PENSIERO DARK
Fievoli luci
che all’imbrunire,
non vincon l’ombre,
indecise sagome
arrancanti nel buio,
nero antro di ancestrali paure,
figure incerte,
di bieco pensiero avvolte,
che di nera cronaca s’ammantano,
passi veloci,
come a sfuggir tempesta,
nei vicoli s’inseguono.
Il gelo del comune sentire
tutto avvolge,
come umido sudario,
e a nulla vale
il lume che di ragione è vanto,
ne il saper che l’amore mio m’è accanto.
Solo il colore del sogno
potrà spezzare
del grigio orrore il cerchio.
Solo di poesia il volo,
potrà sciogliere delle catene
l’angosciante nodo.
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1° MAGGIO
A nome di color
che dal lavoro
traggon sostentamento e gioia
e mezzi per diminuire
il quotidiano affanno,
in questo giorno,
di solo nostra festa,
io maledico chi di libertà
e democrazia è oltraggio,
chi vita minaccia,
chi deboli opprime,
chi sotto a putride bandiere,
fetor di morte ed oppressione spande.
Chi di pace bocca si riempie
mentre lutto acclama e violenza compie.
Maledico voi,
ladri di fantasia,
che di umana normalità vi fate beffa.
Maledico voi
che per stupidità o in mala fede,
nel farvi scudo di grandi idee non vostre:
ambientalisti,
animalisti,
buonisti,
capitalisti,
castristi,
comunisti,
ecologisti,
estremisti,
fascisti,
femministi,
giustizialisti,
imperialisti,
integralisti,
leninisti,
manicheisti,
maoisti,
marxisti,
maschilisti,
militaristi,
moralisti,
nazionalisti,
nazisti,
nichilisti,
oltranzisti,
pacifisti,
perbenisti,
puristi,
qualunquisti,
razzisti,
schiavisti,
stalinisti,
terroristi,
troschisti,
utopisti,
zapatisti,
…
vi proclamate.
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TRAMONTO
Alte vette
sfuggono la sera
e l’ombre scure
stentano a seguirle.
Solo il sole,
la cima del monte,
incanta ancora
col suo amor lucente.
Temerari passeri
inseguono il giorno,
volando dietro
ad orgogliosi sogni.
Gialli sbuffi e rossi e viola,
legano dei prati l’erba,
come firmamento,
ove son stelle i fiori.
Breve è il momento,
corto l’incanto
ed agrodolce la notte arriva
… e tu con lei.
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FLUTTI
DELLA LUNA
Flutti tonanti,
flagello di scogli,
qual’eco di tempesta
sull’anima si scagliano,
svuotando il cuore
dell’umano sentire
e come gelida morsa,
i visceri attanagliano.
Flutti che il tuo partire
ha scatenato,
come masso scagliato
a sconvolger l’acque chete.
Flutti della luna,
che il cuore strappate
e come deserto di sensi
il mio sentir lasciate. |
CRISALIDE
Ardenti sguardi
languidamente indugiano,
quali emblemi d’intenti,
su morbide forme
e turgide labbra.
Auspicio di carezze
che nell’incipienza della sera,
siano traccia e segno
di durature trame
e di rotte che incrociano
luna e amore.
Carezze di mani arroganti
che alleggeriscon l’anima e
leniscon tristezza.
Motivo d’assordanti sospiri,
d’esigenza d’affetti e
manifesto di passione.
Indomiti baci
ed abbracci di fuoco
che sian di crisalide
trasformazione
e nascita di donna.
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MEMORIA
Con occhi profondi
che del vuoto sono colmi,
scruto lontani orizzonti
di grigio striati.
Nel rifiuto del rimpianto,
mi volgo a vegliare ricordi
d’occasioni perse
e di memorie antiche,
di gioie durature e fugaci
e di brucianti dolori,
di trepidanti attese
e di cocenti delusioni.
Nel ricordar mi scuoto,
per memoria di vita vissuta
e fino alla fine bevuta,
che col suo canto appaga.
