ritorna, a me ritorna,codesto vivo e fuggitivo canto, ch’odo perenne, nel cuore. E sovviemmi l’amore, al nascer d’una voce.
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That’s the way God planned it.
Il niveo sole divina la mano ove un violino suol vagare al suon delle viole,e immenso simil melo appare vano nell’animo amico,e simile al soffio del vento. Mi rinvien nel fior del sole un lume ammaliato al vio silente,ed ella al nuovo anno, donna in neve,al miele e in fioco monte,or nel colle e or nel suon del novellino amore. L’alveo natio suol levare un vello al mio mannello, e un cuor si desta,ove nasce l’infinito.
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Onde il raio nel terreno fugge, di sconsolato accenno,al novello fiore,e nel dolor che s’alza al mattino, con gli occhi negli occhi l’amor risplende, poi che il rimembro alla movenza rima sconsolato l’avvenire. Quel ricciol dorato parea,di giovinetta, ancor beato al fior de la vetusta imago, al par del chiaro ch’entra,nella grinzosa e vecchia mano; e s’alza all’orizzonte,dintorno e per li campi vaga,cuor battente in solitaria sorte onde il dolor sovvien,a decantare l’infinito. Quasi in rosato tramonto,mano nella mano,e poi che tenerezza al sol appare,e quinci al monte, e nel suo chiaro l’allegria.
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Questa è una rima profondamente sola,che rimpiange il vociare del sole che urla e rinnova al bel cielo la quercetta sudata.Sta sola e can- ta l’armonia della solitudine,e i lumi che ha dentro per le gioie del cuore regalan tristezze ai fiori sfioriti,e allora saprai quel giorno in- ventato,del cuore l’odore e il fior de la pena.
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Lonesome death of Hattie Carrol.
Sul far del tramonto,onde il dolor sovviemmi in taciturna luce,ed il poetar s’avanza in mano fuggitiva,la vedo distesa, gli occhietti delusi a vagar nella gioia di un chiaror passeg- gero,e il soffio d’un tempo si posa nel casto di un ricciol beato,che s’empie d’amore,e poi dona un sorriso. E canta nel cuore al morir dei passati,ovunque sincero quel lume diventa,con lacrime amare a correr da sole a membrar gioventù. Ed allor mio Signore,io ti prego,dona un canto felice a quel tremulo fiore.
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Ancor giovine, onde il canto splendea al suon della campagna, e intanto parco parea tremante il corso, di giovinezza, alla sudata fonte,volgea lo guardo nel fior della collina,e seco il pianto. E allor credea,quasi in chiarore, magico codesto taciturno anno di mio dolore; ed or sovviemmi, de la natura il riso, e que’ volger d’ali al cantileno, e il suon de li augelli, e tutto intorno, all’infinito ch’odo.
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Under
Pressure. |
Dear prudence. E soffusi ritorni di un'effimera quiete discendevan sereni a mirar dell'amore sì novelli mattini,onde quel sol scendea rimembrando candidi ai chiarori nel rosar di buon tramonto la sua voce e il suo fiatar.Piangeva l'amore,e lacrimucce al sento vorìan vociar come timide passioni al nascer nuovo e tristemente in canto.E pian pia- no nella sera,tra lumicini dorati e flebili manti innevati d'amor,ri- nasceva quel sorriso. |
After the
ball/million miles.
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lamenta.
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Treat her gently/Lonely old people.
Donale un sorriso dolce come il nei suoi occhi infiniti,
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Lascio candide sere,ove il tempo del sol fa festeggi di suoni e d'innati sorseggi,e falso e fugace m'appar quel tramonto nel mio animo solo e ricolmo d'amore,al fiorir dei mattini. Lascio quel sole,e di lei la dolcezza di quel soffio beato, e del suon della voce l'infinita poesia rimembrata nel chiar d'un fruscello di quiete;ed allora,nel cuore,una luce dimora e s'accende di un pianto adagiato silente,e di nuovo rinato,a mirar quella gioia. Lascio tutto per te,e del sol la poesia.
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Here today (A John Lennon ).
