dei
sogni e dell’ incoscienza
1
Brevemente di Lei dovessi dire direi …
“…..Meravigliosamente dolce e gentile”
ma non direi niente
se non lo dicessi infinitamente.
2
….. Un soave profumo appassiona la mia mente
mentre appare in essa una delicata immagine.
E’ lei ….. il mio pensare.
Non dormire per il mio pensare…..
…..Meravigliosamente sorridi.
…..Dolce e gentile , raccolti infiniti colori,
con la sua bellezza accarezza il cuore.
E’ lei ….. il mio sognare.
dormire per il mio sognare…..
3
In questo mondo dove spesso tutto è confuso,
a volte qualcuno ci apre gli occhi del cuore,
e con il suo sorriso , di un bambino
cerca l’amore e ci spinge ad amare.
4
….ti devo amare
Il sole ti fa bella perché sei bella.
Sei bella e per questo ti cerca il sole.
Il sorriso ti fa bella perché sei bella.
Sei bella e per questo ti cerca il sorriso.
L’amore ti fa bella perché sei bella.
Sei bella e per questo ti cerca l’amore.
Il buio ti fa bella e geloso ti nasconde.
Sei l’amore e per questo ti devo amare.
5
Sul bordo del mare
Siedo sul bordo del mare.
Vedo ricordi gettati nel profondo
per non soffrire del loro sapere,
e come onde, riemergere nell’affondare,
in insolite finzioni, mescolando
luci e ombre, battiti e silenzi.
Senza onde, la spiaggia non c’è.
E nel nulla di luci, ombre, battiti, silenzi,
la minuscola sabbia stretta nella mano fugge
in silenzio tra le dita per paura di perdere il mare.
Il viaggio del vento, nell’amare le nuvole,
per il loro osare nel farsi trasportare,attraversa il mare.
Corrono con il vento per non perdersi nel mare.
Le aspetta il vento per non abbandonarle al mare.
6
Vorrei
Vorrei rubare l’acqua al mare,
e non sarei mare.
Vorrei rubare nuvole al vento,
e non sarei vento.
Vorrei diventare vento,
e non attraverserei il mare.
Solo, nuvola nel vento
per farmi (tras) portare,
attraverso il mare.
7
Mare e isola
Posso sognare il tuo sognare,
è come il mare.
Posso sentire il tuo silenzio,
nasce dal mare.
Posso vedere il tuo pensare,
scorre nel mare.
Vorrei essere mare per farti volare
e isola per farti posare.
8
Rotola, un groviglio di rovi
strappando l’aria del mondo.
L’ala appiattita sul sole,
strilla ai macigni impietriti.
La morte insolente
non smorza lo sguardo.
Aria strappata soffia e
placa l’umano bruciore
della fredda morte.
Gocciola sole, buca la notte,
vento spezza la pietra,
fiume travolgi la pena.
8 bis
Rotola e salta un groviglio di rovi
graffiando l’aria del tondo mondo.
Tra macigni impietriti strilla,
l’ala appiattita bruciata dal sole.
La morte insolente non smorza lo sguardo
per cogliere il soffrire fino al traguardo.
Versa. Aria versa il rosso del mondo
sull’ala bianca, fredda di morte,
per alleviare il bruciare troppo forte.
Gocciola sole e buca la notte
Vento di pietra spazza la terra
e dell’alieno fiume spezza la pena.
9
Freddo di donna
Il freddo di donna somiglia
il cuore di pietra non offre
dolore senza occhi non vede
l’amore cerca il silenzio
per sognare la scena
perversa attraversa.
La bianca mano non trova
quell’amore non sa cercare.
Segni di sogno nell’aria di vulva
piacere di senso silente parlare.
Luce facente fa vezzo d’amore
nel bianco del letto crespato
l’amore dell’immane creato.
Cela sola la voglia di dentro
del pensiero mio mai spento.
Il freddo di donna somiglia al cuore di pietra che non soffre dolore perché
senza occhi non vede l’amore , invece cerca il silenzio per sognare la scena
perversa che l’attraversa (sogna)
La bianca mano non trova quell’amore che non sa cercare.
I segni del sogno nell’aria sensuale , sono nel piacere un silenzioso
parlare.
La luce faccia dell’amore nel letto crespato, l’amore universale.
Oppure nasconda da sola , la voglia che si ha dentro del pensiero mai
spento.
10
Filastrocca
Luce, viziosa del buio,
saccente splendore
dei sogni e della mente.
Nell’illusione del sognare
sai mascherare il male.
Fugaci storie nascondi
di impudenti amanti.
Sfiora la mano la rosa si sposa ,
la tiepida luce accende la sera,
disegna di sogni la primavera.
11
Non sono l’amore
Non sono un poeta,
ma strofe d’amore
ti voglio fare
Non sono un attore,
ma poesie d’amore
ti voglio dire
Non sono un pittore,
ma luci d’amore
ti voglio dare
Non sono l’amore,
ma sono l’amore
e ti voglio amare.
12
Poeta straniero in strofe
illude la mente tra canti e rime
Muto attore con parole sul palchetto
con i ritagli di giornale per copione
Pittore nero senza bianco
tra colori neri su tela nera
13
Linee d'amore
Luce imprigionata nella nuda presenza,
aleggiante seta tessuta d’amore,
accarezza le ciglia di occhi
rapiti da una porta schiusa;
e nella notte nudità invisibili
guidano i corpi tra intimi anfratti
per disegnare linee d’amore.
Linee mutevoli, in assenze totali,
al toccare, nel farsi toccare.
13 bis
Luce imprigionata nella nuda presenza,
aleggiante seta tessuta d’amore ,
accarezza le ciglia di occhi rapiti.
Nella notte, nudità invisibili
guidano dita vezzose per disegnare,
tra morbide pieghe, linee d’amore .
Linee mutevoli, in assenze totali,
al toccare, nel farsi toccare.
14
Amo i tuoi seni
Mani viziose, nell’insensibile letto,
in un controluce spento, fanno
nudo l’esterno di finte voglie
con voglie scadute.
Amo i tuoi seni che sorgono in alto
per non toccare il fondo dell’azzurro
dove l’onda non salta il vento
Sul corpo curvo e corrotto,
forse vivo se non morto,
l’aria lenta appiattisce le dita.
Lontano sapore scava la bocca
per mentire all’ottuso piacere,
mentre l’inganno ci copre di nulla
con l’ombra della meschina sorte.
Chi soffia sui tuoi capelli,
bambina sola, è il viaggio del vento,
batti le tue mani e canta la tua canzone,
attraversando il mare
canterai ai fiori
e con gli uccelli potrai volare.
La piena di pioggia inonderà la terra,
laverà le ombre delle luci chine
e nel mar morto le coprirà di dune
Quando il canto del sole
avrà condotto il giorno,
nel vento troverai la sera,
e nella notte i tuoi seni sorgeranno
per toccare l’alto dell’azzurro
nell’infinito amare.
15
Il pianto del mare
Mare piangi il pianto
del verde fruscio del ramo
lento l’ha segato vecchio
il vento duro.