Mi basta chiuder gli occhi
per rivedere casa
e i volti antichi di chi
d’affetto mi avvolse.
Mi basta chiuder gli occhi
per risentir nel naso
i dolci odori di
luoghi lontani.
Mi basta chiuder gli occhi
per veder il tuo volto
e le tue mani sentire
sul mio corpo.
Mi basta chiuder gli occhi
per sentire sulla mia pelle
della tua il calore
e delle tue labbra la passione,
come morbido fiore
che i petali dischiude
per il suo nettare donare
a dissetare aride labbra.
Mi basta poco
per rivedere gli occhi profondi,
fatti di limpido cristallo,
del nostro arbusto
che qual vigoroso albero
già nelle sembianze appare,
saldo nel pensare
e dolce nel sognare.
Ma ora gli occhi riapro,
per tutto assaporare,
finché l’ultimo granello
da clessidra non vedrò calare.
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CONCHIGLIE
Come
conchiglie,
da risacca,
sulla riva abbandonate,
son per te oggi
i miei pensieri.
Conchiglie, gusci vuoti,
che di sbiancata
memoria hanno l’aspetto,
privi di vita
o d’alcun affetto.
Gusci che del colore,
solo un ricordo vago
ancor trattengono
e del lucor di vita
neanche quello.
Gusci …
che di gioia di sguardi
furono esca,
e di colori e sorrisi arditi
furon l’incanto;
che con profumo
di mare e di vita
ressero di passione
il confronto,
e d’amor furono vanto.
Oggi quei gusci,
insolati e asciutti,
vaghi e sbiancati,
del dolce sentir
più non son dimora,
ma casa e orpello
di affamate mosche
che lezzo attrae
come funesto boccone
di amaro rimpianto.
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CHISSÀ
…
Mi basta
sentire una canzone
per rivedere dei tuoi occhi
la luce e lo splendore.
Mi basta sentire un profumo
per riassaporare della tua pelle
morbidezza e calore.
Mi basta sentire un sapore
per riassaggiar sulle tue labbra
il gusto dell’amore.
Mi basta aprire gli occhi
perché tutto sfugga,
come tu dalla mia vita.
Mi basta aprire la mente
per riveder l’attese inutili
e l’illusione tradita.
Ma mi basta aprire il cuore
per sentir musica tornare
e con essa … chissà …
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CACCIATRICE
Ho tentato
di dirti
che tua voce volentieri avrei ascoltato
e tu, senza pensarci, mi hai telefonato,
ma voce del cuor volevo sentire
e tu non me l’hai fatta udire.
Ho tentato di dirti
che il tuo amore attendevo fremente
e tu un albergo hai prenotato impaziente,
ma amor più solido cercavo
e tu solo l’effimero piacere m’hai donato.
Anima mia catturar volevi,
senza nulla ceder oltre la pelle
e l’ansimar protratto fino alle stelle,
come se appagamento estremo fosse furore
e non il contorno al sentir del cuore.
Come se d’uomo e donna,
qual vacuo costrutto sol l’odor contasse,
di evoluzioni e solo sesso fai matasse.
Quale esca offri amor, nelle tue stanze,
colmo solo di fredde e vuote speranze.
L’anima mia però trappola sfugge
e via vola, senza alcun rimpianto,
lasciando solo una lacrima,
di triste pietà sentita,
per il tuo vuoto pianto.
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COME
UNA CAREZZA
Come una carezza,
la tua gioia,
il mio pensiero avvolge.
Come una carezza,
il tuo sorriso,
sulla mia anima si posa.
E pace porta
al mio spirito inquieto,
che nei tuoi profondi occhi,
consolazione trova
e serena stabilità
ed incondizionato affetto.
Figlio mio,
grazie alle tue carezze,
crescerò anch’io.
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Vecchie
canzoni
Vecchie
canzoni invadono l’aria
come tremule foglie, dal vento portate,
mi parlano di te, di una trascorsa estate
mi parlano di mare e d’una vita temeraria
Vecchie canzoni che aleggiano inquiete,
a raccontare del cuor l’inganno
fatto di sguardi, creatori d'affanno,
che scatenano dell’anima la sete.
