Come
una tartaruga stanca
Non
fare battere forte il mio cuore.
E’ stanco.
Mi sono proibiti i sentimenti.
Possono mettere in crisi
il suo fragile equilibrio.
Si è dilatato questo cuore.
Ho paura. Inutile nasconderlo.
Eppure, rimane in me una irrazionale speranza,
la voglia di vivere, di amare.
Per questo ti voglio accanto,
ma non mi è consentito dirtelo.
E però ti amo e sento di non
potere fare a meno di questo sentimento.
Stammi vicino, ma non fare battere
forte questo mio cuore stanco.
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VALZER
Valzer
di quattro stagioni
create per il piacere
dell’uomo.
Autunno, e le foglie delle
nostre querce ingiallite
gocciolanti come pioggia,
e il rosso fuoco di un mare
di corbezzoli che si confonde
con quello degli interminabili
tramonti alla marina.
Inverno, e il mare impetuoso
lungo i nostri scogli e
il suo pulviscolo di sale
che si spande lungo i tetti
di queste vecchie case e, poi,
su per le colline e i monti.
Primavera, col suo vento caldo
e altre volte gelido,
le sue nubi veloci e le sue
lunghe giornate di tepore,
e tante gemme a schiudersi,
e ancora il profumo degli aranci.
Estate, e le sue mattinate;
lunghe albe;
sciabordio d’acqua marina;
cavalloni verdi e spumosi
lanciati dal maestrale
per agitare i tuoi capelli
e i panni stesi al sole
come ancora qui ai usa.
Sole rovente e frescura
di brevi tramonti,
preludio di tante serate
trapunte di stelle.
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SCUSAMI
Al
di là di questa malattia
ci sono ancora i miei sogni.
Vanno avanti e si confondono
con il suo progredire.
E’ duro accorgersi di come non basti
la voglia di vivere per dire
ad una parte di te : ti prego, lasciami
ancora respirare.
Ti ho coinvolto in questa storia,
mia dolce amica e compagna, e alla mia
paura si è ora aggiunta quella di poterti
perdere, un attimo appena dopo quest’incontro.
Perderò questa battaglia, ma tu continua
a darmi l’illusione di potermi stare
per sempre accanto,e ripeterci le cose
che siamo dette e che continuiamo
a dirci.
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Notte
di silenzio
Mi mancano i tuoi occhi.
Ci separano il mare, i monti,
persino queste stelle.
Vorrei una tua carezza,
cancellare con te passato e
futuro e assaporare solo
questo nostro presente.
So che ci sei e che mi
stai ascoltando in questa
notte di silenzio.
Domani, continuerò a sognare
di averti accanto.
Passerà il tempo, ma sento
che nessuno potrà più cancellare
questo nostro sentimento
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Vorrei
Vorrei
costruire anch’io
la mia Cattedrale
e lasciarla al vento
e alla pioggia,
al sole e alle stelle,
o fissare una piccola pietra
che ricordi agli uomini
il mio passaggio per
questa terra.
Vorrei imparare ad amarti
davvero, fratello
per fare anch’io la mia parte
in questa sinfonia d’eterno.
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Scirocco
Verrò con questo vento caldo di scirocco,
ti porterò il profumo degli aranci e
ti dirò dei colori del mio mare.
Accarezzandoti, ti ripeterò il bene
che ti voglio e aprirò il mio cuore
ai tuoi pensieri.
Porterò con me la luce dei tuoi occhi,
il profumo della tua pelle.
Svaniranno, con le nuvole, i nostri affanni e
resterà in noi solo questo amore.
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CON
TE
Non
lasciarti prendere da questa normalità
che ogni cosa inaridisce, più che sole
il deserto.
Continua in alto a volare, oltre questo
piattume e, a notte, rifugiati col cuore
tra le tue stelle.
Questo grigiore non ti appartiene;
continua ad inseguire i tuoi sogni,
come farfalle i fiori.
Illumina questo mio tramonto
con il tuo sorriso.
Non lasciarti prendere dalla malinconia
e ascolta quanto grande è il bene che
ti voglio.
Forse anche il mio è egoismo, paura
di perderti ora che ti ho trovata.
Ma tu mi hai fatto innamorare oltre
ogni ragione e stretto a me voglio
tenerti, fino all'ultimo respiro.
Poi, se un giorno, dovessi cessare,
portato via da questa vita che mai
avrei voluto lasciare, tu continua
ad illuminare i giorni del tuo sorriso,
e, a sera, portami con te anche se più
non sono.
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ALI'
Alì
non sapeva di guerra e di liberazioni.
Difficile era per lui trovare un tozzo di
pane, qualche cipolla,una foglia di cicoria.
“Ochioni neri”, si chiamava quel bambino,
abitava con i genitori e tre fratelli in una stanza
e amava la vita come tutti i suoi compagni.