Terra di rugiada di pietra
nella notte hai lasciato l’alba
per non avere dolore.
Mare fa sale il pianto
odora di fiore reciso.
Terra di rugiada di seta
dalla notte scopri l’alba
non ti darà dolore.
E tu mare fa sole il sale
con nuvole nel vento
per il nuovo domani.
16 - La gente
Scava il monte davanti
dietro ci abita gente.
Brucia il sole davanti
dietro c’è gente.
La gente non vive davanti
muore dietro.
17 - il topo
Il topo è rotto.
Il gatto ride cieco
con la volpe zoppa
al legno senza piedi
il fuoco li ha bruciati
nel buio della balena
e tu fata turchina
non hai più Pinocchio.
18
Il pero di pietra
Su un pero di pietra non nascono pere.
Su un pero di pietra non si posano uccelli.
Un pero di pietra non si può tagliare.
Un pero di pietra si copre di rosso
se il sole tramonta alla sera.
Un pero di pietra non guarda la luna,
ma di notte di lato le ruba la luce.
Un pero di pietra ferma il vento
e in inverno non perde le foglie.
Sul pero di pietra bambino non sale.
Il giardino però non vuole il pero di pietra.
19
Bambina gioca la Luna
Bambina la Luna, vuole giocare.
Vestita di bianco di spuma
sulla strada di acqua di luce.
Con i capelli tirati esce dal mare
e ti posa nel cuore.
Con i capelli di lato fugge nel cielo
e ti dona all’amore.
Pescatore con la Luna gioca, nel mare
non uccidere lo squalo senza denti.
Orma nella sabbia richiusa
fermati, sola guarda il tuo piede
senza le dita affondate.
Gioca vento, con sale brillanti
ricama veli di onde.
Piange la luna la regina si sposa
Contenta la luna la regina è bambina.
20
Perché tiri la mia mente
nel cavo dello scuro pozzo
se in cielo c’è tanto spazio.
La sete di acqua non nera
mi dispera nella luce del fondo.
Mano prendi il sole
non farmi perdere nel buio
richiudi il pozzo.
La pelle rotta trabocca, ruba
gocce fredde di pietra bianca
per regalare crisalidi di ossa.
Il sale rosa brucia la pelle
21
il matrimonio del sole
Il cavallo scalciò e ruppe le stelle.
La luna sola pianse di dolore
e riempì il cielo di lacrime d’amore.
Il sole le asciugò come diamanti
e le stelle tornarono brillanti.
Con i capelli di lato la luna
sorrise e una a una le guardò.
Guardava e cercava smarrita,
cercava la sua stella del cuore,
ma non la trovò.
Non aveva pianto abbastanza
perché il sole la facesse tornare.
Allora la luna dietro i neri capelli
pianse più forte, e la stella più bella
riuscì a tornare asciugata dal sole
che innamorato la volle sposare.
Nel cielo, tra milioni di stelle filanti
con la lunga coda fastosa,
la sposa vestita di seta, il sole sposò.
22
Lo specchio rovesciato
Che strano specchio
Senza bocca parla e senza uditi ascolta.
Forse finge, e capisce niente,che strano.
Dorme e mangia, beve e sogna .
Solo piange e ride. Certo é così strano.
Ma é così. Se non credi vedi.
Al buio non vede niente ma tutto sente
Si trucca e si sbarba, si lava e si guarda
Non legge il giornale, ma teme il male
S’appanna e s’asciuga, fuma e non canta
A volte piange e per niente suda
Vorrebbe dire, ma non è capace
Solo non sa parlare, con gli altri deve ascoltare.
Povero specchio rovesciato.
Sei tutto rovinato.
Chi è stato? Sei stato Tu.
Non ti riconosci? Ti vergogni?
Sogni? Non vedi? Oppure non credi?
Pensa bene. Ti trucchi o ti sbarbi.
Parli o fumi. Sei tu che mi consumi.
Manca solo che mi rompi.
Allora hai capito? Bisogna che cambi.
23
dove nasce il mare
Sul bordo del mare
arriva il tuo muto canto
nella musica del vento.
Riemerge e annega,
nel tormento della notte
il grido della passata sera.
La luna rifiuta l’affogare
vicino di luci e ombre
nel bianco spumoso di piatte onde.
La debole spiaggia soggiace
e si perde in un lento straziare
la dove nasce il mare.
24
le sorgenti del cuore
Il sole della fredda sera
lascia la luna
agli spettri della notte.
Le stelle deluse
per il sacrale riposo
non cantano in coro.
Nel cielo vaga la terra
in spesse macchie scure.
Ed io grido la mia pena.
Vorrei amare, ma vai amore.
Nelle pupille bucate
non si trattengono regine.
Il cavallo ha rotto il fiume
dei tuoi caldi fianchi.
La torbida acqua graffia
le solitarie sorgenti del cuore
e strappa l’impalpabile anima.
Allora il secco ramo rotto
spinto nella terra scura
sente il canto del mare.
Lascia le ali agli uccelli
cadere in seno ai fiori.
Tra spine di rosa troverai
le sorgenti del cuore.
25
Desiderio
Il desiderio cerca la tua bellezza
tra i ricami di bianche stalattiti.
La bocca secca chiede l’umido fuoco
dalla tua palpitante rosa.
L’amarti con l’avidità del sapore
disciolto nella densa e partecipe notte
attacca sui nostri corpi cedenti
in uno solo l’immoralità di gomma.
Sei colomba in volo per l’illusione
di stella che si mostra viva
nell’infinità vuota già morta.
Luce effimera buchi i sogni dagli occhi
feriti senza dolore. Fai piangere.
Nel vento scorre l’umore del tuo fiore,
sembra profumare, ebbro di colore rosa
rubato al tuo taciturno piacere.
Sale il fiume, indietro, sulle Alpi,
con ali libere tra gli umori del cielo
segnando ombre attraverso il sole.
Desiderio sali. Ti amo, mi ami e sale.
Amare e volare .. volare ..volare.
26
ti amo e ti allontano
E frettolosi passi nella sera
nascondono le orme del giorno.
E’ arida in volto la nera notte.
Dove sei ?
Oh impaziente luce di luna
che sgorghi in sogno
da un calice di vento versato
dal boccale di prigioniere stelle.
In un cielo di onde gocciolanti
la tua chioma si lega al sole
e un leggero soffio azzurro posa
nei tuoi occhi il misterioso mare.
Intanto il tuo sorriso traspare
sul mutevole viale dei fiori rossi
e con gli scossi profumi del tuo andare
mi segni il cuore.
Oh evanescente amore! Ti vorrei toccare.
E in un vibrare di foglie e capinere
ti bacerei piano per non farti andare.
Oh amore! Non posso dirti addio.
Ti amo e non ti posso amare.
E così ti allontano
con la mano della mia tristezza
in un disfatto senso di luce.
27
… potrai salire
L’acerba alba si sveglia,
l’umida nebbia
dipinta di caldo dal sole affiancato,
nel suo chiarore ne mostra l’essenza.