Sete di carezze ardite, bruciate in un anno,
sogno di passioni e di giochi che coll’amore,
sapore creano e gioia al cuore danno.
Vecchie musiche che sanno d’estate,
che come i tuoi occhi, son piene d’ardore,
e al cuore cantan di notti infuocate.
|
MIA
Mia amata,
mia dolcissima,
mia mia mia … eppur mai mia.
Che strano amore è il nostro?
Anche se da tenere passioni avvolto,
fatto sol di parole e di materia vuoto.
Pur se stasera non son tra le tue braccia,
il mio pensiero per te s’affanna
e … mi manchi come l’aria.
Mi par di soffocare.
Mi sembra di annegare in un gelido mare,
che di troppi sentimenti gonfia le sue onde,
e tutto travolge e tutto interrompe.
Lacrime calde il mio cuscino accoglie,
come amaro rimpianto che notte confonde.
Ancor vorrei sentire, raro e prezioso,
della tua gioia il soffio
e di malinconia il tuo tremulo canto.
D’amputato affetto è il mio rimpianto
e stretto è il mio cuore nella morza
dell’arrecato pianto.
Per tanto strazio solo ad una speranza,
e ad un conforto anelo: di veder un giorno
da crisalide sciamar farfalla.
Per questo, mio dolce amore,
su di te io conto, scaccia tristezza
e non abbandonar speranza,
perché passione ormai provata
sia stimolo di gioia per la tua cerca
che d’amore, sarà senz’altro, coronata.
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NELL’ATTESA
Giungerà tempo,
di appagati sensi,
quando ogni affanno
sarà dimenticato.
Giungerà il tempo
della quiete!
Giungerà,
ma ancor non è arrivato,
così continuo,
nell’affanno,
ad appagar miei sensi,
si che in prevision della quiete,
io dica:
ben venga tempesta!
|
DA
INVERNO A PRIMAVERA
(haiku)
Solitario io
spando freddo e neve
sono inverno.
Esco nel gelo,
ammiro il tuo volto,
sento calore.
Fuoco si avvia.
Morbido su me il tuo
bel corpo lieve
vita trasfonde
e gioia palpitante
amore richiama.
Il tuo calore,
gelo scioglie e cuore
vivo riscalda.
Mia primavera,
profumata di fiori,
tu mi uccidi.
|
NOTTE
(haiku)
Come un
lieve
sogno dal cielo nero
musica cade.
Calde note che
sonno accarezzano
come abbraccio.
Portano di te
il sapore ed il tuo
lieve sentire.
|
IL
GIUDICE SICUMERICO
Tu, leguleio, come
tronfio babbuino,
più che sentenziar, tue sentenze sputi,
battendo rabbioso il martellino,
travisando realtà, giustizia rubi.
Interpretar verità par t'aggradi,
si da scambiare bianco con il nero
e a specchio di tuoi pensieri radi,
l'intento errato prendi per vero.
Tanto par prevenuto il tuo agire
che a contraria prova non dai peso,
e lezione non t'astieni d'impartire.
Così del giusto indossi il manto,
per mascherare tua intolleranza
e di falsa modestia farti vanto.
|
FUOCO
(haiku)
Rotolano giù
rosse palle di fuoco,
come lapilli.
Incendiano la
mia speranza matura
con il tuo amore.
|
5
haiku ...d'estate
COLORI
Lievi pastelli
sfumano l’aria tersa
sogno d’estate
TRASPARENZE
Trasparenze blu
fresche ed avvolgenti
mare d’estate.
CAMPI
Verde brillante
in giallo oro mutato
grano d’estate
SALE
Sale riarso
pizzicore di pelle
spiaggia d’estate.
ALBA
Tenui pastelli
di diafana mattina
alba marina.
|
TEMPO
Vento di
primavera,
di colori profumato,
visione di vita
in riflessi di smeraldo.