A sera, seduto su una montagna di rifiuti,
si scordava del mondo e, solo, muto se ne stava
ad inseguire gli uccelli con lo sguardo che
disegnavano il cielo fino all’ultimo spicchio
di sole, prima di cadere dentro l’orizzonte.
Il cielo, quella sera, fu attraversato da strani
bagliori, ma pioggia non cadde.
Avrebbe saputo che quelle si chiamavano
bombe.
La luce d’un tratto si spense nei suoi occhi.
Tra gemiti e pianti si svegliò in un letto
consunto di un posto che chiamavano
ospedale.
Solo dopo giorni seppe che il suo Paese era
stato liberato da uomini che chiamavano
anglo-americani.
Poco gli importò di quelle parole.
Le braccia gli erano state strappate
da una bomba che genitori e fratelli
gli aveva ucciso.
Gli dissero che era stato fortunato
a non morire.
La sua disperazione fu più forte
del dolore e solo qualche lacrima
scese a bagnarne il viso.
Allo sconosciuto, che gli stava accanto,
d’un tratto chiese come, da grande, avrebbe
potuto più fare il medico e, intanto, c’era
da raccogliere la cicoria.
Una lieve carezza fu la risposta.
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POVERO
CRISTO
Povero cristo,
sempre affisso a quel muro
con gli occhi chiusi come nel sonno.
E le tue Chiese, erette nell’azzurro,
circondate da secoli invisibili;
e quel camminare rumoroso di uno
tra le strade, mentre piove.
Tanto amore che è si perde forse
in una notte stellata o
in un lembo tranquillo di mare
tra le canne?
Notte di luna in quest’angolo di terra.
La sensazione di non essere il solo
e tu povero Cristo, sempre affisso
a quel muro.
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COME
ALBERO
Parole melense, banali, pronte
a disperdersi senza alito di vento.
Sordo a questo brusio, come
albero secco che aspetta
un colpo di accetta.
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Aspetterò....
Mi
ero illuso che l’amore
potesse fare a meno dell’incontro
di due corpi, di due sguardi
che, intensi,si cercano;
di due mani che tremule si
sfiorano e si intrecciano.
Un attimo, forse, è durato
questo amore.
Solo, aspetterò il luccichio
di una stella.
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Dialogo
Cosa diresti a chi ti vuole vendicare,
mio povero morto delle due torri?
La morte mai avrei voluto,amico mio,
io gli direi.
Già dura era la mia vita in questa terra
che ti uccide, giorno dietro giorno, con
la indifferenza, con tanti falsi valori, con
l’illusione della libertà che è solo sottile
schiavitù in nome dei mille nomi del denaro.
Mi ha ucciso una mano violenta che
voleva vendicare i propri morti,e morto
mi hanno reso da innocente.
Sono troppi coloro che muoiono in nome
della libertà, della giustizia.
Ora che sono morto anch’io so
quanto dolore porta la vendetta.
Mai altre lacrime potranno ridarmi la vita.
Vendetta io non cerco, ma tutti i colori
che mi hanno tolto.
Lasciami solo, in questo silenzio che
fa giustizia col suo rumore assordante,
più di ogni guerra.
Non altri lutti io cerco, solo l’amore
potrà rendere meno pesante la mia morte.
Non sono mie queste parole, ma quelle
dell’uomo morto un giorno sulla Croce
ed era Dio.
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Né
altro posso dirti
Il
giorno segue un altro giorno,
la notte attende l’altra notte e
io, sempre tra queste pareti ad
attendere ciò che mai potrà
verificarsi.
Mi muovo tra luoghi a me cari
con il ricordo di altri giorni sempre
più lontani.
Sento che si avvicina il tramonto;
lo so dal lento andare di questo
male che un giorno mi prese ed
al quale debbo essere grato per la
sua cadenza.
Pieno di malinconia è il mio cuore
come spesso succede nei tramonti
in cui le sere tardano ad arrivare.
A volte, ho voglia di pianto, ma so
quanto è inutile cedere a siffatta
debolezza.
Nulla ti sto dicendo di originale,
né altro posso raccontarti della mia
vita e non per riserbo o altro.
Non vorrei sciupare il tuo sorriso, né darti
tristezza o malinconia.
Fammi pensare a te fuori dalla mia
malattia, e lasciami godere quest’attimo
di tregua che hai saputo dare alla
mia vita.
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Oltre
una carezza
Ti
ho sfiorato con le mani quando,
dolce,ti ho sentito accanto;
quando mi sono subito perso
nei tuoi occhi.
Poggiarmi vorrei,in questo momento,
sul tuo grembo,ed inseguire insieme
questo tramonto.
Vorrei poteri dare tutta la tenerezza
che per te io sento.
Mi basta sapere che ci sei, e si allontana
da me tutta la solitudine del mondo.
Intanto, ti ripeto che ti voglio bene.
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25 Aprile
Mi
ha ucciso una pallottola sparata
da mano ignota.
Caddi tra foglie di bosco e profumo
di muschio,protetto da filari di platani
grigi che, diritti, si allungavano al cielo.