Il controluce del tuo sorriso,
nel vuoto spessore della vita persa,
lascia ad una linea contorta i sensi che vagano
nei viali attorcigliati da sogni cupi.
Nella gialla pianura senza i ritti verdi
sola respiri venti di cenere e sale.
E arsa di nulla, senza sete, la tua pelle
è crosta infuocata di nera roccia.
E così, con il fermo camminare, greve
di piedi di fango incollati
ad un corpo non ancora creato,
non puoi salire il colle della tua valle.
Allora un vento di ghiaccio soffierà
e srotolerà la vita chiusa nel nulla.
E’ morto il viale degli allori, ma i tuoi piedi
nudi vi cammineranno senza orme
per trovare dove la luce dorme con la fame
degli uccelli che feriscono il cuore.
Potrai salire…..
28
notte nel deserto
Deserto di cuoio.
Un’ arabesco tepore
di intriganti dune
nel verde palmeto
intesse seducenti inganni.
La notte d’africa
nella vergine fonte
dalla virtuosa seta
libera tondi e ribelli
fianchi di luna.
Tra gocce di stelle
del vergine cielo
balla Luna la Mezzaluna
al nomade canto levato
incantando il palmeto.
Vagare eterno di luna
dai sogni d’oriente
porta il mio sogno
che tanto m’incanta
nel tuo letto di dune.
29
il ramo
Ne luna ne stelle nell’imprigionato
e sospeso cielo, il giorno
il bosco inquieto inganna
come sera d’autunno
di gialle ombre morte.
Vibranti dorate foglie
illudono di sole
rossi tramonti per cedevoli amanti.
Al debole ramo incurvato
racconta il merlo il giorno del prato.
Ne luna ne stelle ne colori di foglie
per rossi tramonti di sere d’autunno.
Il giorno corre ed è subito inverno.
30
sensazioni 1
L’odore di muro conduce la mente
sul sentiero contorto scritto di storie
di case che non nascondono
la loro pelle all’usura del tempo.
Qualcosa stanotte finirà.
Tic tac. Tic tac.
Non erano vuote,
sogni e ricordi erano là.
31
sensazioni 2
Odore di muri crollati
lapidi di sogni
sul sentiero contorto
scritto di storie di case
di pelli usurate non vuote.
Grigi madreperla di folli umori
uccidono il bianco dei pensieri
e nelle spesse acque brune
affonda il passato
con il tonfo del tuono.
Debole il vento incapace
di muovere foglie velate
da reciproche ombre
in silenzio rigonfia l’aria
con tristezze e paure.
Pesantemente la pietra
richiude l’eterno nulla
nel buio della mortale luce
nascondendo per sempre
le fantasie dei sogni.
32
notte marocchina
Luna del deserto dai monti
canta cantilene lontane
di nomadi vele,
tra tiepidi sapori di pane
e smanie tinte di luce
regala carezze di vento di stelle
a seducenti sete e voglie
di fianchi ribelli di balli
per sovrani inganni.
Tanto il cielo s’incanta
in questo letto di dune.
È la notte marocchina.
32 bis
in segreto vaga il tempo delle lune
con l’illusioni dei sogni.
33
luce di cera
L’autunno arrossito di foglie
con rami di legno raffermo
scuote il basso sole
tra umori e rumori.
La vita di sgusciati mattini di noci
e pigiati pomeriggi di vini
abbandona braccia nervose
a sere stanche e uggiose,
il tuo corpo di luce di cera
consumato da voglie
cerca sapori e piaceri
in filati di trine d’amore.
Prigioniere di sensi
di terra di carta oliata
fremono e gemono
le sere d’autunno,
e carezze di mani indurite
posano sogni al sonno di figli.
34
gli amanti indolenti
Stravaganti piedi nel vuoto
appesi alla lubrica mente
di amanti indolenti,
angeli in corpi ribelli
spinti tra nuvole e sole
da vele di vento su isole remote.
Corpo confidente della notte
con seni convessi dai frutti di more
spremuti per vendere amore
al vicino corpo assetato
che strugge pensieri a grigi sospiri
per giochi pigri con molli mammelle.
Il piacere echeggia in silenzio
e nelle crepe della madida pelle
la luna incontra un sorriso di donna
smarrito dal desiderio passato.
Giacciono impalpabili nude cavità
ricolme di creature indolenti.
34 bis
gli amanti indolenti
Stravaganti piedi nel vuoto
appesi alla lubrica mente
di amanti indolenti,
vanno angeli in corpi ribelli
in vele di vento per isole remote.
Corpo confidente della notte
con seni convessi di frutti di more
spremuti per vendere amore
alla bocca assetata
strugge piaceri a grigi sospiri
in giochi pigri con molli mammelle.
Il piacere echeggia in silenzio
nelle crepe della madida pelle
la luna incontra un sorriso di donna
lasciato dal desiderio passato.
Giacciono impalpabili nude cavità
ricolme di creature indolenti.
35
l’innocenza
Il giardino dei sogni
si colora
La siepe di sole
L’acqua di cielo
Con dita di seta
l’aurora dalla notte (1)
scopre amori
dagli umidi sensi
assopiti di nebbia.
Ti vedo arrivare
sul dolce sentiero
dal petto di vetro
con le ali di cuore
dai seni sbocciati
sconosciuti profumi
e dolcezze di sensi
in campi d’amore.
(1)con saccente chiarore
36
solchi d’amore
Luna nella notte volgi gli occhi
alle orme di luce come fari di sensi
del tuo vagare negli eterni.
Raccogli piccoli i sogni arsi
(1)
Nel mio mare navigano solo sogni di legno
e le onde non alzano ne vento ne spume
per uccelli con ali di sale
estinte navi dai piedi pesanti
con le prue infisse sul fondo
solcano sabbie per neri mari.
La marea arida di flutti è giunta
nell’oasi della morte senza Caronte
e tristi titani trascinano pinnacoli
come pesanti steli di fiori senza colori.
Spargerò semi di luce e di foglie
sul tuo corpo imprigionato di ombre
e gli alberi del tempo saranno foreste
di madreperla per asce d’argento.
Ti attenderò nel mio infinito
e come luna nel cielo lo arerai
con solchi d’amore seminati di stelle.
(1)(e nel mio infinito arerai solchi d’amore.)
37
acqua di seta
Antichi venti muovono dai cieli della luna
tristi pensieri per sospingerli nella notte
come abbracciate ombre di luci morte.
Il ritratto irriverente del tuo volto stinto,
cinerea spuma in una profonda dolina,
insolito si congiunge ai miei sogni.
Braccia stanche per il cigno che affonda
bianco nell’indifferenza dello stagno.
L’ardire composto non farà fantasma
il domani di questa vita.
Scuoterò buie acque con verghe di luce.
Scaverò antri nel tempo per nascosti diamanti.
Il dolore della terra si spanderà dai sassi in sorgenti
d’acqua di seta per svelare sensi d’amore.
