Tramonto
Di colori d'arancio
si è riempito questo
tramonto e
il mio sguardo segue
il sole che annega
dentro l'orizzonte.
Non ci saranno luna
nè stelle, coperte
da nuvole,questa sera.
Mi attardo ad ascoltare
questa risacca che
appena sfiora la sabbia,
e sereno mi preparo
a chiudere quest'altro
giorno.
Anche se lontana, so
che ci sei.
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Abbandonàti
Da
dietro la montagna è venuto
questo vento caldo, e la luce abbaglia;
disegnano cerchi i rondoni in volo;
dei loro striduli pigolii così si riempiono
i meriggi.
Da ora in avanti sarà sole che ogni
cosa sovrasta, che zolle frantuma,
erba ingiallisce, di unico colore
riempiendo queste vallate aperte
al suo respiro.
Oggi è arrivato silente, senza farsi
annunciare da cime di alberi che
si piegano, scossi sino alle radici.
Né il mare ribolle di acque nervose
che si tingono di grigio e si agitano
come colpite da frusta.
Tutto è fermo, piatto. Solo i tetti
di queste case, addossate l’un l’altra,
paiono volere sfidare questa luce che
si riflette contro la Rocca e tutto
il calore al mare rimanda.
Di nulla ho voglia, tranne che del
tuo amore, ed attendere l’arrivo
della sera che, forse, si annuncerà
con leggera brezza o a notte porterà
questo vento a noi esausti,
abbandonati senza tempo.
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Diversamente
Lasciami trasportare da corrente di mare,
che mi porti a largo.
Ho fame di albe che di colori
luoghi a me noti riempiono.
Riportami, per un giorno o un
momento, tra i miei sogni.
Lasciami abbracciare da colei
che tanto bene sempre mi volle,
e a lei, muto, fammi confessare
le mie paure.
Diversamente, portami lei qui,
d’incanto,così che io possa
pigliarmi i suoi baci tra mille
carezze;e tutto l’amore che
mi porto dentro possa darle.
A te parlo mare e mi conosci;
ma questa sera tu non mi rispondi.
Quella tremula luce all’orizzonte
continuerò a guardare, e a lei, in
questa notte, appenderò ogni
mio pensiero.
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DISPERAZIONE
Muri di silenzi, ritmati,
che
assordano, sconvolgono,
trascinano.
Avrei
voglia di gridare,
muto
però mi ha reso
questo
evento.
Disperato,
ora è panico,
vortice
che di nero tutto
dipinge.
E'
arrivato il momento
che
tanto temevo: il tuo
silenzio.
Ma
forse ti sto facendo
solo
torto.
Cause,
magari banali,
ti
avranno impedito di
rispondermi.
Perdonami.
Ma
io senza di te
perduto
mi sento.
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Ti
vorrei
Mi
immagino di te che ho conosciuta
tramite parole cadute sul mio cuore.
Mi ripasso la tua immagine e sogno
ogni tua femminile movenza
La tua voce ho sentita,ma non ci
siamo visti.
Ti penso sotto le stelle, durante albe
e tramonti.
Forte sento crescere in me la voglia
di prenderti per mano, di accarezzarti
e prendermi le tue carezze.
Soli, sperduti in questo mondo a noi
pur così vicino.
Ti scrivo per dirti del mio desiderio
di averti tutta mia.
Nessuno può impedirci di sognare,
neppure questo cuore che tu sai
così sensibile all’ascolto di ogni
alito di vento.
Ora io ti vorrei e nulla più mi
importa di queste stelle che si
perdono nell’universo.
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Una
lanterna
Accenderò
una lanterna lungo
il tuo cammino,ché mai possa
smarrirti nella malinconia,pensando
a ciò che poteva essere e non è stato.
Ti seguirò oltre la mia vita, e sempre
illuminerò il tuo cammino perché
la solitudine non abbia a spegnere
il tuo sorriso.
Mia, mi sentirai sempre accanto,e
se amore non è dolce illusione ,
serena mi troverai per tutta la vita
nell’acqua che scorre tra le montagne
o nel colore azzurro intenso del mio
mare che, per magia, a volte si colora
di smeraldo.
Sentirai allora cessare ogni affanno
e una tua dolce preghiera si eleverà
nel cielo.
Sarà una tua poesia che la dolcezza
del mondo fermerà d'incanto.
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MUTAZIONE
Mi rubarono il mare un
giorno
che più non ricordo.
Le colline tutt’attorno non
ebbero più senso, e gli alberi,
che avevano per tanto resistito
allo scirocco, d’un tratto si
lasciarono prendere dal fuoco.
Si ruppe quella magia che in
tanti ci prendeva, e più non
fummo.
Solatia si svolge questa mattina
la spiaggia tra spuma bianca e
profumo di alghe.
