Michael Santhers 1-2-3-4-5-6-7-8-9 

Biografia

 

SIMULAZIONI

OCCHI VENDUTI

LINGUE MALEDETTE TREMA LA LUCE ARRIVISMI VARIABILI QUANDO LA MIA FACCIA MATRIMONIO DI CONVENIENZA
IL VENTO SI PLACHERA GRANDE BORDELLO PALAZZO ZUPPA MONSIEUR FRUSCELLA TEMPO DI DECENZE L'ULTIMO TRAPEZIO DONAZIONI PASSI SULLA NEVE
CALA LA NEBBIA LUMACO' ALBUM N CERTI POSTI POMERIGGI DI NOIA LUNEDI DI PASQUA    

 

 

 

 

 

 
Nel finto spasso di vite
di abulici pomeriggi
si svende il lascito
di secondi sommati
a gesti di polsi
a battiti di lancette
di palpebre
nell'orologio del tempo
che segue l'ombra
dell'anima
inseguita da nebbie
di efferati sbadigli
da nascondere a etiche
tristi
di volti programmati
 
Illusori appigli
cercati in puzzle di amori
sbaragli di vite
fermate su fogli
con titoli strani
che rifiutano il seguito
con sfregolii di penne
col ventre imbalsamato
d'inchiostro
sangue che nega
accaduti mentali
 
Il gelido niente
si da fuoco in anestetici
silenzi in compagnia
di armonie stecchite
dal gas nervino della noia
nel deserto campo
di battaglie costruite
per avventure di povere
sagome esplose
di riflessioni
nel nulla
 

 

dal volume:voci dall'inferno

 

 

 

 

 

 

 
Un lungo formicaio di macchine
somari senza capricci
senza colpe
corrono veloci
per gare di campagne
ancora stordite dalla rabbia del gelo
 
Nell'avvenuto risveglio
vicino ma lontano
già al riparo dell'ingombro
di una morte risorta
la primavera dona
gli ultimi peli di coda
del predecessore
 
Piatti di plastica
come aborti di luna anemica
sul dorso del vento
vanno a posarsi e annullano
precoci ciclamini
 
Cellofano
bandiere senza colori nè patria
avvolgono e stuprano gemme
su rami inermi
e sventolano il degrado
 
Stanco di offrire luce
alle storture
il sole si inchina
nel riparo del tramonto
mentre alle mangiatoie di petrolio
lunghe file per le vitamine dei motori
ignari che lontano
nel deserto di idee
una bomba dilania per loro
ogni coscienza
...ogni memoria

 

 

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 dal volume:voci dall'inferno

 

 
Sorseggiando un decotto di fiori
allineò le foto
dei capricci degli anni migliori
che imbrogliarono vite sperate
e al passare dell'ultimo ritratto
le mani allentarono la presa
cadde il volto pagato col giallo
del tempo
e dal viso con la carta alle spalle
partì il rancore giunse alle gambe
furono le strade che condussero
al baratro
a tagli di vene
scritture di trame
malizie ed appigli
a interpretare col senno di poi
dopo
nel riflettere ancora abbastanza
è triste cercare nel nulla a ogni costo
dare le spalle al passato
pensando al futuro bloccato
nei pensieri di ieri
con l'amore che si fa male da solo
per estorcere sensi di colpa
ignorando l'orgoglio
mentre nel freddo del vuoto
bruciano le assuefazioni
tra le incertezze vacilla la vanità
....amore ti ho voluto punire
al prezzo del male
che ho fatto a me stessa
 
Mise come ultima scritta di lapide
la foto sull'album
girò la vuota tazzina
dell'ipotetico tè
di un pomeriggio apparente tranquillo
che stendeva il tappeto alla sera
per l'invito del sonno
con la speranza del sogno
.......di ieri...................
 

 

dal volume:Voci dall'inferno

 

 

 

 

 

 

 
Seduti
tra zoppi tavoli
resi irregolari
da gesti improvvisi
su sedie scocciate
di ospitare ossa
da restaurare
fac-simile di uomini
guardano dietro vetri
platinati di fumo
e di catarro antico
che fanno da sipario
inefficiente
per nascondere le storie
distorte di ognuno
con tracce di riscatti
incontrollati
 
Si affogano le noie diverse
con digestivi di erbe
mai viste
mai raccolte
 
L'unica fortuna
che vi entra
nel tempo
è il risparmio di contarsi
...... uno ....di meno...
senza l'obbligo di un commento
trascurando ogni memoria
 