38
incontro
Pinnacoli da basamenti marini
emergono in rossi orizzonti
come templi di fuoco
e tu velata eterna tristezza
colorata di perla
vaghi lenta
per struggere le stelle
con i tuoi partoriti amori.
Ti vedo approdare dal buio
e in un mare di luce ti incontro.
39
tristezza
Ti addormenti.
Mi abbandoni.
Dove vai?
La sera
triste e bianca
fuori al passato
lo sguardo
a ritte pietre
affondate
nella sabbia.
40
alla luna
L’alba non desta
il giorno
ch’è subito sera
e gli amori
come i leoni
ruggiscono alla luna.
41
la notte
Notte di tepore
di luna e di stelle.
Il giorno non dà
lamenti d’amore.
42
i sogni
Notte di luna
vesti i sogni
di veli di stelle
rinnovati d’eterno.
43
naviganti erranti
D’improvviso
morire
nel tormento
della tua assenza.
Nella ansia
aspetto a consumarmi
le ali dell’infanzia.
Per l’infinito mare
salpano con la luna
invisibili amanti
naviganti erranti.
44
morte del giorno
Su silenziosi rami
consumate foglie
trattengono gli scorsi
del freddo giorno
nella sera che partorisce
nuove malinconie,
mentre dall’arido solco
di un letto senza fiume
nascono le ombre
di stantie ansie.
La solitudine dilata l’aria
nel silenzio dell’estremo oblio
indifferente
alla morte del giorno.
45
l’alba
In morenti ombre
il buio appare.
Mentre l’alba rotola
la terra in cielo
pazienti ciclopi
ripongono le stelle
per un’altra sera
e il giorno senza luna.
46
il dubbio
Da sempre la morte
appende la vita
al sogno dell’eternità
E’ immensa notte
il dubbio della fine
per il sognare.
47
illusione
Ombra silenziosa
con fredda indifferenza
hai chiuso gli occhi al giorno.
Distratte malinconie
scivolano nella sera
e i pensieri corrono
a vuote storie.
Presenze sfocate
vagano come fauni
nei boschi della vita
e tu lasciva luna
non meriti i sogni
del mondo.
Schiarisci il cielo
e incupisci i cuori
di illusioni.
Sorda al triste parlare
sorridi e vaghi.
Non ti accarezza il vento.
Non ti bagna il mare.
Fai sognare
Cerco l’amore della tua rosa
con la fatica del fiume sulla terra.
Il vento lucido di stelle
sui sottili sentieri
aggomitola la nebbia
e l’alba ripone la luna.
Con la luce dell’orizzonte
voglio rubare le tue ombre
e posarti baci sui capelli.
54
il nulla
Nel tuo scrigno
nascondi il cielo
con la luna di carta
e le stelle di vetro.
Non spira il vento
sul tuo mare di legno
dalla corteccia blu
e i pesci la sera
appesi agli alberi
decorano il tramonto
del tuo mezzo sole.
Un’ombra si ferma
e tu compari.
55
nella breve sera
Nella breve sera
sulla porta del buio
solitudine mi attendi
per ritrovare perdute storie
sui sentieri dei ricordi
sospesi nel tempo.
Muta nel campo dei grilli
non coltivi l’orto dei sogni
e con baci d’avorio lambisci
i fiori recisi rossi di cuore.
Nella tua malinconia
ritroverò il mio amore
ad attendermi nel buio
con la sua solitudine
e tra i suoi seni ti perderò.
56
Nelle notti senza luna
Nelle notti senza luna
lontane con le stelle
vanno le lucerne del mare.
Il vento di sangue
con pianto di delfino
strilla tuo figlio
e ti fa impazzire.
Madre è tra le stelle
la tua lucerna del mare.
Un onda senza spuma
nera di morte
spezza il cuore
e ti fa morire.
Moglie è tra le stelle
la tua lucerna del mare.
Stanno tra le stelle
anche i pesci d’argento
e le lucerne del mare
continuano a pescare.
57
Le ossa del tempo
Le ossa del tempo
non piangono
nel fiume dei pesci
e i navigli di carta
carichi di corvi
affondano nel mar morto
tra le navi già bare.
Nel tuo mare
non nuota la luna.
Barcollò la luna
e cadendo nello stagno
spaventò le rane.
|
58
il dolore
Vedi schiudersi i fiori,
ma nei giardini di pietra
i colori non hanno trame
per imprigionare il sole.
Il vento senza profumi
non ha foglie di tigli
e non porta ali di mare.
Con il tuo freddo vuoto
lontano dentro i capelli
della nebbiosa sera
fuggi dal rosso silenzio
dell’arena del ferito cuore.
Raccogli la tua mela
per il tuo eterno peccato
tra gli scuri sentieri
la bottega dell’amore.
59
E si sente uomo
Sciocco mente a Dio
chi ti sottrae al sapore del mattino.
Scioccamente vive
chi ti sottrae al tepore della sera
Offende la vita
chi ti sottrae al diritto d’amare.
Dai suoi sibili solo deserto e scorpioni.
Lui non vuole e Dio nemmeno.
E così tuo padre si sente uomo.
Dio sei grande ma non sei il suo Dio.
60
ballata
Fanciulla profumi di rosa
Fanciulla sai di more
Fanciulla bruna
Nella tua gabbia canti
Dolore nel vento
Non vedi la luna
Non senti il mare
Hai chiuse le ali
ma nei sogni voli
piangi in gennaio
senza ghiaccio e neve
piangi in agosto
ma non si asciuga il pianto
senti il cuore batte forte
alla porta per fuggire
ti addormenti lontana e mi stai vicino
ti penso e mi si spezza il cuore
ti amo amore
dove sei? Ti vorrei.
Dal sud aspetto il treno
domani ti potrò abbracciare
e intanto ti stringo.
Sorridi triste e mi chiami
mi addolori e ti rispondo
siamo lontani.
Sere senza tramonto e notti cupe
Ci attendono con la malinconia
Del passato giorno, soli.
Ami la pioggia che accompagna la tua tristezza
Il mare sulla riva bagna i tuoi piedi e sola
ti porta lontano per venirmi vicino. Ti amo.
Ti canto una canzone e la lascio al vento
Per fartela portare. Ascoltalo dal mare.
Ti amo amore.
Nel porto la nave si lamenta
E il delfino piange il tuo pianto.
Di maggio le luci sullo stretto
Riempiono il cielo di illusioni
E le stelle sulle barche vanno.
Portano i segreti del cuore, sorridi ti penso.
forse domani mi sveglierò con te vicina
oppure diventerò cielo e ti potrò abbracciare
Oh illusioni scolpite la tristezza senza pietà.
61
Clown
Clown dalla faccia bianca
inganni la tua tristezza
con i tuoi goffi e buffi gesti.
Lo spettacolo comincia
La sera nell’arena
scruti i mille occhi
che guardano la tigre
nella gabbia prigioniera
62
il presuntuoso
La frusta lascia nella carne
il potere della stoltezza
che cresce nelle stanze
del palazzo di pergamena.