E’ inverno.
Tra poco sarà primavera e, quindi,
estate.
Questi silenzi cederanno il passo
a rumori sguaiati,ad odori nauseabondi,
a folla impazzita.
Si nasconderanno i vicoli ed i cortili.
Paese mio, potrò nuovamente averti
nel tardo autunno, ma tanto di te,
ancora una volta, per sempre sarà
andato distrutto, neppure protetto
dal ricordo.
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Plenilunio
Incontriamoci
in questi campi
incantati, di lucciole che si
nascondono ai raggi di luna;
vieni oltre le canne ove è
gracidare di rane in amore,
concerto di grilli, saltellio
tra frasche di conigli.
E’ luna tonda.
Stesi su l’erba, che profuma
di fieno appena tolto, tremare
sentiamo i nostri corpi in
questa notte.
Più non lasciarti prendere
dalle cose di ogni giorno, e
fatti da me stringere con
tutta la dolcezza che solo tu
sai darmi.
Nel buio di luna, mi prenderò
la luce dei tuoi occhi
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Al
tramonto
Sognavamo
giorni di riscatto
per i poveri di questa terra;
giorni di pace,di libertà e
di giustizia.
Ci ripromettemmo di lottare
per tutto questo, e ci dissero
che il nostro era solo un sogno.
Sognatori ci chiamavano,idealisti
e dicevano di aspettarci al passo,
come uccelli che da lontano si
muovono, chè sarebbe arrivata
la fine dei nostri sogni giovanili.
All'entusiasmo,in molti di noi
subentrò, invece, la ragione e
più ci convincemmo della bontà
delle nostre idee, del fatto che
il mondo non poteva essere dominato
dall'interesse,governato dal denaro.
Utopisti ci chiamarono.
Resistenza noi cominciammo a fare.
Continuammo con più forza ad agitare
quelle bandiere:libertà, giustizia,
eguaglianza,lavoro.
Oggi che il mondo è tornato a farsi
villaggio, forte mi pare di sentire
l'urlo degli uomini che ancora attendono,
lottano,muoiono, sperano.
Stanco,però io mi sento,e se più robusta
s'è fatta la mia fede,so che sta
per concludersi la mia parte in questa
vita, e, con sincero dolore,mi rendo
conto di quanto poco io abbia fatto
per te fratello mio.
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Morire
mi sento
Da
quando ci siamo incontrati
sempre con me ti porto.
A volte, è pioggia che di profumo
di terra riempie;
altre volte, è spirare di vento
che, leggero, arriva con questa
nebbia che ci avvolge e ci
nasconde.
Dentro ti porto, in queste
giornate di sole in cui il mare
si fa azzurro intenso; oppure
a notte, quando la luna d’argento
l’acqua nelle cale dipinge;
e ti desidero.
Sento che anche tu mi stai
cercando, e morire di solitudine
mi sento in questo silenzio. |
COME
BARCA
Ora è barca che vele stende
al vento.
Navigherà tra colori cangianti
e onde di favola.
Dolce sarà per voi andare
insieme in questo mare,
anche quando di tempesta
scuro esso si farà tra nuvole
minacciose.
Lottare allora dovrete, uniti, e
dire ai venti: lasciateci andare
per i nostri giorni,fino a quando
tempo di bonaccia ci verrà
incontro e, poi, ancora riprendere
il cammino, sempre insieme,
verso il mistero che un giorno
lontano dovremo attraversare.
I venti vi lasceranno andare,e,
nelle notti, appena sentirete
lo sciabordio dell’acqua che
sfiora il vostro legno;
l’amore non vi darà,infatti,
neppure il respiro di, muti,
assaporare questo firmamento
che vi abbraccia, e, timido
per voi spegnerà qualche sua
stella.
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Le
solite cose
Fuori
è il solito vociare di bimbi;
in cielo rapide volteggiano rondini
in volo.
Stenta la sera a farsi avanti e il cielo
all’orizzonte non ha veli rosso arancio.
E’ stato un altro giorno.
Alle cinque del meriggio, mute sono
rimaste delle Chiese le campane.
Una gran folla ho visto accompagnare
un giovane che la vita s’era tolto.
Compassione,pietà, dolore, curiosità
accompagnavano quel giovane.
Strano il tempo dell’uomo.
Io prego il buon Dio di fare battere
questo mio cuore stanco;
quel giovane ha voluto la morte per
compagna.
In silenzio, per lui da me s’innalza una
preghiera: Dio, accoglilo tra le tue
braccia con una dolce carezza.
Già il buon Dio a cui tutto io debbo.
E se, invece, dopo, fosse solo silenzio?
La stessa domanda di sempre, che
ci portiamo da tempi ignoti.
