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i suoi racconti

 

Linee d'amore 

La gente 

Bambina gioca la Luna 

Ti amo e ti allontano

...potrai salire

Naviganti erranti 
Notte marocchina …..luce di cera Acqua di seta La notte I sogni Morte del giorno 
L'alba  Il dubbio  Illusione  Il mio porto  Il tuo apparire  Solchi d’amore 

 

Linee d'amore

Luce imprigionata nella sua nuda presenza,
aleggiante seta tessuta d'amore,
accarezzava le ciglia di occhi rapiti da una porta schiusa;
e nella notte nudità invisibili 
guidarono i corpi tra intimi anfratti
per disegnare linee d'amore.
Linee mutevoli, in assenze totali,
al toccare, nel farsi toccare. 

 

   La gente

Scava il monte davanti
dietro ci abita gente.
Brucia il sole davanti
dietro c'è gente.
La gente non vive davanti
muore dietro.

 

 

Bambina gioca la Luna 

Bambina la Luna, vuole giocare. 
Vestita di bianco di spuma
sulla strada di acqua di luce. 
Con i capelli tirati esce dal mare
e ti posa nel cuore.
Con i capelli di lato fugge nel cielo
e ti dona all'amore.
Pescatore, con la Luna gioca, nel mare
non uccidere lo squalo senza denti.
Orma nella sabbia richiusa, 
fermati, sola guarda il tuo piede 
senza le dita affondate.
Gioca vento, con sale brillanti 
ricama veli di onde. 
Piange la luna
la regina si sposa
Contenta la luna
la regina è bambina.

 

 

 

Ti amo e ti allontano
E’ arida in volto la luce nera. 
E frettolosi passi nella sera
nascondono le orme del giorno.
Dove sei ? 
Oh impaziente luce di luna 
che sgorghi in sogno 
da un calice di vento versato 
dal boccale di prigioniere stelle.
In un cielo di onde gocciolanti 
la tua chioma si lega al sole
e un leggero soffio azzurro posa
nei tuoi occhi il misterioso mare. 
Intanto il tuo sorriso traspare 
sul mutevole viale dei fiori rossi 
e con gli scossi profumi del tuo andare
mi segni il cuore.
Oh evanescente amore! Ti vorrei toccare.
E in un vibrare di foglie e capinere
ti bacerei piano per non farti andare
Oh amore! Non posso dirti addio.
Ti amo e non ti posso amare
E così ti allontano
con la mano della mia tristezza
in un disfatto senso di luce. 

 

 


...potrai salire 

L’acerba alba si sveglia,

l’umida nebbia

dipinta di caldo dal sole affiancato,

nel suo chiarore ne mostra l’essenza.

 

Il controluce del tuo sorriso,

nel vuoto spessore della vita persa,

lascia ad una linea contorta i sensi che vagano

nei viali attorcigliati da sogni cupi.

 

Nella gialla pianura senza i ritti verdi

sola respiri venti di cenere e sale.

E arsa di nulla, senza sete, la tua pelle

è crosta infuocata di nera roccia.

 

E così, con il fermo camminare, greve

di piedi di fango incollati

ad un corpo non ancora creato,

non puoi salire il colle della tua valle.

 

Allora un vento di ghiaccio soffierà

e srotolerà la vita chiusa nel nulla.

E’ morto il viale degli allori, ma i tuoi piedi

nudi vi cammineranno senza orme

per trovare dove la luce dorme con la fame

degli uccelli che feriscono il cuore.

Potrai salire…..

 

 

 

Notte marocchina

Luna del deserto dai monti

canta cantilene lontane

di nomadi vele,

 

tra tiepidi sapori di pane

e smanie tinte di luce

regala carezze di vento di stelle

 

a seducenti sete per voglie

di fianchi ribelli di balli

per sovrani inganni.

 

Tanto il cielo s’incanta

in questo letto di dune.

È la notte marocchina.

 

 

 

 

      …..luce di cera

L’autunno arrossito di foglie

con rami di legno raffermo

scuote il basso sole

tra umori e rumori.

La vita di sgusciati mattini di noci

e pigiati pomeriggi di vini

abbandona braccia nervose

a sere stanche e uggiose,

il tuo corpo di luce di cera 

consumato da voglie

cerca sapori e piaceri

in filati di trine d’amore.

Prigioniere di sensi

di terra di carta oliata

fremono e gemono

le sere d’autunno,

e carezze di mani indurite

posano sogni al sonno di figli.

 

 

 

  Acqua di seta

Antichi venti muovono dai cieli della luna

tristi pensieri per sospingerli nella notte

come abbracciate ombre di luci morte.