 

dal volume:amori scaduti di un essere qualunque

 

 
Cala la nebbia
come respiro congelato
sul mare calmo
inzuppato di mostri
a riposo
 
Svanisce il sogno
di due fidanzati
che coprono l'anima
nel fosso di sabbia
come pasto di volpe
per avvenire di fame
 
Nel mondo senza colori
solo parole che vagano
sotto i colpi degli occhi
per inchiodare
sbaragli di vite
 
qualche silenzio atterrito
mira una luce lontana
che rincuora
sollecita
il senso dell'oltre
che neanche la morte
alla faccia più seria
degli uomini
non riesce a negare
 

dal volume:voci dall'inferno

 

 

 

 

 

LUMACO' ( lettera al mio asino)
 
Oh ! lumacò
quando ti comprai
avevo ancora i capelli
da pettinare con le dita
quando si avvicinava
la scadenza del foglio
di cambiale
e guardavo le ragazze
che mettevano paura
al sangue che nascondeva
le parole
ora tu sei vecchio e stanco
col deserto sulla pelle
e i tuoi denti accarezzano
soltanto i ceppi duri
della lupinella
mentre piombi di bava
ti inchinano alla terra
che corteggia le tue ossa
per un sonno sordo
alle mie bestemmie 
che furono pretese
senza ricompense
Lumacò scusami
col tempo ti ho capito
ma il progresso avanza
animali nuovi sono venuti
col cuore di ferro
parlano in rumori
divorano petrolio
avanzano e rendono
fumo nero
il merlo la quaglia
scappano alla vista
Lumacò siamo vecchi entrambi
con due condanne simili
e distanti
tu per una mortadella
e io coi tuoi soldi
verso il decoro del silenzio
scusa se ti ho scritto
al tramonto
 

dal volume:voci dall'inferno

 

 

 

 

 

DONAZIONI (in Molise)

 

 
La prima festa di primavera
 
Siamo stanchi,troppi intrighi
sussurrarono gli impastatori di pagnotte
per guidare il popolo
 
Andiamo avanti questa bontà sta per finire
incitarono gli asciugatori di formaggi trafugati
seguiamo l'esempio dei lustratori
di cotiche di prosciutti
 
Siamo in ritardo asserì la donna
con la borsa con una fessura
per far respirare la gallina
fa caldo l'olio trasuda mentre il vino impazzisce
continuò il discorso il suo ammiratore
e questa è roba che deve finire sulle tavole
dei palati fini
 
Fate attenzione osservò il vigile dei traffici
c'è troppa gente distratta
e si possono rompere le uova
inoltre il pulman è in ritardo
l'insalata si sta seccando
 
Fratelli disse il prete
essi apprezzeranno
la burocrazia dorme e si sveglia di buon umore
questa bontà andrà in buone mani
che sia sempre pace per chi dona  e per chi riceve
Il Signore tiene conto di ogni bontà
perciò ogni tanto date a me per conto suo questi doni
e come per miracolo due piume della gallina angusta
si posarono come angeli custodi
sulle spalle del messaggero di Dio
che proseguì
che il Signore sia lodato
con sincronia i presenti
...che sempre sia lodato
 

 

dal volume:normalità incondivisibili tra maschere clonate

 

 

 

 

 
Sulla neve
ogni impronta una storia
 
C'è il passo forzato
che sosta oscillante
tra l'impreco e il non
sapere dove andare
 
C'è l'impronta
di chi si sente braccato
dalle cose di ieri
 
C'è il passo schifato
di chi deve dividere
condividere
questo lenzuolo bianco
 
C'è il passo di chi si sente
incollato ad un vino
su una tovaglia
che incanta la fame
 
C'è il passo degli amori
che rallentano e si studiano
speranda cada un difetto
 
Ci sono i passi dei bimbi
in questo sogno confuso
che si scioglie da solo
 
C'è il passo delle prede
e dei predatori 
come pennelli dell'anima
che scava su questa tela
tutta da riscrivere
 
Macchie di sangue da lontano
come rose fuori stagione
che chiamano la vita
a mettersi in fila
sotto una mano bendata
per uscire dal quadro
e perdersi nelle cose
di sempre

 

 

dal volume: ...e...!!.le rose piangono al tramonto...!!