Poi, a te penso,e, come sempre, mi
manchi perché tu sei il mio punto
fermo.
Eppure il tuo amore mi disorienta,
mi fa sentire persino responsabile
delle tante cose che, per il mio stato,
vorrei, ma non so darti, mi colma di
dolcezza, certezze mi dà in questo
lungo tramonto.
Sarà notte, e nulla continuerà a
dipendere da noi, tranne l’amore
che tanto ci lega.
|
Portami
via
Luccicava,
a tratti, sopra di noi
qualche stella e quella tremula
luce io ho visto riflessa nei tuoi
occhi.
Ricordo le nostre carezze, i tuoi baci,
le mie mani che sfioravano
il tuo corpo.
Mi hai detto della tua disperazione,
del tuo dolore, della tua angoscia;
io ho capito che tu mi stavi chiedendo
di portarti via, ed a te ho affidato
ogni mia esile speranza.
Il sonno ci colse l’uno dell’altro e
di tutto il rumore del mondo
ci scordammo.
Si sciolse, alfine, la notte
al chiarore dell’alba e soli ci
trovammo con i nostri desideri, con
questa struggente speranza che
nel cuore si gonfia come onda
di mare vogliosa di sciogliersi
nella spiaggia e che a lei, bianca
si aggrappa.
|
Come
nebbia
Scorrevano
le parole e noi ci
sentivamo sempre più vicini,
pieni di amore che avremmo
voluto darci.
Ce lo ha impedito la lontananza,
e però sentiamo quanto è immenso
ciò che ci ha preso e che ci
accompagnerà nelle ore e
nei giorni.
Come nebbia è svanita
la solitudine che avvolgeva
la nostra esistenza.
|
Vienimi
incontro
Come
un bimbo che muove
i primi passi e cerca un appiglio,
come vecchio che nel bastone
trova un punto fermo, così io sto
tentando di vincere le paure
che ad un letto mi legano
come a un porto.
Mi muovo tra speranze e timori,
ma forte è in me il desiderio
non di remare contro,ma di
pregare questo male che
da tempo mi conduce
di essere con me benevolo,
come pioggia con terra
arsa dal sole.
Quasi sempre questa speranza
annega nel nuovo giorno
come barca che si infrange
contro scoglio.
Torno a piegarmi e mi affido
a questo letto.
Ora che la primavera s’è fatta
avanti si accavallano ricordi
di profumi di campagna,
di suoni di ruscelli, di cieli
assolati d’azzurro o di cime
velate di nebbia.
Di lei, soprattutto, non posso
fare a meno e tu lo sai
perché me lo impedisci
tutti i giorni.
Tenterò allora di uscire
dal mio porto e,col tuo
assenso,inseguirò momenti
di normalità, di convivenza
con te da cui dipendo.
Non so se è molto ciò che
ti chiedo quando ti prego
di fermarti, di darmi un poco di
respiro.
Da anni ti appartengo, lasciami
allora per poco andare,
tu sai che da te non potrò fuggire.
|
Da
te mi porteranno
Verrò
quando non mi aspetterai.
Mi porteranno da te nuvole bianche.
Subito mi riconoscerai, ma non
ti lascerò il tempo di stupirti
perché ti avvolgerò di baci e di
carezze e ti porterò con me in
una terra che solo per noi esiste.
Tempo non ci sarà per ripeterci
che ci vogliamo bene, perché
saremo l’uno dell’altro, al riparo
di alberi complici a primavera.
|
Chiamalo
come vuoi
Più
volte ti ho scritto
questo giorno.
Niente di nuovo
ti hanno detto
le mie parole.
Ma non è l’originalità
del mio dire l’affanno,
quanto questo desiderio
che sempre più
si avanza.
Come albero che
profonde radici affonda,
così io fermo mi sento
in ciò che per te
dentro mi porto.
Chiamalo come vuoi:
amore, desiderio di
tante tue carezze;
ma forse dico solo
altre parole
perché l’unica certezza
è che ti voglio bene.
|
Canzone
d'amore
Bugia
sarebbe dire
che non ci apparteniamo.
E’ successo all’improvviso;
ci siamo lasciati prendere
dalle parole; dietro c’erano
i nostri sentimenti,i nostri
sogni, le sofferenze che
la vita ci aveva dato.
Ci incontrammo, leggendo
parole scritte, sincere come
acqua che pura scorre verso
luoghi sconosciuti.
Non potevamo pensare
che l’amore ci prendesse
così all’improvviso, che robusto
crescesse in noi come sole caldo
nella frescura di primavera.
Tante volte siamo stati presi
da dolcezza che a noi è venuta
come alito di vento.
Eppure tutto si è svolto in
una dimensione nuova, di
questo tempo che veloce
ci porta oltre ogni limite
di spazio.