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Blackbird. intra cantiche discese come suon d'immenso e casto, nel luminoso sole fulge qua e la al toccar del rugiadoso dì, sì candido e dorato in canterino ciuffo fa festa il passerotto, che ninnananna appare al generoso vallo. Dall' ale gioioso com'usa il venticello che già nei tramonti indugia ai primier sorrisi posati tremanti a fonte ingraziata d'amore, l'augello decanta,qua e la cinguettando, di amabile guardo la brezza risorta nel candido sole, e siti son d'anni gli albori inquieti. E posasi al vallo, lo guardo incantato a mirar del roseto gia' nato e perpetuo la voce dei pianti.
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In timido canto,col sol che sorride e vive in diletto al fiorir d'un pensiero, io piango. Onde cotanto in meridiana piova ch'ebbe, de la mortale e giovanile età al nugoletto anzi il chiaror in fuggitivo canto,e quivi a far d'ombroso in funereo e candido pianto,odo, in bianchissima sorte,d'augello al volo il suon de canterin gorgheggio; sì novellando vien dalla campagna pur sempre d'auretta in fresco chiaror al terren prediletto disdegnoso il passerotto,e dalla via corrente rinasce il rumorio.
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Così amico mio,ora che il sole si duole sognando soffi di candore simili a un chiaro rinato nel fuggir di un pensiero,a te mi rivolgo, e dico che a notte,quando il pianto del sole divien cantilena,la luce del cuore m'inventa un sorriso ricolmo di una magica quiete; ed io mi rammento nel volger di un anno dal sapore inquieto, ti guardo negli occhi e rivedo quel sole che di notte mi turba,ed allora, nel cuore,una voce mi chiama.
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Baciata la fronte nel soffio del sole rimando quietato al fiorir dei mattini,e candidi chiari al morir d'un bagliore nascente in pio amor, rifulgenza d'infinito. Il cinguettio dell'esultante picchio,allor che il suon donando salta di un invernale amor al cantileno,di pero in pero vaga ridente al suon del fuggitivo canto,sì ch'ella,primier mattin di un canterino cuore,a novo gioisce e piano rinasce,come fronda inquieta. E la' nel sole,al mirar dell'infinito,un augellin dorato a vociar d'immensa luce.
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Sei triste e più solo,quando lei non ti vuole,e lacrime amare discendon sui guanci e negli occhi arrossati,e amore credevi nel candido guardo d'una voce beata che ora fugge nel sogno, e nel canto perduto.Ma ascoltami dai,non pianger pei sogni, ch'è triste il sognar,e guarda quel sole d'incanto rinato al finir d'un bagliore,non perder la meta nel solco dei chiari, ed allora, nel buio,onde il pianto svanisce,una luce vedrai ed un soffio per lei.
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Siede quieto e rosato quel ridente tramonto,e questa rima,che mi par di sentire del suo candido crine quel sapore d'incanti ed un soffio infinito,come acqua in ruscello. E sedendo lontano a mirare nel chiaro quel perpetuo silenzio riso a suon d'altalena,e ove il pianto gioisce, una voce fatata mi raggiunge nel cuore,ed allora,nel sole,odo un canto morire: e mi rinvien l'eterno, e l'odor delle morte stagioni,e la novella e viva,il pen- sier di lei.
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Giammai finor l’incanto e quivi il passerotto,che duolsi al suon de lo novello mane onde ‘l sol cinguetta e canta, ‘ n passar di cantilene. Sì mesto l’augellin prope vanto in fior futuro,a lo fiatar di rosa in rosa,e onde un manto s’assopisce,ridona un pianto com birbantello ch’ode,e allor l’amor si desta ove ‘l ruscelletto vaga,e teneri passati fan festa nell’aurora,al par del sol che fugge lieto. E novellando vien dalla campagna il suon de’fuggitivi picchi,e ancor m’assale ‘l riso sì com’estro in cuor beato, al fiorir d’una canzone. Sì ridonda l’infinito.
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Co fronde inquiete ‘n passar de ribaldi mattini,rinasce l’autunno. Odo ‘l cuor mio silente gioir pe l’ariette ricolme de candida speme, e ‘l suon di que manto che freme d’eterno sì duolsi ne lume. Prope fuggita ov’io fossi intelletto e quinci nel mar sì novello al dispregio,ch’entra al tintinno al par dell’aurora gaudente posata al timido marmo d’affanno dipinto,in dir d’etate stanco al fuggitivo. Ed al fin di codesta poesia,l’auretta mia dolce m’invita a fiatar di una mesta armonia, e Paul nel mio cuore,e il soffio del vento che fugge nel chiaro,e un canto infinito a mirar nostalgia.
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