 

Il ritratto irriverente del tuo volto stinto,

cinerea spuma in una profonda dolina,

insolito si congiunge ai miei sogni.

Braccia stanche per il cigno che affonda

bianco nell’indifferenza dello stagno.

 

L’ardire composto non farà fantasma

il domani di questa vita.

Scuoterò buie acque con verghe di luce.

Scaverò antri nel tempo per nascosti diamanti.

Il dolore della terra si spanderà dai sassi in sorgenti

d’acqua di seta per svelare sensi d’amore.  

 

 

 

    La notte

Notte di tepore

di luna e di stelle.

Il giorno non dà

lamenti d’amore.

 

 

 

 

I sogni

Notte di luna

vesti i sogni

di veli di stelle

rinnovati d’eterno.

 

 

 

Naviganti erranti

D’improvviso

morire

nel tormento

della tua assenza.

Nella ansia

aspetto a consumarmi

le ali dell’infanzia.

Per l’infinito mare

salpano con la luna

invisibili amanti

naviganti erranti.

 

 

 

Morte del giorno

Su silenziosi rami

consumate foglie

trattengono gli scorsi

del freddo giorno

nella sera che partorisce

nuove malinconie,

mentre dall’arido solco

di un letto senza fiume

nascono le ombre

di stantie ansie.

La solitudine dilata l’aria

nel silenzio dell’estremo oblio

indifferente 

alla morte del giorno.

 

 

 

 

L'alba

In morenti ombre

il  buio appare.

Mentre l’alba rotola 

la terra in cielo

pazienti ciclopi

ripongono le stelle

per un’altra sera

e il giorno senza luna.

 

 

 

 

Il dubbio

Da sempre la morte

appende la vita

al sogno dell’eternità  

E’ immensa notte

il dubbio della fine

per il sognare.

 

 

 

 

    Illusione

Ombra silenziosa

con fredda indifferenza

hai chiuso gli occhi al giorno.

Distratte malinconie

scivolano nella sera 

e i pensieri corrono

a vuote storie.

Presenze sfocate

vagano come fauni

nei boschi della vita

e tu lasciva luna

non meriti i sogni

del mondo.

Schiarisci il cielo

e incupisci i cuori

colmi di illusioni.

Sorda al triste parlare

sorridi e vaghi.

Non ti accarezza il vento.

Non ti bagna il mare.

Fai sognare

e spezzi il cuore.

Luna. Perché appari?

 

 

 

 

Il mio porto

Pazienti onde

scavano corallo

per ornare seni.

L’anima è greve.

Segrete vele vanno

tra flutti e spume.

Vergini ninfe

dormono ignare

in case rosse

e il deserto invano

somiglia al mare.

Scendono per fiumi

ancora bianche

le montagne al mare

e sui ciliegi di maggio

i pesci bianchi cantano

tra le chiome nere.

E tu nave senza vele

sarai il mio porto.

 

 

 

 

     Il tuo apparire

Con ritmi silenziosi

notte e giorno

amano il tempo

e in segreto io vengo

nel tuo giardino

per rubare le tue rose.

Il tuo apparire

mi libera dall’ombra

e odo l’Eterno sfiorare

i sentieri della mente.

Muta bellezza,

velario del mare,

libera sogni

dalla tomba del sonno

ho paura di non sognare.

Stanca malinconia

copri la terra

di foglie morte

punte dal freddo

come gli uccelli il grano. 

Nuvole dei monti,

con veloci ombre

spostano il sole

nelle profonde valli,

e il vento silenzioso

vestito di spume

si scioglie in mare.

Inutile remare, solo,

tra spezzati flutti

pesanti barche recano

il delirante desiderio.

 

 

 

 

  Solchi d’amore

Luna nella notte volgi gli occhi

alle orme di luce come fari di sensi

del tuo vagare negli eterni.

Raccogli piccoli i sogni arsi

 

Nel mio mare navigano solo sogni di legno

e le onde non alzano ne vento ne spume

per uccelli con ali di sale

 

estinte navi dai piedi pesanti

con le prue infisse sul fondo

solcano sabbie per neri mari.

 

La marea arida di flutti è giunta

nell’oasi della morte senza Caronte

e tristi titani trascinano pinnacoli

come pesanti steli di fiori senza colori.

 

Spargerò semi di luce e di foglie

sul tuo corpo imprigionato di ombre

e gli alberi del tempo saranno foreste

di madreperla per asce d’argento.

 

Ti attenderò nel mio infinito

e come luna nel cielo lo arerai

con solchi d’amore seminati di stelle.

 

 

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