Adolfo
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i
suoi racconti
Mare piangi il pianto del
verde fruscio del ramo lento
l’ha segato vecchio il
vento duro. Terra
di rugiada di pietra nella
notte hai lasciato l’alba per
non avere dolore. Mare
fa sale il pianto odora
di fiore reciso. Terra
di rugiada di seta dalla
notte scopri l’alba non
ti darà dolore. E
tu mare fa sole il sale con
nuvole nel vento
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Il
cavallo scalciò e ruppe le stelle. La
luna sola pianse di dolore e
riempì il cielo di lacrime d’amore. Il
sole le asciugò come diamanti e
le stelle tornarono brillanti. Con
i capelli di lato la luna sorrise
e una a una le guardò. Guardava
e cercava smarrita, cercava
la sua stella del cuore, ma
non la trovò. Non
aveva pianto abbastanza perché
il sole la facesse tornare. Allora
la luna dietro i neri capelli pianse
più forte, e la stella più bella riuscì
a tornare asciugata dal sole che
innamorato la volle sposare. Nel
cielo, tra milioni di stelle filanti con
la lunga coda fastosa, la
sposa vestita di seta, il sole sposò.
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Il
sole della fredda sera lascia
la luna agli
spettri della notte. Le
stelle deluse per
il sacrale riposo non
cantano in coro. Nel
cielo vaga la terra in
spesse macchie scure. Ed
io grido la mia pena. Vorrei
amare, ma vai amore. Nelle
pupille bucate non
si trattengono regine. Il
cavallo ha rotto il fiume dei
tuoi caldi fianchi. La
torbida acqua graffia le
solitarie sorgenti del cuore e
strappa l’impalpabile anima. Allora
il secco ramo rotto spinto
nella terra scura sente
il canto del mare. Lascia
le ali agli uccelli cadere
in seno ai fiori. Tra
spine di rosa troverai le
sorgenti del cuore.
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Deserto
di cuoio. Un’
arabesco tepore di
intriganti dune nel
verde palmeto intesse
seducenti inganni. La
notte d’africa
nella
vergine fonte dalla
virtuosa seta libera
tondi e ribelli fianchi
di luna. Tra
gocce di stelle del
vergine cielo balla
Luna la Mezzaluna al
nomade canto levato incantando
il palmeto. Vagare
eterno di luna dai
sogni d’oriente porta
il mio sogno che
tanto m’incanta nel
tuo letto di dune.
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Odore
di muri crollati lapidi
di sogni sul
sentiero contorto scritto
di storie di case di
pelli usurate non vuote. Grigi
madreperla di folli umori uccidono
il bianco dei pensieri e
nelle spesse acque brune affonda
il passato con
il tonfo del tuono. Debole
il vento incapace di
muovere foglie velate da
reciproche ombre in
silenzio rigonfia l’aria con
tristezze e paure. Pesantemente
la pietra richiude
l’eterno nulla nel
buio della mortale luce nascondendo
per sempre le
fantasie dei sogni.
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L’autunno
arrossito di foglie con
rami di legno raffermo scuote
il basso sole tra
umori e rumori. La
vita di sgusciati mattini di noci e
pigiati pomeriggi di vini abbandona
braccia nervose a
sere stanche e uggiose, il
tuo corpo di luce di cera
consumato
da voglie cerca
sapori e piaceri in
filati di trine d’amore. Prigioniere
di sensi di
terra di carta oliata fremono
e gemono le
sere d’autunno, e
carezze di mani indurite
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Il
giardino dei sogni si
colora La
siepe di sole L’acqua
di cielo Con
dita di seta l’aurora
dalla notte (1) scopre
amori dagli
umidi sensi assopiti
di nebbia. Ti
vedo arrivare sul
dolce sentiero dal
petto di vetro di
stantie ansie.
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