 

 

 

 

 

 
Rabbia e dolori
di uomini di pietra
tumulano amori
scompongono  preghiere
lanciano parole
nell'imbuto del silenzio
 
Testimoni del ripetersi
di storie meschine
delle pene
garofani e poeti
che incantano
e flagellano
la corsa veloce
delle idee
 
Gesti inutili
e occhi di mestiere
ungono le gole
secche di di desideri
 
Vivere è un momento
il resto è la distanza
del lancio di una pietra
tempo di decenza
di appena un ricordo
 
La poesia è finita
e i batteri
sparecchiano
la tavola

 

dal volume:Voci dall'inferno

 

 

 

 

 

 
Forbici alla gola
zampe di dolori
sotto gli occhi
di tua madre
che hanno visto
scontrarsi tutte le vite
 
L'ultimo sguardo
che rifiutò il domani
cadde su di te figlio
trapezista
rondine bizzarra
nel cielo affogato
dell'ultima primavera
 
Figlio vegetale
lontano dal rumore
degli applausi
le mie mani ferme
non possono chiamarti
sono croci nel vento
per un gesto
dei passanti
 
Il tuo cuore
è in questo circo
di farse e silenzi
ora giochi
con la vita
sul video della macchina
ormai grembo
sullo schermo
 
Il mio sorriso
in ogni clown
lontano dalla bocca
che mastica il tuo nome
una linea piatta
che vive di corrente

 

dal volume:voci dall'inferno

 

 

 

 

 
 
 
Trema la luce
delle stelle
nelle lunghe notti
d'inverno
si aggirano
tra i rimorsi
le anime che rosicchiano
il declino
i pensieri giurano
sul sorteggio dei Santi
nei precari riquadri
di calendari
che chiedono giorni
per smaltire divinità
in attesa
sognano
secche solitudini
tra lo sfogo di corpi
nel verso di lupi
sfuggiti a leggende
si accumula il grasso
di voglie respinte
senza tatto le mani
non sentono più
incanti finti di amori
ci si addormenta al mattino
dopo aver versato
a ogni incubo un vino
quattro boccate di fumo
e bestemmie in riserva
si pongono ombre
alla luce del sole
sotto coperte
ormai cartelli abbattuti
di capolinea d'arrivo
due piume di rabbia
impigliate alle unghia
 

 

Michael Santhers- dal volume:silenzi che hanno parlato al vento
note:linguaggio sperimentale-veloce

 

 

 

 

MONSIEUR FRUSCELLA'

Era di Morcone
paese seduto in una valle stanca
sottomessa ai soprusi degli inganni

Spinto da incauti dispensieri
di gioie locali non bastate
e giustificate dal sorteggio della sorte
partì in cerca di un'altra vita
emigrò in Francia
esattamente a Parigi

Rovesciò il cappello
per farlo sembrare una barca
e lo poso sulla Senna
e gli disse
porta lontano i miei dolori
verso il mare d'Italia

Monsieur Fruscellà entrò nel sogno
trovò un'amore che parlava
una lingua dolce
che senza chiavi gli apriva il cuore

Si sentì chiamare monsieur, monsieur
pensò fosse la traduzione del suo nome
che gli sembrò un'incanto

Si convinse che tutti lo conoscesero
e lui si voltava per sorridere e salutare
con inchini

Un giorno stanco di annuire
con la testa un pò pensante
non rientrò da una distrazione
e fu travolto da un tram

E mentre l'anima lo abbandonava
.... monsieur, monsieur, monsieur Fruscellà
Fruscellà, Fruscellà..

Io pensai
non c'è patria in grado di convertire
destini già scritti
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Michael Santhers-dal volume: Un temporale acclamato con nuvole dirottate

 
 
Mi cerco
tra la folla
in sguardi
da strappare
tra passi veloci
mirati dagli occhi
con pause
che puntano loculi
per prove di vita
che escludono libertà
di anime
asserragliate
da aliene pratiche
d'uffici
e bocche che masticano
potere
arrivismi variabili
per la condanna
dell'apparenze
droga del qualunquismo
meta degli anonimi
controparte di amori
nelle promiscue
identità
vago
ignaro di me stesso
tra l'ammasso di ricambi
degli scheletri
spolpati dalle voglie
che nelle case
gli intimi si negano
per usare come armi
per le supremazie
da esibire
nel matrimonio
di nemici
chiamato...famiglia
 

 

Michael Santhers-dal volume: silenzi che hanno
parlato al vento
note:linguaggio sperimentale veloce

 

 

 

 

 