Sapienza spalmata sulle cose
piega la schiena all’ignoranza
D’improvviso l’eletto
guida il lanoso popolo
come padrone e cane.
Tornerà meschino e vile
nel suo nulla di uomo solo.
63
Rivivi negli occhi come se ti rivedessi
tra i teneri alberi della tua bellezza.
Lenta luce doni ombra ai tuoi pensieri
con pudico velo sui sentieri del giorno.
Svaniscono le malinconie dentro
le tenerezze dei tuoi delicati gesti
sfiorano l’aria dei sogni nascosti
per farli apparire nei tuoi calmi sorrisi.
Tramonta il sole nel vagare del mio cuore
sogni e ricordi con desideri e pene
non si muovono più tra il bisbiglio
delle acque dell’inquieto fiume.
64
Requia
Passarmi davanti
è un grande regalo.
Mi desti un bacio.
Alla sera.
Con la luna sospesa
e le stelle di perle.
Non c’è posto più bello del cielo.
Sei dove vanno lenti
scivolando i cammelli.
Sul deserto di dune
nel rado palmeto
l’oasi al vento s’incanta
con vassoi di datteri d’oro
tra sete e fianchi di luna
per danze velate di blu.
65
I sogni feriscono la solitudine
Lento il sole lascia il giorno
come un bambino stanco.
E alla sera la tenue luce
del tramonto accompagna
il vagare silenzioso dei sogni
sul cavallino della giostra.
Ha le zampe di cartapesta
e nelle notti d’inverno
quando la luna compare
attraverso il fiume d’argento
porta gli occhi al sonno.
Notte indifferente
al dolore curvo delle ombre
sospese per la buia esistenza
sulla porta dell’invisibile
spingi folle di solitudini.
Dallo stagno piegate torri
pesanti di freddo vento
liberano le illusioni
con il colore dei sogni
per l’inaccessibile mente.
I colori feriscono la solitudine
che schiva si nasconde dentro
e con le ferite dal sangue rappreso
i sogni fanno ponti per nuovi sentieri.
66
Lascio il tuo ricordo
Scompaiono le foglie
nel colore della morte
dall’albero del cielo.
Perse nella memoria della vita
vagano con la sete dell’Eterno
le anime legate alle stelle.
Tu rimani sull’uscio
con le mani prese al ramo
del larice sui monti.
L’aquila ha smesso di volare
nel nido i semi di pietra
non la faranno madre
e con l’inverno sulla terra
anche la lupa non partorirà.
Non voglio averti
fiore bianco di gennaio
sul ciliegio del giardino
tra le rose di maggio
illusione d’inverno.
Lascio il tuo ricordo
alle ali del vento
troppe volte mi sono perduto
nei campi delle illusioni
seminati di sogni senza raccolti.
67
l’albero del cielo
Non vuoi andare.
Sull’albero di neve
l’ultima foglia sola
tremerà all’inverno
e il vento la regalerà
all’albero del cielo
con rami di luna e
foglie di stelle
e senza cadere
non si potrà posare.
Il cinereo cielo
lento la trascinerà
per freddi sentieri
nei bui orizzonti
della solitudine.
Amore devi andare
le foglie non muoiono
volano nel tempo
innamorate del vento.
68
E’ autunno.
Le sere indorate
affrescano
le mie malinconie
con i ricordi
rubati dalla mente
nei profondi segreti
della solitudine.
E’ autunno.
Le sere indorate
affrescano
le malinconie
con piccoli sogni
rubati agli angeli
segreti custodi
della solitudine.
E’ autunno.
Le sere indorate
affrescano
le mie malinconie
con i piccoli sogni
rubati alla solitudine
degli angeli.
69
sera
Scorre
perpetua
la sera
alla fine
sul giorno
cala
Velario
della notte.
70
il sonno
Sera
Male mortale.
Vicino
Il giorno
Finito
Sempre
Scompare.
E’ forse morte
il sonno?
71
vita sconosciuta
Ti cerco.
Sono io.
Oh si .. sono io!
Chi sono se neanche Tu mi conosci?
Sulla china
affanno
la vita
che svestita
d’Eterno
passa.
Ora
Insicuro
Mi fermo.
Chi sono?
Dimmi.
72
ricordo
Ricordo
Amo averti.
Torni
Lento
Lontano.
Confusamente
Nasci
Donna
Fuoco
Notturno
Mi ardi.
73
il viso s’alza…
Il viso s’alza e cede
lo sfiora la luce e piange
e sul cuscino si posa
e un sonno velato lo stringe.
Infine
Solo
Freddo e nudo.
Un leggero torpore
affannato
sente (il cuore)
Ti vede.
Non muore.
74
il pescatore
Decorosa la luna
poggia lenta
lontano
nel mescolato cielo (di stelle.)
Profumata
di notturno
lucente e viola
sta
la baia
assonnata
nell’etereo danzare
tremolante
di lanterne di mare.
Una stanca sembianza
solitaria
in un leggero tornare (del mare)
come un’onda
curva
riavvolge
la vita.
La getterà sperando
domani.
Forse
Pescatore
un giorno
incontrerai
Pinocchio.
75
i bambini d’estate
Stanno i bambini
negli spiazzi
d’estate
come le stelle
sparpagliate
in cielo.
È ora di giocare
e arrivano dal sole
con visi genuini
tra gocce d’acqua
come fiori
nei giardini.
E alla sera
stanno le stelle
in cielo
come i bambini
sparpagliati
negli spiazzi
d’estate.
76
Andare
L’amore non sa più amare.
Il sorriso dei tuoi chiari occhi,
persi nel nulla delle mie immobili mani
che muovono nella mente vuoti pensieri,
ha scelto di andare.
Ora….il mio nulla ha un senso.
Il sole ricoperto di brina ,
perso in una fredda e bianca alba
che non appare,
ha scelto di andare.
Ora….il mio nulla non ha più senso
77
alla sera il cielo
Alla sera il cielo
………
di stelle
si fa
intiero.
Confusa la luna
s’incammina
per le calle della notte
e la barca del mio sonno
ubriaca
di speranze
s’incurva in mare.
78
Al tardo sol
Al tardo sol la sera
silenziosa
appresta
nel immenso cielo
il perso color
del rimasto giorno
e gli alberi
pellegrini vanno
nei boschetti
a narrar trame
in un forte tremar
di foglie brune.
79
altro ché
L’avanzar
del giorno
allo star del sole
ti ritrae intorno.
Segui
il mio andar
ripetuta ombra
senza sostar
con nessun
altro che fosse
il mio chiarore
che t’accompagna.
Quando
sarai
insistente oro
nella ferma luce
il tuo sparir
farà
del mio vagar
ricordo.
80
che pace
Mite il cuor s’incanta
all’incontro con la sera
ché allo spirar del giorno
il sol più non pare.
………
Finisce qui (il giorno).
Ora
è sera.
Meste
cantilene
stringono il cuore
e immobile ti sento
a poco
a poco
svanir
altrove.
………
E’ notte.