Vento d’estate,
odoroso di salmastro,
di giallo di campo
e d’azzurro cielo.
Vento d’autunno,
di rugginose fragranze carico,
dal caldo gusto di vita
e di frutti maturi.
Vento d’inverno,
di caldi ricordi ammantato,
gelido soffi,
a scacciar gli affanni …
e ad annunciar primavera,
si che cerchio si chiude,
e ruota gira,
e tempo,
indomito,
scorre. |
PERFIDA
LUNA
Perfida luna,
di colori ladra,
che tutto,
in fumoso grigio,
nell’oscuro avvolgi.
Regina d’inganni,
nel buio,
compi la tua strada,
mentre con raggi di bugiardo argento,
realtà incerta crei.
D’illusion di luce il mondo inondi
si che false certezze,
a turbar cammino,
spandi.
Fa pure tua l’ora del buio,
ma di vittoria non ti lustrare,
perché presto tornerà sole
a colori disegnare.
Tornerà gioia,
che tenebra non teme,
e affetto per sincere trame,
ad inquadrare traguardo di vita reale.
|
NUVOLE
Basse
nuvole giungono
ad offuscare profili
ed incupire giornate.
Scuri nembi
che s’inseguono
a soffocare il sole.
Come incubi tetri,
soppressori di speranze,
a gravar sul cuore.
Ma giunge vento,
a spazzar via tempesta,
e colore torna.
E luce
e caldo abbraccio
e gioia del domani.
Fino alle prossime nubi
ed al vento ancora
che come sogno,
incubo soppianta.
|
NOME
ORGOGLIOSO
(haiku)
Puzza di
morte
mani grondanti sangue
lotta di classe.
Puzza di morte
sangue da mani gronda
lotta raziale.
Rosso o nero
sol per esiguo costrutto
si distinguono.
Sangue io sfuggo
mio orgoglioso nome
è qualunquista.
|
ALL'ACCUSATORE
Triste chi non capendo
di realtà l'intero,
si ostina a spergiurar,
dando per falso il vero
e facendo sua la maschera
del castigatore,
su tutto inveisce,
sputando il suo livore.
Se poi per fallace,
umana, impresa,
ho comunque colpito,
oltre volontà o attesa,
mi son già scusato
come ho potuto,
ribadendo che il danno,
non era voluto,
ma visto che questo
non vien considerato
e il tristo interloquire,
mai m'ha appagato,
a questo punto
chiudo ogni commento,
Incasso il dovuto
e di resto do sgomento.
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L'IMPROBO
E IL PROBO
(il
censurato)
..e così,
nell'altrui silenzio,
per salvaguardar del probo il garbo
impersonale asetticità
fu preferita a rubizzo sgarbo.
Come se del mare,
acqua non contasse a definir paesaggio
e solo crosta di sale
potesse lasciar messaggio.
Falso trionfo è stato,
come fu il metter mutande
alle michelangiolesche masse
si che in Sistina,
i probi potessero tornare
e gli angeli del coro,
per poterla fare,
sotto austeri panni,
se lo dovessero cercare.
Come se negando l'umano difetto,
per edulcorata realtà,
lo struzzo,
difetto potesse cancellare.
Così questo scenario,
questa foto di nostra via,
umana,
ricercata,
voluta e tanto amata,
per sue passioni e sentimenti forti,
foto non è e neanche quadro,
ma cartone animato
che improbabili realtà ci mostra,
quale sfoggio d'accademico esercizio,
di miagolanti piagnistei,
e caramellosi applausi
a inconsistenti rime,
sparse in un'aria di rarefatto perbenismo,
che umana realtà sfugge.
? ma aria rarefatta non si respira!
Meglio allora tornare,
qual?improbo fellone,
al lezzo pesante d?osteria,
a schiacciar dogmi sotto al tallone,
tra arrossati volti,
di chiassose genti
che dell?uomo e della vita
han fatto religione,
senza nascondersi dietro una gonna,
o a paraventi,
per condannar gli irriverenti
alla prigione.
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