 
Quando non riesci a rovesciare
un lunedì dietro le spalle
Quando fai quel biglietto solo andata
verso sogni tristi e poi ritorni sempre
Quando metti quell'amore maledetto nelle vene
Quando la gente si riprende anche il disprezzo
perchè ti considera il nulla generato dai vizi
Quando la notte copre i tuoi rancori
e poi ti vende al giorno
Quando la luna ti regala la tua ombra da seguire
come fosse un'altra vita e tu ci speri
Quando le nuvole
sono così basse da sembrare
un soffitto giusto per un cappio
Quando un fiore sembra il giusto testimone
dell'ultimo istante
Quando quel fiume ti sembra l'attore giusto
per mascherare il tuo pianto
Quando non hai più soldi per un altro silenzio finto
tua madre va al mercato dell'usato
per comprare un cuore che non sanguini più
un cuore d'acciaio ma non lo trova mai
sono tutti bucati di ricordi
-In te non c'è più luce e non potrai trovarti
-T i prego cerca nel dolore degli altri
quando esso ti apparirà
non penserai a te stesso
e gli altri ti cercheranno e ti troveranno
ti regaleranno,gli regalerai......un fiore
 

 

Michael Santhers-dal volume: Vite Contromano
 

 

 
La mia follia messa a tacere
dal pane che ho bisogno
di procurarmi
 
Il mio silenzio imposto dal potere
che non accetta che la fame
mi fa ragionare invece che delirare
 
La mia faccia arata dagli anni
ma che sa occultare
ancora le tempeste dell'anima
 
Gli amori mi hanno camminato a fianco
e si sono irritati per non avermi
mai visto rotolare nel fango delle suppliche
 
Ho visto anche troppa gente
considerare il dolore un fatto normale
e la gioia un'intrusa sorpresa
volta solo a cambiare collaudate difese
 
Ho avuto solo un amico
che non conosceva la gioia
ma una volta l'ho visto sorridere
per una gemma sfuggita a una gelata di maggio
 
La mia faccia
sono milioni di pagine
che non interessano a nessuno
ma ogni tanto un cuore curioso
vi legge una storia che non capirà mai
e finirà a battiti insoliti
 

 

Michael Santhers-dal volume:vite contromano

 

 

 

 

 

 

 

 
Al mattino due fosse sui cuscini
unti di finzioni
le lenzuola
come mantello d'assassino
e ognuno vuole disfarsene
nella stanza piena di profumi
consumati dal fumo delle sigarette
 
Con lo sguardo di un animale catturato
lei guarda la prima luce di un mattino
innervosito dai rumori
pensa a quando il cuore le si apriva
come un tulipano
e volava come un aquilone senza filo
ma bisogna vincere sui ricordi
far sembrare le due vite
sempre più normali
 
Poi verranno i figli
e gli si può dare anche un volto
del passato
 
Un rolex d'oro
avrà il compito di dividere la felicità
dai sogni
 
Poi penso a mio padre senza denti
con gli occhiali scheggiati
le idee mi cadono in un deserto
che avanza
 
Per favore chi legge
mi spieghi che strano sogno
è mai questo?
 

 

Michael Santhers-dal volume:amori scaduti di un essere qualunque
 

 

 
Il vento
scova i ripari
ulula
per l'affitto
dei lamenti
delle anime
che hanno bruciato
il riscatto
e cercano vendette
negli occhi
anche col solo raschio
di granelli di sabbia
ma simulate lacrime
e il dorso dell'indice
che si piega nella valle
dello sguardo
messaggi chiari
per far partire
avvoltoi e iene
e in seconda sciacalli
fino ai poeti
per chiudere il cerchio
con fantasie e lamenti
vita e morte
particolari acquisiti
per l'altruismo
e tra falsità
e muti dolori
si delinea il successo
fuggono i vinti
per la sola ambizione
tenersi lontani
da leggi senza prove
domani il vento
si placherà
unica prova
un cartone e un celofan
impiccati sulle spine
di una rosa
 

 

 

Michael Santhers-dal volume:silenzi che hanno parlato al vento
note:linguaggio sperimentale veloce

 

 

 

 
E'vino buono
lo possono bere
anche le donne
disse il minatore
Sardo
e incitò
le ragazze di colore
a entrare nel tunnel
a collo di bottiglia
pochi passi
e alla vista dei soli occhi
le Nigeriane
si sentirono a casa
e pronte per l'esperimento
iniettare amore
placare le discordie
tra il richiamo del diavolo
e la flebile voce di Dio
fusa alle invettive
delle mogli
ma sordi gli scapoli
dissero che la morte
poteva aspettare
nel facile abbraccio
del colore della pelle
e lo sfreco del carbone
sui visi
le telecamere deviarono
sullo schermo una nebbia
il presentatore annunciò
la pubblicità
tra l'audience alle stelle
e la schiacciante vittoria
del grande bordello
sul grande fratello
l'indomani
solo un critico
esortò
per salvare l'umanità
dall'atomica
della stupidità
 