E dai bruni stecchi
gocciano i ricordi
negli scuri greppi.
Un velo ci copre
e ogni cosa tace.
………
Che pace.
81
A volte
A volte
la sera
la terra
è stanca
e il rosa del filar
di stecchi
sui curvi colli
fa più buie
le basse valli
……..
Al tuo pensiero
risoluta l’ora
dal sol si sposta
e
così
s’appresta al cuor
la tristezza
di un tardo canto.
82
Mestata di luce
Mestata di luce
scorre in silenzio
tra gli sporti pensieri
questa notte d’estate.
Un momento mi incanta
a un ricordo sbiadito
di un’ombra felice
trattenuta un istante
ma……
prosegue veloce.
Confuso nel sonno
mi porta più amante
in antri remoti
di passioni perenni.
83
le case s’amano
Le case amano
la sera
i visi stanchi
i caldi sorrisi
ogni cosa
nella silenziosa luce
in pace.
Si accendono
e
s’amano
le case.
84
il cortile
D’agosto
il cortile di cotto
al sole
cricchia
e sotto un mattone
alzato
la calce secca
cede
………….
un filo d’erba
sul muro
arso
avvampa giallo
e secco
…….
Fumosa fetida folata
dal pozzo
sale
e …
….assale
con pungente ronzare.
E una
e due
e ….
……. ore e ore…..
il tondo in cielo
gira e sale
su
nel sesto
ritto a mezzogiorno.
Il gelso suda
gocce scure
sul largo campo
dal grano fatto.
…………..
Il cortile cricchia.
Urla e strilla
un crocchio
di bambini
e sotto il mattone
una lucertola
s’ adombra
scura e verde
al gioco fatale
di nodi d’erbe.
……………
E il cortile
sempre
cricchia
mentre la sera sempre lo aspetta.
85
il sentiero
L’erto sentiero
pietroso
allo stanco camminar
tra secchi gialli
radi di bruni stecchi
alla densa luce
svanisce
con una piccola casa
bianca e rosa.
Ritmi di ombre
la sera fanno
dei suoi diversi
frammenti
abbozzati ritratti
dei miei tormenti.
86
l’assurdo
In questo campo di stoppie
fitto di odori vacui
una sporta malinconia
mi pesa.
Nemica feroce
postuma d’illusioni.
Nelle crepe secche
non una formica.
Intanto che il sole corrode
i misti colori io fuggo
dove si perde in fretta
la sconcertata sera
con il mesto ricordo
di un tardo autunno
che più non ode il senso
della smessa scossa estate.
La vita d’insensate voglie
sempre in me vuota s’apre
e l’insoluto vivere si scopre
nell’assurdo della mente.
87
giorni d’autunno
Sorpresi nei colori
i giorni d’autunno
rapiscono i sentori
come il morir le foglie
nel cader dai rami
sulla grigia bassa terra.
Nel silenzioso vagare
tra i rossi orti
rada s’incontra
l’estrema estate
come il ricordo
spento della tua bocca
dalle rosse labbra
schiuse.
La gioia che fu nel petto
s’inarca sola
tra le sponde
perse in stupide cadenze
senza ferire
altri che noi
segni imperscrutabili
del mortale eterno.
Così si ripete l’ansia
per privare dalla noia
i tardi scorci della vita.
88
il vecchio
Di notte
il ricordar m’è triste
e il tuo venire
mi strugge
in un incauto dormire.
Riposto
raro riemerge
risoluto al senno
stremato scorta
il sonno stracco
tra strani tremori.
Ma l’alba la notte leva
con il calmo fluir del sole
per insolute e caste storie
di giovani affollati di vita.
Allora vecchio
sorrido
del mio tempo pago
al tuo venire
con l’ombra in mano.
89
pianeggia tra i navigli
Pianeggia tra i navigli
la terra lilla d’erba
in tarda primavera
piatto incantato resto
nell’arcuata luce
alla frescura di ombre
immote e mute.
La terra così vestita
proda sicura appare
per l’incerto vagar
di questa vita.
Nulla più declina
al salire del vento
dai prati d’acqua
se non il fiume al mare.
90
silenzi d’estate
Ritto di sole
d’agosto il controluce
rovente brucia
e la terra increspa.
Monti pesanti
cromati di giallo
scorrono erosi
in greti di pietra.
Dal colore arso
sotto il muro
duro e secco
dell’erto sentiero
stride la serpe
tra contorti rami
strisciata dall’acqua
della molle pozza
nella logora forra.
Addensate farfalle
dai greppi del fosso
a frotte schiuse
trapassano l’afa
per migrare al sole.
Tra l’ulivo trilla l’eco
di un romito cicalio
che scorta il giorno
nel fermo aranceto
largo all’orizzonte
come una rada muta
nell’ondulato mare.
91
si dice
Si dice
di un’antica storia.
Alla sera la racconta
la montagna al mare
per trattenere il sole.
Il vento sospeso tace
e si dipinge
di quel colore
che s’incantano le cose.
Che strana sera!
Da lontano tornano
le malinconie
a scolorare il cielo.
Muto mi raccoglie.
Fa nebbia sulla montagna
e in mare affonda il sole.
Forse dell’antica storia
non si dice questa sera.
92
i girasoli
Senza gravar le membra
con l’ansia del declino
un arduo dormir si posa
tra i grandi girasoli
per girar il tempo al sole.
Estremo è l’affanno
dell’incerta luce
al morir del giorno
mentre la sera
nell’ampio buio
il pensiero congiunge
alla tristezza.
Piegato sul greppo
s’accomiata il vento
impavido e sordo
dall’ombroso fosso
per varcare la muta notte
e rimestar le sparse cose
con un irrequieto soffio.
93
vagheggiare
L’aria della sera
punta dai pini
in cielo s’accalora
per l’immenso filar
degli astri in fila.
Le stanche membra
seguono il moto
della pesante terra
e ogni cosa si distrae
a vagheggiare
nel nodoso tempo
silenziose storie.
Spento si duole
il ricordare solo
nel dirotto sonno
certo della certa fine.
94
l’eterno avanzare
Sferrate smanie
da dure membra
traboccanti di storie
rincorrono ricordi
nel perduto tempo.
Furie del germoglio che fu
primo alla funesta età
scavalcano montagne
e nelle profonde forre
all’Averno avverse
incomplete di note
riportano certezze.
Calanti giorni ricorrono
a malinconiche sere
con l’incerto somigliare
dei pensieri all’opaco velo
della fatale sorte.
Chi ci accompagna
allora lento fugge
dall’ancor più lento
eterno andare e l’errare
smemorato del silenzio
ci spinge ove intenerisce
l’arcuare dell’immenso.
95
la terra
Si rinnovella la terra
d’erbe e calle
nel cadenzar
di rosa la sua passione
nelle ore mattutine.
Smaniosaménte va
dall’estesa attesa
il profumo dei cedri
a sfiorar le arance
nelle calde piane
e il mare crespo al refolo
si distende al sole
con le attrici ore
per il parnaso giorno.