Non ho una lunga storia alle mie spalle,
perché di appena vent'anni s'è svolto
il filo della mia vita.
Da casa, un giorno, lontano mi portò la voglia
di non assistere più, muto di paura,alle tante
angherie degli oppressori nazifascisti: ai dileggi,
alle torture , alle uccisioni in massa, nelle quali
nulla valeva essere bambini, donne, preti o vecchi.
Una parola giustificava tutto: rappresaglia.
Non sapevo di politica, ma di sole e campi.
Sentii, un giorno, di ribellarmi anch'io
all'oppressore.
Ecco, supino, ora il dolore s'è fatto meno intenso.
Penso ai tanti compagni che prima di me sono
caduti e stringere il cuore mi sento.
Ferito a morte, ho tentato di fuggire, ma le forze
mi sono venute meno.
Attorno a me c'è solo silenzio.
Ho sparato anch'io questa volta e non so
se nemico ho ucciso.
Ma se questo è accaduto perdono a Dio
non chiedo perché stavo lottando per la vita,
per la speranza di potere riavere questa mia terra,
libera, normale.
Forse, morire meglio non potevo. Altri ho visto
morire calpestati persino dopo la morte.
Freddo s'è fatto il mio corpo. Vorrei che questo
mio braccio prendesse dentro la giacca la foto
che mi porto dietro di colei che mi è stata accanto
per tante notti,: ma questo corpo più non me lo
consente.
Muoio, piangendo per tutti i giorni che non ho
vissuto.
Che un giorno più nessuno sia costretto a lottare
contro il fratello.
Ho freddo, e solo mi consola questo silenzio
che sento così lontano da ogni cosa.
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Frammento
Vorrei
scrivere per te la mia
più bella poesia.
Ogni istante ho a me d’innanzi
il tuo sorriso.
Per te, segreti mai ha avuto
la mia vita.
Ti porto lungo i miei sogni;
sento che ti ascolta questo mio
cuore e che di luce riempi
i miei tramonti.
Di te volevo dire.
Riesco, invece, solo a ripeterti:
tienimi stretto a te e, indifesa,
lasciati sfiorare dalle mie mani,
immersi in questo stormir di
ulivi mossi dal vento.
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Cosa
ci è successo
Se non ti amassi, dovrei essere
geloso.
Se non mi volessi bene, si riempirebbero
d’affanno i tuoi pensieri.
E’ accaduto qualcosa di importante
nella nostra vita.
Grande deve essere stata questa
solitudine, che viene da oltre
il tempo.
Robusto è questo sentimento
come quercia che affonda le radici
nella terra e i suoi rami fronzuti
protende liberi verso il cielo.
Come vento di mare a cui
segue la bonaccia,così andiamo
incontro ai nostri giorni.
E poiché è davvero profondo
questo sentimento, esso vola
libero, ci cerca, e si arricchisce
di speranza, alla quale fa eco
questa certezza.
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DA
PADRE A FIGLIO
Paese
mio mi hai fatto crescere libero,
mi
hai abituato a sentire il mio vicino:
amico,compagno,
fratello.
Ci
ha sempre uniti la povertà,la fatica,
la
voglia di lottare contro ogni violenza,
apprezzando
la dignità di essere uomini.
Ci
siamo così, in tante occasioni, caricati
il
dolore del mondo, quando sentivamo
nostra
la sofferenza di altri.
Liberi,
abbiamo attraversato giorni sereni,
chiusi
da tramonti di fuoco che agevolavano
i
nostri sogni.
Quasi
senza accorgercene, stiamo ora
scivolando
verso ciò che è la negazione
della
libertà, della dignità del nostro lavoro,
dell'essere
uomini e non merce.
Si
sono battuti i nostri padri contro il
fascismo
ed altri, dopo,contro il comunismo
che
la dignità dell'uomo calpestavano,
sia
pure in nome di principi differenti allora
inconciliabili:
capitale e lavoro.
Mi
dirai che è chiusa questa pagina di
Storia
e storicamente magari avrai ragione,
ma
io ho presente la distruzione sistematica
che
ogni giorno si fa dei valori,questa
uniformità
che sta caratterizzando il mondo
per
quanto riguarda il lavoro come merce,
come
nulla fosse accaduto prima d'oggi.
Dicono
che ciò è frutto del progresso,
della
libera concorrenza, del mercato,
cose
tutte delle quali non si può fare
a
meno.
Io
sento che la mia libertà si appiattisce
giorno
dietro giorno, come fiore che
perde
poco a poco tutti i suoi petali.
E'
triste accorgersi come poco lo scorrere
della
vita pare averci insegnato.
Di
nuovo grigiore si sta colorando il mondo
e,
in tanti, hanno già messo da parte quelli
che
si chiamano valori,tradendo come Giuda
fece
con Cristo; anzi peggio perché
non
si intravede in loro pentimento.
Caro
figlio,con questo mio dire
riprendi
la lotta contro chi si batte solo
per
la morte.
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