Forse eravamo in attesa di
farci travolgere da questi
eventi.
Ai nostri corpi mancano solo
le carezze, gli sguardi che inutile
rendono ogni nostra resistenza.
Non è però illusione ciò
che ci è successo, perché
da sempre sentiamo
di conoscerci in questa attesa,
come fiume che col mare
alla fine si ricongiunge.
|
Clandestini
Venivamo
da verdi pianure, da giallo deserto,
alta era la montagna sino al cielo.
Primo a morire tra le mie braccia fu mio figlio,
e mi morì di fame cercando aiuto nei miei occhi.
Nulla per lui seppi io fare tranne stringermelo al petto,
ma cibo da mesi più non c’era chè anche i fili d’erba
per fame avevamo fatto deserto.
Nulla mi uscì dal seno tranne la mia disperazione.
Non scorderò mai quel tramonto di fuoco quando
mi lasciò quasi senza esalare l’ultimo respiro.
Altri due figli mi restarono Fatma e Kaled.
La notte attraversammo per scoprire il mare.
Fresca la mattina , in lunga fila, ci colse quando
raggiungemmo quella pianura d’acqua, verde più
che le nostre pietre di smeraldo.
Un uomo ci attendeva e la sua barca per portarci
in una nuova terra là dove calava il sole.
A lui diedi ciò che era il ricavato di ciò che non
era più mio delle poche cose che lo erano state.
In tre partimmo verso la speranza.
Non so quanto durò il nostro viaggio; le stelle
luccicarono per tante notti e tante volte
aspettarono i primi chiarori dell’alba.
Stretti l’uno all’altro eravamo,avanzando
in quell’acqua che ci pareva immensa
come cielo capovolto.
La sete presto ci prese ma nessuno poteva aiutarci;
vidi una nuvola blue scura all’orizzonte ma era
la terra che ci avrebbe accolto.
Tutto sta scritto nel libro della vita e così scuro
d’un tratto si fece quel mare e ci rendemmo conto
che le onde presto ci avrebbero travolto.
Più stretti ci facemmo; Fatma, mia figlia,
un’onda me la portò via e si smarrì per sempre
tra spuma e vento.
A Kaled disperata mi aggrappai e non lo lasciai
neppure quando attorno a noi buio tutto si fece.
In pochi ci trovammo su quella terra.
Kaled mi stava accanto,mi fecero capire che
si sarebbe salvato.
Ora siamo qua chiusi in questo campo.
E nulla sappiamo della nostra sorte.
Kaled ha una camicia e persino un
paio di scarpe.
Dicono che siamo clandestini.
Non so cosa vogliono dire queste
parole. Né so se mai più rivedrò la mia terra.
Ora dovrò pensare al mio Kaled.
|
Perchè
ci siamo persi
Interi
pomeriggi ti ho aspettato,
ansioso di ascoltare la tua voce,
di stendere il mio passo accanto
al tuo.
Vana è stata l'attesa perchè altro
lontano da me ti ha trattenuta.
Piccolo s'è fatto il mio cuore e
di tristezza mi sono sentito morire.
Tante volte sono venuto ad un
appuntamento che tu non mi
avevi dato, e tu non c'eri.
Della tua assenza me ne sono
fatta una ragione.
E' bruciato come paglia il
nostro amore e il vento di
quel fuoco ha disperso ogni
traccia.
Eppure non riesco a darti torto.
Amore non potevano essere solo
i tanti tramonti,le insistenti
preghiere di starmi accanto.
Hai deciso di riprenderti la
freschezza dei tuoi anni e
torto non riesco a darti.
Eppure, mi piacerebbe ritrovarti
ad un appuntamento che non
mi hai dato e sentirti dire che
mal riposta era la mia disperazione,
perchè mai hai smesso di volermi
bene, anche quando ne avevi
tutte le ragioni.
Ci siamo persi così, per caso,
e mai più ho avuto la fortuna
di rincontrarti.
|
Perchè
Scriviamo
di amori, di gioie e
di dolori.
Si attaccano le parole ai corpi
quasi fossimo l’anima del mondo.
Parliamo di albe e di tramonti; di
luna e di stelle.
A volte è vento e pioggia, altre
volte è solo silenzio.
Null’altro siamo che uomini
alla ricerca di lucciole e di
grilli.
Con noi ci sono mari e fiumi,
montagne che si arrampicano
al cielo,orizzonti che a guardarli
ti lasciano senza fiato,tramonti
struggenti.
Diciamo della vita e della morte
e spesso amiamo perderci
nell’infinito o nel nulla.
Attaccati a questa terra,viviamo
oltre lo spazio e il tempo.
Siamo noi e le parole la nostra
voce, il mezzo per dire di
questa ricerca dell’uomo che
mai ha fine.
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