I flauti del canneto
cullano nel campo
gli incantati girasoli
da racimolar la sera
e rivestir la terra.
96
senza memoria
Tutto di fuoco il sole
con ardore invade
beffardo il giorno
e con fine scivolar
lo tramuta in sera.
Raccolte si scrollano le cose
in quell’ora scesa scevra
dall’esteso sguardo
stretto al venturo sonno.
Muta nel silenzio
con il peso del passato
cammina la vita per la curva
della terra su sentieri bruni
ignoti al tuo pensar
d’amore a me lontano.
Presto scorre il tempo
nella futura sorte
e da una nebbiosa ansa
dove i ricordi incerti
sfiorano sgualciti sogni
provvisorie ombre vengono
come fardello da far greve
il ricordar di sempre.
Dall’essere tuo la mente
allora s’allontana scura, cara
ad inventar l’amore fermo
ai discosti giorni
senza memoria
ma non si raccolgono più
grandi cose nella luce lieve
di un morente stanco giorno.
97
Stesa terra
Stesa terra
stanca
ti ponesti greve
con passo incerto
al tempo dell’immenso
e lenta
nella spenta luce
ti perdi ancora.
Appariva amore
sempre il patire
all’istante ch’era
luce il suo stare
e quel che da lei volli
lei volle ansiosa
da quel mio amare.
Ma un corto giorno
strinse curvo il quadrato
del largo orizzonte
con archi erosi e grigie
brume nell’invernale sera.
La luce giocò per lei
estinta tra le cose
e nella notte
solo rimane
il distrarsi scialbo
del quel che fu
il suo sorriso.
98
il canto
Il segreto di bambino
tra verdi stretti bossi
nascosto nel vialetto
del giardino
mira in parte il cielo
laddove sta fermo
con gli alberi di melo.
Sparisce l’intorno
assente e presente
s’intenerisce altrove
a vagar col bosso
tra irti e duri rami
per un’immensa ora in cielo.
E quando dai covoni
all’azzittir delle cicale
si discosta il sole
di nubi e d’acqua
si gonfia il cielo.
Allorché la sera
al finito canto
si confonde
a un penoso pianto
e la gente stretta
nella carità si perde.
99
la vita
Sul sagrato s’allarga il sole
dall’ombra del tuo passare
e nell’immoto ruota e freme
a ciancicare il vuoto intorno.
Composto il giorno appare
e cala nella scena avverso
al nulla del tuo cammino.
Nascoste ripetono smaniose
le stelle il sonno altrove
dove si trascina lenta e stanca
la vita con reagir sommesso.
L’assenza induce al morbo
la distratta e scomposta essenza
finita nel mare dell’oblio.
L’illusione nega al tempo
impietosa il muto parlare
di un orizzonte d’arse croci
e segna di forre i già aspri sentieri.
Da ondosi moti si leva l’ansia
al vento di memorie vaghe
in tronfi avanzi senza senso
da rivoltar fantasmi nella sera.
Ma taciturna un’ombra cede
una luce tenue da schiarir
al riverso sguardo
aggrovigliato al buio dell’abisso
la scena di un cammino per scivolar
sicuro nel tempo senza fine.
100
involontarie voci
Al declinare del giorno, libero
con il tuo venir mi spingo
nel roteare di foglie
di un disteso autunno
e nella dubbia illusione
dell’eterno penso
quando un tempo anch’io
sarò tra le vacue cose.
Per remote lontananze
di immutabili presenze
odo pensoso
involontarie voci
e fragili malinconie
mi fanno schiavo
di un mondo senza tempo.
Nell’agrumeto cadono le arance
e al refolo non trema il mare.
Allorché il sole più non copre
le pietre del sentiero
per i svelti passi del breve andare
così vanno vuoti alle indistinte foci
i fiumi nella sera
a segnare la polverosa terra.
101
s’esce di rado la sera
S’esce di rado la sera
per seguire lontano
l’eco di uno smesso giorno
e così si lasciano i pensieri
alle rughe della fronte
come noi alle nostre ansie.
Un’aria muta di tenui luci
e d’ombre discoste appena
porta il pensare
oltre il dirupato grigio
del passato a rivelare
con i mutati passi d’ora
i segreti in cui vivono le cose.
Nell’oscuro una trapiantata luce
di un ricordo chiuso s’apre
e il suo fluire lento s’attarda
a riscoprir il mestato tempo.
Viene un po’ di te e si schiude
intenso sommerso un senso
proda di una stanca prora.
Ti vedo e tra il lucido degli occhi
splendi ancora d’aurora e pace
come il giorno che ti arrampicasti
per un lungo sentiero strano
di un erto colle chiaro
che rosa t’addensò di fiori e luce.
102
in quest’ora breve e antica
Nello sbiadito inverno
silenziosa tra le case
triste si stende l’ansia
in una sera già vecchia
di sospiri e malinconie
per i mancati incanti
di un avaro sole.
E andando si scorge l’ombra
della vita che si smorza
nelle memorie grigie
per tracciare nel tempo
la brulla solitaria terra.
Il passato fa raro
il futuro dei spingenti giorni
nel lasciar con le secche balie
il lagnare dei sogni
sulle rive dell’averno
e gli affanni nelle forre
in quest’ora breve e antica
fanno dell’umano canto
il pianto dell’eterno.
103
la certezza
Sbiadite mute memorie
si distaccano inquiete
dalla vita e vanno
per erosi sentieri
in un’aria immota.
Il passato disteso
travasato dai muri
intorno a strette vie
denso urta il tempo
e l’ultima luce mutata
ancora affatica
il giorno che muore.
Come l’apparente onda
del fluttuante mare
forse è la certezza
il dubbio senza ombre
che corrompe la vita
e s’incava al tempo
dentro gli arsi muri
per annodar le troppe
sole cose vuote
con la secca calcina.
Così ogni dubbiezza
divaga muta nella cieca
memoria di una scialba vita.
104
l’ignoto senso della vita
Respiro a volte gli umori
del tardo autunno attaccati
agli stecchi del fossato
sceso erto dietro le case immote
forse a stentar malinconie
nelle fioche brume del corto giorno.
Allora i pensieri del tempo andato
nella mente cancellano la noia
senza affondare nel grigiore
di rigide certezze la dubbiosa vita.
Ma non durano le sere e ogni cosa
si disperde nel folto della notte
per sollevar il mondo dalle valli
e sciamare nell’aria con gli astri
camminatori dell’immenso.
Celati in mesti suoni
i tremolii di scendenti acque
traversano l’aria dei fangosi campi
come anime penose senza pace
perse nel mare delle speranze.
Da sopra le frasche l’ignoto
senso della vita con un fringuello fugge
forse per cercare l’alba sul clivo
così come la mente si districa lenta
dall’arido grembo dell’oblio
e l’albero per le sue foglie morte
avrà la tristezza dell’inverno.
105
non mi aspettare ancora
Non mi aspettare ancora
se non quando di questa vita
sarai memoria.
L’universale moto non cessò
le tante cose quand’ebbe
dubbiezza di sorte oscura
nell’ignota immensa proda.