 

 

Michale Santhers-dal volume:
silenzi che hanno parlato al vento
note:linguaggio sperimentale veloce

 

 

 

Rompe il silenzio
il fruscìo
delle angosce
nel tentativo
quasi riuscito
di addomesticare
la pace
giochi d'imbrogli
in cerca di Dio
tra stelle
e coperte di nuvole
per concubine preghiere
quà sotto
ho un amore violento
fatto di specchi
che mi rendono occhi
distratti
lontani
dai rumori del cuore
zoppo nel freddo
dell'anima
incapace
di simulare un abbraccio
nel ricordo di ieri
che poi è un tempo
lontano
che il dolore
tiene dietro la porta
ignaro
che ormai per te
sono un ponte abbattuto
un nemico alle spalle
una pietra nel muro
che ti protegge
il sorriso
nel quadro dei giorni
che solo io
non posso vedere
 

 

Michael Santhers-dal volume:
silenzi che hanno parlato al vento

 

 
Guardò le stelle
e gli sembrarono
monete luccicanti
poi la luna
un grosso formaggio
inghiottì
la saliva
e il collo sfibrato
disobbedì alla testa
gli occhi caddero
per terra
poi lento
lo sguardo
riprese il riferimento
dell'orizzonte
dalla piatta vita
potè osservare
le pigrizie del fiume
che cullavano
la scarpa del naufrago
che stavolta sembrò
un panino
capì
che nella fame
è più facile travisare
la realtà
che sognare
mentre la poesia
un farmaco dell'anima
e un ulcera
per lo stomaco
la realtà
un cane affamato
il sogno
un piccolo topo
in bocca
che ha sbagliato tana
e gli occhi
servi traditori del cuore
venduti
alle fauci
ma sazio
sarebbe stato
un poeta

 

 
Michael Santhers-dal volume:
silenzi che hanno parlato  al vento
note :linguaggio sperimentale, va letta veloce

 

 

 

 

 
Questa mattina
per la prima volta
ho visto il silenzio
restituirmi
il vuoto dei pensieri
come note
il rumore dei tuoi tacchi
per i corridoi dell'anima
per restituirmi
spiccioli sogni
che incauto
lanciai oltre i destino
scritto nelle cose
di sempre
nel baro
della statica vita
incitata
dalle lingue
maledette dei falsi
che ora mi girano attorno
per un arcobaleno
al dolore
negli astri
della loro fortuna
e si toccano il ventre
e più giù
per non imitarmi
mentre l'eco
della parola
amore
si strozza
tra il rumore delle macchine
muoio
con una mano chiusa
tra l'imploro
della vendetta
del tuo ritorno

 

 

Michael Santhers-dal volume:
silenzi che hanno parlato al vento
note:linguaggio sperimentale-veloce

 
Don Zuppa costruì un palazzo
molto alti anzi altissimo
imponente con aria di sfida
verso il cielo
sotto
il piccolo paese in uno stato di dormi-veglia
ancora con i suoi alberi
allineati alle stagioni
le piccole case colorate
come per conciliare un circo
e un carnevale moderato
si sentirono umiliate,rassegnate
si sottomisero e abituarono
i loro occhi volti ormai all'impotenza
digerirono vite...banali
 
Palazzo Zuppa
un nome più importante delle piazze
dei monumenti
ormai punto di riferimento
stella tra quegli umani
scettro di nobiltà senza radici
firma indelebile del progresso
nome nella storia
scultura nella memoria
vita che sottomette la morte
prestigio assicuraro
pezzo visibile dell'aldilà
 
Palazzo Zuppa
 
ma anche all'ingegno
sfugge sempre un particolare
il terreno assoggettato
al provincialismo che si difende
...franò......
e il palazzo come per magìa
di una cattiva fata si sgretolò
 
Don Zuppa rivisitò la storia
e si accorse che Ugo Foscolo
e Caravaggio, su un semplice foglio
e su una semplice tela
si erano consegnati ....alla storia....
 
Io non sentìi lo sparo
ma chi mi raccontò
non ricordo se lo fece
con dolore o con pietà
 

 

 

Michael Santhers-dal volume:
......e.!!... le rose piangono al tramonto...!!..

 

 

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