Ogni creatura nella conca
dell’eterno il guardare scuote
per grandiose calle come
le greggi in fila dai mesti clivi
alla linfa dell’erbose piane. (di un’erbosa valle)
Un suono frange lontano
impetuoso e immutabile
un ricordo discosto s’apre
nella districata mente che fitto
aduna all’esistenza il dubbio.
Più chiaro fermenta il senno
nell’arsura delle ombre
è l’ora che rovina l’indifferenza
e in un pulviscolo d’immenso
al dubbio tutto accomuna.
106
nell’infinito silenzio
Nell’infinito silenzio
l’immanenza dell’eterno
scopre con ciottolosa luce
il profilo di dilaganti giorni
ma del nostro incerto agrumeto
senza fiori non mostra i frutti.
Piccoli i giorni s’addensano
e frettolose ore si urtano
tra luci e ombre senza senso
nello sventolio di lontani sogni
sulle orme di assenze antiche.
Il breve cammino nel crepuscolo
perpetuo di un infinito andare
erode memorie troppo sottili
per l’enorme peso di una vita
che passerà i torvi confini.
Forse con un filo misterioso
il tessere sottile dell’eterno
nell’immenso ogni cosa annoda
e un’infima certezza pone accanto
al dubbio estremo che ci chiude.
Mutano con amarezza i sentieri
nei dirupi di un lembo di mare
senza proda per immergerci
nell’umano torpore che nel segreto
dell’esistenza trattiene il peso
di un momento senza luce.
107
Ricordo
Di vagabonde memorie
mi domando
se non dalla mente
perché tutto scompare?
“Mi ritorni in mente
bella come sei
forse ancor di più”
……..cantava Battisti
e nella mente
solo un ricordo.
107
memorie
Irrequietudini ricoprono di scaglie il cielo
aperto al vespro e nell’ingorgo mortale
della notte ogni cosa si dissipa.
Discese invisibili attendono dentro.
Si urtano fuori sconfinanti dal passato
e come afone ombre aggrovigliate
da un crepuscolo senza sera varcano
secche le memorie per le nostre noie.
Ci abbandona il giorno lacero e quel volto
sbiadito da un’avara memoria rincasa
nel passato con il peso della vita
riflesso in una breve malinconia.
Persi colori di un giardino sgualcito
ritagliano il profilo di rovinate mura
e oltre irrompe sterminato appena
il ricordo di una vecchia casa.
Fatue memorie s’accalcano attorno
con voci mute restituite al tempo
impotenti da respiri troppo ampi
nati dalle piaghe della mente senza greggi.
S’affacciano meste dall’oscurità più lievi
nell’arcuare inciso di vaghi gesti rari
degli umidi sguardi persi dal cuore
nelle case inerpicate tra fitte croci.
Tutto rimane tra i deboli argini della mente.
108
forse solo adesso
Dall’immoto l’esistenza
pone con la finita essenza
l’essere e il nulla
nell’indifferente domani.
Quel che ora è
più non sarà.
Come vorrei che vacillasse
l’ignoto essere delle cose
nell’incerta rinchiusa anima
al principio dell’umana vita.
Nel vortice declina l’infimo
spettro dell’estremo nella paura
come il gorgo che congiunge
al profondo abisso il cielo
dove certo scompare il sole.
Un impreciso vuoto rimane
senza memoria nell’altrui
quando il tempo non avrà più
per noi pensiero estremo
nel sordo delirio dell’eterno.
Forse solo adesso tutto comincia
in questo viaggio senza fine
dove non c’è più nessuno
che si specchia in ombra
nelle acque di trasparenti rive.
109
apparenze e assenze
Un frustrato pianto scuote l’immota afa
tra le arse case invase dall’estate
e solo si spegne vacuo nell’ombrosa ora
disposta ai randagi pensieri.
Crepuscoli sgualciti nell’invisibile luce
disegnano clivi sfuggenti alle umide piane
dove serrate ombre vanno matrigne
forse infelici custodi di un mutuo passato.
Perse nel tempo inquieto della notte
s’intrecciano le cose che murano la vita
in anguste memorie mentre scoprono
fatue verità dalle glorie di effigi antiche.
Con uno smarrito ansare si mostra spento
lo sfavillare sussurrante dell’essenza
e s’incrina al tempo che rovina lento
nell’ostinata esistenza di un piano eterno
Si distacca nei segreti dell’immenso
il passare della vita proteso invano
a prode avare di memorie accese
e giunge ancora la dove s’inquieta.
Fugace vita ti rattristi per l’ignoranza
sazia di parole roche di un cieco cielo
turbatore che oltre dirupa senza fine
con il fluire lento di apparenze e assenze.
110
la vita nella cruna
S’addensano le tinte e l’ora affardellata
rovina nel dolore il tumultuoso petto
che s’angoscia al gelo dove alcuno
dimora e mesta la turba si consuma lieve.
Un pianto mal chiuso tarda all’intorno
testimone del dirupato tempo ch’ebbe
prode di memorie nell’immenso andare.
Un vento stentato assembra con fatica
il rado passato nel già esule presente
afferrato dal destino in un gorgo oscuro
taciturno abisso del dolore che ci strugge.
Abbandonata su strade senza sponde
e con l’inquieto silenzio di un tramonto
ogni cosa di questa terra l’Eterno cede
all’incerta forma che l’ombra nega.
Prima dell’inquieta ora non sarebbe vano
l’estremo svelar della ragione che svapora
ogni dubbiezza e placa la stentata vita
partorita in un’aia misteriosa dell’immenso.
Forse all’ingenuità d’incrinare l’eterno
si lega la condanna che ci copre con ombre
senza tempo protese da memorie ignote
di untori che per la cruna spingono la vita.
111
l’ansia di un bagliore
Si liberano dalla cenere i crucci
muti senza forma nell’ora
in cui il giorno si rompe e muore.
Come il nulla la sera li riporta
dove si perdono le cose per far sua
l’estenuata anima regalata allora
libera da una spumosa onda
in silenzio su un greto inquieto.
Per il gioco di un mondo strano
forse la nomade inesistenza
s’abbandona a un viaggio senza fine
stanca per un declivio indifferente
arso da un lampo di un cielo antico.
La mente s’addensa nell’attesa
stretta alla tristezza nei confini
consunti del passato per un corteo
di giovani memorie erranti serbate
tra lontane case e grandi girasoli.
È l’ansia di un bagliore in cielo
112
l’attesa
Anche sul curvo clivo tardo
tra i filari della vecchia vigna
non si scioglie il gelo
e nel mattino il merlo fischia
tra gli sterpi dei grigi fossi
dove ancora non appare il sole.
Mentre la terra inquieta non s’allegra
densa di uguali ombre affollate
da gelati venti nelle corte valli
il moto di chi tace smemora le cose
e tra le luci chiuse nella mente
strappa un velo a un esiliato dubbio.
Nell’attesa si trema al tempo
come lo sfilacciarsi
di un canneto a un duro vento.
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